Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Da quando Berlusconi è stato ferito, il presidente della Repubblica ha sempre parlato. Senso generale delle dichiarazioni: le contrapposizioni non servono a nessuno, maggioranza e opposizione si mettano intorno a un tavolo e varino riforme su cui sono tutti d’accordo. L’episodio di Milano – ha fatto capire il Presidente – è un effetto delle polemiche violente alimentate dagli uni e dagli altri. Ieri Napolitano ha girato intorno agli stessi concetti, sostenendo che il Paese è molto più coeso della sua classe politica e dunque i politici si diano una regolata.
• Questo gran dichiarare che cosa significa?
Che il capo dello Stato non vorrebbe si perdesse l’occasione offerta dal lancio disgraziato di Tartaglia. A un tratto coscienti che darsele di santa ragione a parole può diventare un darsele di santa ragione per davvero, i partiti dovrebbero ammorbidire i toni. Ma lo vogliono? Ieri Berlusconi ha fatto scrivere sul sito del Pdl il messaggio che «l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio», concetto che risale a Virgilio e che purtroppo è stato smentito qualche milione di volte. stato smentito anche ieri: Cicchitto ha picchiato duro sull’opposizione e sui giornalisti del gruppo Repubblica-l’Espresso ; Bersani, il più moderato di tutti, gli ha risposto: «Non vorrei che qui ci fossero incendiari travestiti da pompieri»; poi, quando Di Pietro ha preso la parola, tutto il Pdl ha abbandonato l’aula.
• Di che si stava discutendo?
Maroni era andato a riferire sull’episodio di domenica. Aveva detto: «Tartaglia si trovava in prossimità del luogo della manifestazione già dalle 11 del 13 dicembre, proprio in preparazione del suo folle gesto: in particolare, la premeditazione risulta provata dalla circostanza che è stato trovato in possesso di una bomboletta spray al peperoncino e di altri oggetti contundenti ». Nello zaino c’erano: un crocifisso in legno, un portacenere da tavolo in quarzo e un’altra miniatura del Duomo. «Alle 18,35 – ha continuato il ministro – nell’area retrostante il palco, e prima di ripartire, il premier ha deciso di fermarsi per rispondere alle domande di alcuni giornalisti. proprio in questa occasione che, confusa tra la folla, una persona con un’azione improvvisa lanciava contro Berlusconi un oggetto in alabastro: una riproduzione del Duomo da lui comprata in precedenza in un chiosco della piazza». A dir la verità non era alabastro, ma un impasto di resina e gesso.
• Come fanno a esser sicuri che non sia un gesto isolato?
La circostanza che qualcuno avrebbe passato il souvenir a Tartaglia e che quindi Tartaglia sia il terminale di un’azione collettiva è stato smentita sia da Maroni che da Letta e De Gennaro. Letta e De Gennaro, davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza pubblica, hanno riferito che «è stato un gesto isolato e scollegato da qualunque soggetto o volontà politica». Alla Camera un punto particolarmente delicato riguarda le manifestazioni e la regolamentazione del web. Per le manifestazioni, il ministro ha genericamente fatto sapere che si vorrebbe estendere ai cortei la normativa in vigore negli stadi di calcio. Quanto al web, si prenderebbero provvedimenti per impedire il prosperare di siti in cui si esaltano pratiche criminali. Casini ha parlato contro.
• Come farebbero?
Nonneho laminima ideaeMaroni non ha fornito spiegazioni dicendo che si deciderà tutto domani in consiglio dei ministri. Anche se i cinesi e gli iraniani ci provano in tutti i modi, di fatto la censura sul web risulta assai difficile. Io sono contrario. Casini ha osservato che negli Stati Uniti un sacco di blog dicono cose terribili di Obama, ma a nessuno è mai venuto in mente di intervenire. C’è un altro punto per il quale un’iniziativa contro la Rete mi pare inopportuna: si agirebbe per l’ennesima volta a caldo, cioè spinti dall’emozione provocata da un fatto di cronaca. Non è un buon sistema per legiferare.
• La pace che pareva tanto vicina si sta già allontanando?
Ieri il governo ha annunciato la fiducia sulla Finanziaria, attirandosi gli strali di Fini: decisione deprecabile – ha detto Fini – perché è stata presa non per bloccare l’ostruzionismo dell’opposizione ma «unicamente all’interno del rapporto tra la maggioranza e il governo». Calderoli gli ha risposto: il presidente pensi ad applicare i regolamenti e non si occupi di politica, un lavoro che spetta all’esecutivo. Tremonti s’è detto perfettamente d’accordo con lui. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/12/2009]
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