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 2009  dicembre 16 Mercoledì calendario

Il mistero degli immigrati under 18 - Oltre 6000 ragazzi non accompagnati censiti in Italia Ma il numero reale è più alto: forse il doppio - Afine settembre erano 6

Il mistero degli immigrati under 18 - Oltre 6000 ragazzi non accompagnati censiti in Italia Ma il numero reale è più alto: forse il doppio - Afine settembre erano 6.587. Quelli segna­lati, s’intende. Perché basta non vivere fuori dalla realtà che vediamo ogni gior­no – negli angoli delle piazze, nelle strade tra­sformate in «vetrine» di corpi in vendita – per capire che «rispetto al dato ufficiale, dire che so­no il doppio non è un azzardo». Ed è chiaro che a Valerio Neri, direttore generale di Save The Chi­ldren Italia, questa stima non va proprio giù. Perché dietro ciascuno di quei seimila «fanta­smi » ci sono storie simili a quelle dei ragazzini afghani che attraversano il confine tra Iran e Tur­chia a cavallo, caricati come pacchi, stretti fra ta­niche di benzina; e che dopo esser sopravvissuti fino a Patrasso, pagano 1.000/2.000 euro per sali­re su un traghetto pronto a solcare l’Adriatico. Confuso tra i loro pensieri di quindicenni spa­ventati, un indirizzo: Roma, piazzale Ostiense. Dove, se mai arriveranno, li aspetta la strada, con il suo strascico di malattie e violenze, vergo­gna e paura. Fantasmi, appunto: è soprattutto a loro che è dedicato il primo rapporto su «I minori stranieri in Italia», che Save The Children presenterà oggi a Roma, a due passi dalla Stazione Termini, nel suo Centro di accoglienza diurna CivicoZero. Un dossier che è una specie di «prima volta». Per­ché può sembrare strano ma in Italia non c’è un sistema globale di monitoraggio su ragazzi e ra­gazze migranti. I «censiti» coincidono con i «se­gnalati »; restano fuori, spesso, gli under 18 non accompagnati, o con genitori irregolari. Dati, perciò, da considerare «al ribasso», ma comun­que significativi. Anche limitandosi ai minori na­ti qui o arrivati con il ricongiungimento, la cur­va è netta: dai 412 mila 432 del 2004 agli 862 mi­la 453 del 2009. Il 22,3% degli stranieri residenti. «Ma questi – interviene Neri – sono gruppi che hanno una famiglia integrata o in via di inte­grazione; le fasce più a rischio sono quelle ’invi­sibili’. Il nostro Paese è in ritardo in generale su una gestione corretta e socialmente equilibrata del fenomeno migrazioni, ma è in ritardissimo su queste fasce più deboli». Quei 6.587 che di­ventano tredicimila. I «non accompagnati», che arrivano in Italia soli, aggrappati ai barconi tra adulti sconosciuti; che scappano dai centri d’ac­coglienza in cerca di un lavoro per sopravvivere e, chissà, mandare qualche soldo a casa. I 6.587 sono quelli intercettati alle frontiere, entrati in contatto con associazioni o servizi sociali, segna­lati al Comitato minori stranieri. Il 77% non ha un’identità, nessun documento. Si sa che vengo­no da 77 Paesi diversi, Marocco ed Egitto in te­sta, poi Albania, Afghanistan, Palestina; 9 su 10 sono maschi, oltre la metà ha 17 anni. Solo set­tanta si trovano nelle carceri minorili. Le vittime di tratta sembrano poche: 328 i casi individuati, tra 2003 e 2008. Un numero, scrive Save The Chil­dren, che è «solo la punta dell’iceberg». Il som­merso sono i «fantasmi» più difficili da vedere. Sabato scorso, guarda caso, era la Giornata mon­diale contro la tratta; «e il traffico di minori – sintetizza Vincenzo Spadafora, presidente Unicef Italia – viola proprio il diritto fondamentale dei bambini ad essere protetti». Una protezione che non è così scontata come dovrebbe essere. «In Italia – spiega Neri – manca la definizione dei due livelli di accoglienza: quella in frontiera, do­ve ci si aspetterebbe di trovare qualcuno che par­li la lingua del minore e lo informi dei suoi dirit­ti; e quella che gli consenta, poi, un percorso di integrazione e sviluppo della propria personali­tà ». Per questo, anche, i ragazzi fuggono. Per que­sto, a Roma, è nato CivicoZero: 534 «nuovi acces­si » da febbraio a ottobre, «in un centro – spiega la coordinatrice Laura Lagi – ’a bassa soglia’, senza filtri, dove possono trovare una doccia e una consulenza sanitaria, un posto dove mangia­re e riposare. C’è lo psicologo, l’assistenza legale. Ma l’importante è stabilire una dimensione di fi­ducia ». Per l’accoglienza di due minori a Civico- Zero bastano 180 euro: è uno dei regali di Natale della Lista dei Desideri ( www. savethechil­dren. it ). Per Neri «la strategia funziona, vorrem­mo replicarla. Nelle città di ingresso come Anco­na, in quelle di maggiore concentrazione: Mila­no, Torino. In Sicilia? Con i respingimenti gli arri­vi si sono contratti. Ma così nei campi libici c’è un numero crescente di ragazzi e ragazze sottopo­sti a violenze e privazioni. Il fatto che non arrivi­no in Italia è, per noi, solo causa di grande preoc­cupazione ».