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 2009  dicembre 16 Mercoledì calendario

Da quando Berlusconi è stato fe­rito, il presidente della Repubbli­ca ha sempre parlato. Senso ge­nerale delle dichiarazioni: le contrapposizioni non servono a nessuno, maggioranza e opposi­zione si mettano intorno a un ta­volo e varino riforme su cui sono tutti d’accordo

Da quando Berlusconi è stato fe­rito, il presidente della Repubbli­ca ha sempre parlato. Senso ge­nerale delle dichiarazioni: le contrapposizioni non servono a nessuno, maggioranza e opposi­zione si mettano intorno a un ta­volo e varino riforme su cui sono tutti d’accordo. L’episodio di Mi­lano – ha fatto capire il Presi­dente – è un effetto delle polemi­che violente alimentate dagli uni e dagli altri. Ieri Napolitano ha girato intorno agli stessi con­cetti, sostenendo che il Paese è molto più coeso della sua classe politica e dunque i politici si dia­no una regolata.

Questo gran dichiarare che co­sa significa?
Che il capo dello Stato non vor­rebbe si perdesse l’occasione of­ferta dal lancio disgraziato di Tartaglia. A un tratto coscienti che darsele di santa ragione a parole può diventare un darse­le di santa ragione per davve­ro, i partiti dovrebbero ammor­bidire i toni. Ma lo vogliono? Ieri Berlusconi ha fatto scrive­re sul sito del Pdl il messaggio che «l’amore vince sempre sul­l’invidia e sull’odio», concetto che risale a Virgilio e che pur­troppo è stato smentito qual­che milione di volte. stato smentito anche ieri: Cicchitto ha picchiato duro sull’opposi­zione e sui giornalisti del grup­po Repubblica-l’Espresso ; Bersa­ni, il più moderato di tutti, gli ha risposto: «Non vorrei che qui ci fossero incendiari trave­stiti da pompieri»; poi, quando Di Pietro ha preso la parola, tut­to il Pdl ha abbandonato l’aula.

Di che si stava discutendo?
Maroni era andato a riferire sul­l’episodio di domenica. Aveva detto: «Tartaglia si trovava in prossimità del luogo della ma­nifestazione già dalle 11 del 13 dicembre, proprio in prepara­zione del suo folle gesto: in par­ticolare, la premeditazione ri­sulta provata dalla circostanza che è stato trovato in possesso di una bomboletta spray al pe­peroncino e di altri oggetti con­tundenti ». Nello zaino c’erano: un crocifisso in legno, un porta­cenere da tavolo in quarzo e un’altra miniatura del Duomo. «Alle 18,35 – ha continuato il ministro – nell’area retrostan­te il palco, e prima di ripartire, il premier ha deciso di fermarsi per rispondere alle domande di alcuni giornalisti. proprio in questa occasione che, confu­sa tra la folla, una persona con un’azione improvvisa lanciava contro Berlusconi un oggetto in alabastro: una riproduzione del Duomo da lui comprata in precedenza in un chiosco della piazza». A dir la verità non era alabastro, ma un impasto di re­sina e gesso.

Come fanno a esser sicuri che non sia un gesto isolato?
La circostanza che qualcuno avrebbe passato il souvenir a Tartaglia e che quindi Tarta­glia sia il terminale di un’azio­ne collettiva è stato smentita sia da Maroni che da Letta e De Gennaro. Letta e De Gennaro, davanti al Comitato parlamen­tare per la sicurezza pubblica, hanno riferito che «è stato un gesto isolato e scollegato da qualunque soggetto o volontà politica». Alla Camera un pun­to particolarmente delicato ri­guarda le manifestazioni e la regolamentazione del web. Per le manifestazioni, il mini­stro ha genericamente fatto sa­pere che si vorrebbe estendere ai cortei la normativa in vigore negli stadi di calcio. Quanto al web, si prenderebbero provve­dimenti per impedire il prospe­rare di siti in cui si esaltano pra­tiche criminali. Casini ha parla­to contro.

Come farebbero?
Nonneho laminima ideaeMa­roni non ha fornito spiegazioni dicendo che si deciderà tutto domani in consiglio dei mini­stri. Anche se i cinesi e gli ira­niani ci provano in tutti i modi, di fatto la censura sul web risul­ta assai difficile. Io sono contra­rio. Casini ha osservato che ne­gli Stati Uniti un sacco di blog dicono cose terribili di Obama, ma a nessuno è mai venuto in mente di intervenire. C’è un al­tro punto per il quale un’inizia­tiva contro la Rete mi pare inop­portuna: si agirebbe per l’enne­sima volta a caldo, cioè spinti dall’emozione provocata da un fatto di cronaca. Non è un buon sistema per legiferare.

La pace che pareva tanto vici­na si sta già allontanando?
Ieri il governo ha annunciato la fiducia sulla Finanziaria, atti­randosi gli strali di Fini: decisio­ne deprecabile – ha detto Fini – perché è stata presa non per bloccare l’ostruzionismo del­l’opposizione ma «unicamente all’interno del rapporto tra la maggioranza e il governo». Cal­deroli gli ha risposto: il presi­dente pensi ad applicare i rego­lamenti e non si occupi di politi­ca, un lavoro che spetta all’ese­cutivo. Tremonti s’è detto per­fettamente d’accordo con lui. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/12/2009]