Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Cicchitto e Alemanno propongono un B-Day, cioè una giornata di solidarietà a Berlusconi, per la metà di febbraio. Fuori dal San Raffaele c’è un grande cartello: «Presidente Berlusconi una pronta guarigione. Gli italiani veri sono con te sempre». Su Facebook sono apparsi anche gruppi che solidarizzano con il presidente del Consiglio (ma quello che ha apparentemente più iscritti – 380 mila – è un falso). In ospedale, ieri mattina, Berlusconi si è chiesto: «Ma perché mi odiano tanto?».
• La tensione politica è sempre calda?
L’odio è un sentimento che tiene compagnia. Ma nel caso della politica può anche risultare conveniente. Prendiamo Di Pietro: può crescere nei voti solo in un clima di contrapposizione esasperata. Ieri poco prima delle 9: «Non intendo associarmi agli ipocriti che vogliono usare questo gesto di violenza folle come una spugna su quanto ha fatto e sta facendo questo governo ». Alle 13.06: «Non sono un ipocrita e non vado a trovare Berlusconi». Eccetera. Il partito di Di Pietro, secondo la bella analisi che ne ha fatto in un suo saggio l’onorevole Pisicchio, sarebbe nei suoi simpatizzanti una forza moderata, vicina per inclinazioni e stili di vita a quelli dell’Udc, solo con una minore assiduità alla messa. Se Di Pietro non gridasse, Casini lo surclasserebbe. Perciò grida, e gridando soddisfa anche una sua vecchia simpatia per le manette. Gridando, oltre tutto, può sperare di raccogliere voti in quell’area che sta all’estrema sinistra e che non riesce a rassemblarsi. Si tratta di una percentuale del 10-15%, su cui vorrebbe mettere le mani anche Bersani e in questo senso l’uscita in stile dipietresco di Rosy Bindi non sembra lungimirante. Se il presidente del Pd dà ragione a Di Pietro, perché bisognerà votare Partito democratico al prossimo giro? L’originale è sempre meglio della copia e infatti ieri Bersani non ha esitato a far visita a Berlusconi in ospedale.
• Non è un ragionamento che fa anche Berlusconi? Voglio dire: la sua fortuna cresce all’insegna della contrapposizione ai cosiddetti comunisti.
E’ vero. Anzi la tentazione di Berlusconi di presentarsi come l’uomo «solo contro tutti», dove il “tutti” sta per la cosiddetta vecchia politica, per quelli che non hanno mai fatto l’esperienza vera di lavorare, per chi non ha vinto la coppa dei campioni, per chi va a disturbare le manifestazioni altrui (un grido, questo, che s’è sentito anche nella piazza di domenica pomeriggio) è presente fin dal primo giorno ed è innegabile che Berlusconi ci abbia costruito sopra la sua fortuna. Napolitano ieri ha ammonito i partiti di non star lì a fare i bambini chiedendosi «chi ha cominciato». E ha ragione. Fino al 1993, inizio della stagione di Mani pulite, i partiti e i sindacati, al di là delle contrapposizioni di facciata, sotto sotto si mettevano d’accordo e si spartivano pezzi di potere. Berlusconi, con la discesa in campo, ha disintegrato quel sistema. Il sistema da diciott’anni tenta di fargliela pagare, giudici in testa. Azioni e reazioni infinite che ci hanno portato a questo punto.
• Un mediatore?
Bisognerebbe che le parti lo accettassero. Di fatto non c’è. Su Napolitano pesa l’anatema dello stesso Berlusconi, che lo considera uno dei tre presidenti votati dalla sinistra in combutta con quei comunisti della Corte costituzionale. Nonostante le manifestazioni di solidarietà dopo la mattonata delle 18.20, l’aria è che siamo ancora lontani da una qualche pacificazione. Anche la manifestazione di febbraio, sacrosanta da un certo punto di vista, alimenterà tensioni e muri contro muri.
• Berlusconi prenderà più voti grazie a Tartaglia?
L’ho chiesto a Nicola Piepoli, che ha fatto i necessari carotaggi, ma non ha ancora le risposte. Secondo lui no, i voti resteranno quelli di prima perché gli orientamenti per Regionali e Politiche obbediscono a criteri soprattutto territoriali. Dovrebbe aumentare un minimo l’indice di fiducia per il governo.
• I giudici? Il processo breve?
La legge sul processo breve andrà avanti in Parlamento e Berlusconi ha esortato i ministri a lavorare ancora più di prima. Anedda, componente laico del Csm per conto del Pdl, ha dichiarato che al clima di odio hanno contribuito anche certi magistrati. I magistrati hanno respinto con sdegno e anzi il presidente di Anm, Luca Palamara, ha detto: «Al presidente Berlusconi va tutta la mia solidarietà ». Se solo uno potesse crederci… [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/12/2009]
(leggi)