Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  dicembre 16 Mercoledì calendario

IL RE GIOVANE (DUE PEZZI SU WILLIAM D’INGHILTERRA)


ENRICO FRANCESCHINI, LA REPUBBLICA, 16/12/2009-
Per caso gli allibratori inglesi sanno qualcosa che il mondo ignora? All´improvviso, la scorsa settimana, i bookmaker hanno dimezzato le quote sull´annuncio ufficiale di un fidanzamento entro Natale tra il principe William e la sua affascinante girlfriend Kate Middleton, dandolo dunque come più probabile. Quindi, lunedì, il tabloid londinese Daily Mail ha pubblicato uno scoop: la regina Elisabetta affiderà presto una parte «significativa» dei suoi impegni a William, facendone una specie di «re ombra». Infine, ieri, un altro quotidiano, il Telegraph, ha rivelato che in gennaio il principe effettuerà il suo primo viaggio all´estero come facente le veci di Sua Maestà, nelle due ex-colonie britanniche di Australia e Nuova Zelanda.Tirate le somme, i royal watchers, gli specialisti della Casa reale, sono tentati da una scommessa più azzardata di quella sul fidanzamento: l´uomo da decenni destinato a diventare re, il principe Carlo, potrebbe farsi più o meno volontariamente da parte, e al suo posto, accelerando con un´abdicazione i tempi della successione naturale, la sovrana spingerebbe sul trono un re ragazzo, un re giovane, suo nipote William.
 prematuro dire che finirà così. Ma le supposizioni sulla possibilità che la monarchia più chiacchierata del pianeta salti un turno nell´albero dinastico si sono di colpo moltiplicate. Gli interessati smentiscono, e del resto non potrebbero fare altrimenti. Riducendo le quote sul fidanzamento a Natale tra William e Kate, da 12 a 1 a 6 a 1, gli allibratori si limitano a reagire all´afflusso di scommesse in quel senso, dicono al cronista che li interpella. Lo scoop del Mail, corregge un portavoce di Buckingham Palace, riflette solo il fatto che la Regina vuole cominciare a istruire con largo anticipo William sui suoi futuri doveri, ma non ci sarebbe alcuna intenzione di farne una specie di re di riserva, ruolo peraltro svolto già in modo encomiabile da suo padre Carlo. Quanto al viaggio che William farà il mese prossimo in Australia e Nuova Zelanda in sostituzione della Regina, ecco come lo spiega il suo segretario personale, Jamie Lowther-Pinkerton: «Certo, sarà il primo di molti viaggi di tal genere, ma è una semplice progressione. La priorità del principe rimane la sua carriera militare come pilota per missioni di ricognizione e soccorso. inevitabile, tuttavia, che col passare degli anni farà di più in rappresentanza della Casa reale. Sua Maestà vuole che il nipote impari per tempo il mestiere».
Eppure l´eccitazione di sudditi, media e biografi di Corte è palpabile. Già basterebbe il fidanzamento ufficiale di William e Kate a suscitare entusiasmo popolare, per tacere delle conseguenze commerciali: quando un anno fa sembrava che tra i due fosse fatta, nacque in pochi giorni un´industria di souvenir, fotoritratti, gagliardetti ricordo, e non era ancora successo niente. Da allora, i due protagonisti della nuova soap opera reale si sono lasciati e poi si sono rimessi insieme. Formalizzare la loro unione con un engagement, come si dice in inglese, avrebbe senso solo come preludio al matrimonio: e la prospettiva di nozze reali tra il figlio dell´indimenticata principessa Diana e la donna che la stampa inglese chiama «la nuova lady D» fa girare la testa. dal luglio 1981, quando si sposarono Carlo e Diana, che giornali, televisioni e industria editoriale attendono un altro «matrimonio del secolo», e da allora i media hanno attraversato tali cambiamenti da farne non una semplice ripetizione, non un déja vu, bensì un evento globale senza precedenti. Il monito ai paparazzi a rispettare la privacy dei Windsor, il ruolo di «re ombra» che la regina vorrebbe dare al nipote, il viaggio che William farà in Australia e Nuova Zelanda in gennaio (certamente insieme a Kate, se a Natale sarà stato annunciato il fidanzamento), rientrerebbero in un´unica regia che ha l´approdo finale nelle nozze, magari entro il 2010, prima che lei rimanga incinta. «Penso che dietro tutte queste iniziative ci sia William», conferma Ingrid Seward, direttrice del mensile Majesty (Maestà) e una degli osservatori veterani della Casa reale britannica. «Penso che il principe stia preparando il terreno per il suo futuro pubblico insieme a Kate».
Ma se invece preparasse il terreno per qualcosa di ancora più grosso? Se la regina allevasse William non soltanto per fare le sue veci di tanto in tanto, ma per subentrarle sul trono, più presto di quanto ci si aspetti, mettendo da parte suo figlio Carlo? Tre numeri riassumono il dilemma davanti a cui si trova Elisabetta II: 83-61-27. L´età della sovrana, del principe Carlo e di William (così come della sua coetanea Kate). Sua Maestà è in buona salute: partecipa a 400 impegni formali all´anno e continua ad andare a cavallo (sebbene soltanto al passo). longeva di famiglia: sua madre morì a 101 anni. Potrebbe dunque regnare ancora un paio di decenni. In ogni caso, non ha mai manifestato la minima intenzione di abdicare per lasciare il posto al suo primogenito Carlo, che a forza di aspettare sfiora ormai l´età della pensione. Il noto problema è che, nell´attesa, i suoi guai si sono moltiplicati: il divorzio da Diana per la scoperta che «in questo matrimonio siamo in tre» (lei, lui e l´amante Camilla), la tragica morte di lady D, le controverse seconde nozze con Camilla, le polemiche che accompagnano spesso le campagne dell´erede al trono su architettura, urbanistica, ecologia. I sondaggi indicano che la maggioranza della popolazione (intorno al 70 per cento) mantiene intatto il sostegno alla monarchia; ma indicano anche che Carlo è poco amato rispetto alla madre e assai meno amato del proprio figlio. I commentatori britannici predicono che Carlo, estroverso e un po´ eccentrico, difficilmente guadagnerebbe maggiori consensi come sovrano, specie se diventasse re alla soglia dei 70 anni o oltre, come appare possibile.
Elisabetta aveva 26 anni quando salì al trono, nel 1952: potrebbe dispiacerle lasciare il suo regno a un re vecchio. D´altra parte, la sovrana sa benissimo che la macchia lasciata sulla reputazione del primogenito dal tradimento e dalla morte di Diana necessita tempo per essere dimenticata, se non perdonata. Insomma, Carlo non poteva diventare re troppo presto, a causa di Diana; e rischia di diventarlo troppo tardi, per la longevità della madre. Di qui la tentazione di abdicare, costringere Carlo a rinunciare al trono e consegnare la monarchia a un re giovane: un piano per di più da eseguire relativamente in fretta, perché William comincia a perdere i capelli e a somigliare al padre, non è più bello com´era da piccolo, non resterà giovane per sempre. Come mossa di marketing sarebbe perfetta per la «ditta», l´affettuoso ma anche ironico nomignolo con cui gli inglesi chiamano la Casa reale, ma nessuno sa cos´ha davvero in testa Elisabetta II. A parte la corona, naturalmente.

*****
JOHN LLOYD, LA REPUBBLICA, 16/12/2009
La Regina Elisabetta II è l´ultima esponente di una dinastia reale, e segna la fine di una certa idea di monarchia che ebbe inizio ai primi del Novecento con la regina Vittoria e si concluderà - come è opportuno che sia - con un´altra regina.L´idea di monarchia creata dalla regina Vittoria era quella di «regnare ma non governare». E di fatto durante il suo regno a governare furono primi ministri, personaggi forti e di grande spessore - specialmente alla fine del suo regno - quali Benjamin Disraeli e William Gladstone, che fecero affermare l´identità britannica e il potere imperiale, creando altresì i moderni apparati di partito e alcuni elementi della politica moderna. Elisabetta è l´ultimo esponente di questa linea monarchica, e pur avendo meno poteri probabilmente gode di maggiore popolarità di Vittoria. La sua rapida ascesa al trono quando era poco più che ventenne; il suo matrimonio con l´uomo diventato duca di Edimburgo.
I suoi fotogenici figli; l´affermarsi della sua personalità e della sua immagine mentre viaggiava incessantemente in tutto il mondo e nel Paese facendo opere di bene; la sua puntigliosa resistenza a lasciarsi coinvolgere nelle controversie politiche; il suo stoicismo di fronte agli scandali reali che hanno travolto il suo figlio maggiore Carlo, il principe al trono, e sua moglie Diana; la sua gioia evidente per uno spettacolo popolare come le corse dei cavalli, sono tutti elementi che hanno contribuito a fare di lei un´icona alquanto intoccabile dalle critiche e di sicuro imperturbabile ad esse.
Quando Elisabetta morirà o abdicherà, in un certo senso non avrà nessuna importanza se a succederle sul trono sarà Carlo, nominato finalmente re nella tarda mezza età, o il figlio di lui, William, che seguirà i passi della nonna salendo al trono poco più che ventenne. Per adesso la famiglia reale britannica è governata da leggi diverse da quelle con le quali dovette avere a che fare Elisabetta, e le più potenti tra queste sono sicuramente i media.
Carlo e i media sono giunti a una sorta di armistizio. Molti quotidiani britannici lo hanno preso di mira a lungo per l´estraniamento e per la morte di Diana, e lui e i suoi collaboratori hanno fatto sì che Diana godesse di pessima fama (favore ricambiato da lei e dal suo ambiente). Diana ha saputo rivestire alla perfezione il ruolo di vero personaggio famoso moderno, come a lui non è mai riuscito: a dire il vero, in parte Diana quel ruolo lo ha addirittura inventato. Il loro conflitto li ha avviliti entrambi, anche se lei ha finito col raggiungere uno status semidivino (anche ai suoi stessi occhi) verso la fine della sua vita. Carlo tira avanti: in genere non è né amato né odiato. I suoi interessi e le sue campagne si incentrano sull´architettura e l´ecologia, mai su questioni popolari.
William gode ovviamente di tutto il fascino della giovinezza e di un bell´aspetto (anche se sta perdendo precocemente i capelli). Quando si sposerà il suo matrimonio sarà sicuramente un grande avvenimento mediatico. Pare essere una persona sufficientemente giudiziosa, poco propensa alle idiozie commesse dal fratello più giovane, e forse ha già fatto proprie la disciplina e il rigore che servono per salire al trono. Non potrà però contare sul supporto di cui ha goduto la regina. William dovrà farsi carico della necessità di rendere la monarchia molto più discreta e contenuta, come lei non ha dovuto fare. Soprattutto in questi tempi difficili - che dureranno almeno un decennio - lo sfarzo della monarchia sarà sempre più sotto tiro. William, in ogni caso, è cresciuto in un´epoca in cui la deferenza è riservata ad altre celebrità, come Gorge Clooney o Madonna, all´ombra delle quali noi viviamo.
Oltretutto, laddove il matrimonio della regina, che come è notorio ha attraversato vari periodi difficili, era tutelato da ogni sguardo indiscreto, quello di William sarà, grazie ai media, sotto gli occhi di tutti. In qualità di erede della più sfarzosa delle monarchie occidentali, William erediterà anche il regno e il trono sui quali si è scritto in assoluto di più sui giornali e sui blog e si è parlato alla televisione e alla radio. Sarà per così dire ostaggio dei mutevoli umori dei media e le cronache riporteranno tutti i suoi stati d´animo.
Elisabetta ha contribuito a tenere unito il Commonwealth, diventando in buona parte il mezzo tramite il quale ha cessato di essere un impero. Carlo o William lo erediteranno, ma insieme ad esso erediteranno anche regioni che verosimilmente vorranno liquidare la monarchia britannica come autorità formale del loro Stato. La Scozia potrebbe diventare indipendente e desiderare un presidente, invece di un re. Una volta che si sarà ridotta di estensione - forse considerevolmente - la monarchia britannica apparirà meno splendida, e forse sarà oggetto di minori dimostrazioni d´affetto.
Occorrerebbe tributare degli onori a chi ha ricoperto un simile ruolo per mezzo secolo e continua a farlo, ma la Regina potrebbe rappresentare anche la fine di un certo modo di essere dei britannici. Che presto potrebbero desiderarne uno completamente nuovo.
traduzione di Anna Bissanti