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 2014  ottobre 03 Venerdì calendario

Ivana Intilla, 27 anni, e Raffaele Ottaviani, 30. Siciliani d’origine, genitori di due gemellini di tre anni, da tempo vivevano in Romagna: lui gestiva un’attività di rottamazione auto a San Giovanni in Marignano, lei, graziosa, bionda, «sempre sorridente e cordiale», faceva la cameriera in un ristorante di Riccione

Ivana Intilla, 27 anni, e Raffaele Ottaviani, 30. Siciliani d’origine, genitori di due gemellini di tre anni, da tempo vivevano in Romagna: lui gestiva un’attività di rottamazione auto a San Giovanni in Marignano, lei, graziosa, bionda, «sempre sorridente e cordiale», faceva la cameriera in un ristorante di Riccione. Una decina di giorni fa la Intilla aveva fatto sapere all’Ottaviani che non l’amava più, che lo avrebbe lasciato, e da allora i vicini li avevano sentiti più volte gridare. L’altro pomeriggio, durante l’ennesima discussione, l’uomo prese un coltellaccio da cucina e davanti agli occhi dei figlioletti infilò la lama quaranta volte nel corpo della compagna. Quindi con la stessa lama decise di ammazzarsi a sua volta, ma dovette infilzarsi sette volte prima di riuscire a darsi il colpo mortale, quello all’altezza della bocca dello stomaco. Qualche minuto dopo la mamma di Ivana entrò in casa, trovò i cadaveri in camera da letto in una pozza di sangue e lì accanto i bambini che li guardavano pietrificati. Urlando li portò via da qual macello e una vicina che li vide così li descrisse: «Macchiati di sangue, gli occhi spiritati, sembravano due robot. Uno dei due gemellini non fiatava, l’altro mi ha detto: “L’ha ammazzata”». Pomeriggio di sabato 4 ottobre in una palazzina in via Cabral a Cattolica (Rimini).