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 2009  dicembre 15 Martedì calendario

Tagli e meno assenteismo. Funziona la «cura» Ichino - I primi risultati del piano alla Regione Lazio - Risalire la china si può, anche nella pubblica amministrazio­ne

Tagli e meno assenteismo. Funziona la «cura» Ichino - I primi risultati del piano alla Regione Lazio - Risalire la china si può, anche nella pubblica amministrazio­ne. quello che sta facendo la Regio­ne Lazio. Non parliamo del caso Mar­razzo, per riprendersi dal quale ci metterà ancora del tempo. Ma del mi­glioramento della macchina ammini­strativa. Si partiva da una situazione disastrosa, tanto che nel 2007 lo stes­so presidente della Regione guidata dal Pd, si rivolse a Pietro Ichino, giu­slavorista, allora non ancora entrato in Parlamento (sempre col Pd), che con i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano mise a punto un pia­no. Ora è giunto il momento di un primo bilancio. Che la Regione ha af­fidato all’Università di Roma Tre. Il rapporto viene presentato oggi. «Il complesso dei risultati raggiun­ti – dice Luisa Torchia, coordinatri­ce della ricerca – può esser valutato positivamente, se pure con gradi di­versi di sviluppo, relativamente alle quattro aree considerate: il persona­le, la trasparenza, la re-ingegnerizza­zione dei processi e i controlli inter­ni ». Anche Ichino concorda: «Si sono fatti grossi passi in avanti. un ini­zio, ma il compito è stato preso sul serio, con metodo ed energia». Fino a qualche anno fa la Regione Lazio poteva ben meritarsi il titolo di carrozzone. Deteneva infatti una se­rie di record negativi, a partire dal­l’assenteismo. Nel 2006 ogni dipen­dente della Regione collezionava in media, tra malattia (21,2 giorni), as­senze per altre cause e ferie un paio di mesi all’anno di assenza. I dipen­denti poi erano in numero assoluta­mente esagerato: 4.130 nel 2005, più di quelli della Lombardia che però ha 4 milioni in più di abitanti. Per non parlare dei dirigenti che erano 442, circa il 10% contro una media delle altre Regioni del 6,7%. Nel 2008, cioè nel primo anno di applicazione del Piano dell’Universi­tà di Milano, l’assenteismo per malat­tia si è ridotto del 40%, scendendo a una media di 12,8 giorni all’anno e quello generale (al netto delle ferie) del 10%, arrivando a 29,4 giorni, un risultato tuttavia insufficiente, se pa­ragonato all’obiettivo del piano che era di 20,7 giorni di assenza. I pro­gressi sono comunque stati raggiun­ti grazie a un sistema di controlli più efficace e anche, non va trascurato, all’’effetto Brunetta’. Passi in avanti, ma senza centrare il bersaglio, anche sulla riduzione del personale. Che è diminuito del 15%, toccando nel 2009 le 3.133 uni­tà. Meno anche i dirigenti, ridotti del 36%. Oggi sono 283. L’obiettivo per il 2010 è di portarli a 190, che sarebbe­ro tuttavia più dei 146 dirigenti indi­cati dal piano Ichino. poi evidente che tagliare il personale e ottenere una maggiore presenza in ufficio non migliora di per sé i servizi resi. E qui interviene la seconda parte del piano: l’operazione trasparenza, gli investimenti nelle nuove tecnolo­gie, il sistema di valutazione del per­sonale. «Un cambiamento di rottu­ra », dice il vicepresidente della Regio­ne, Esterino Montino. Che parlando di questa svolta ci tiene a sottolinea­re come su alcune cose l’amministra­zione abbia perfino anticipato il mini­stro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta: «Nel luglio del 2008, con la messa on line dei dati sulla dirigenza, come nessuna ammi­nistrazione italiana aveva fatto pri­ma, abbiamo anticipato di fatto le successive iniziative del ministro: curricula, retribuzioni, obiettivi stra­tegici, valutazioni, assenze». Magri invece i risultati sulla digita­lizzazione delle procedure e sul siste­ma dei controlli. Solo il 2% dei fasci­coli personali dei dipendenti (conten­gono tutta la documentazione relati­va al singolo lavoratore) è stato digi­talizzato, mentre il restante 98% è an­cora su carta. Colpa, dice il rapporto, sia della «permanenza di ’sacche’ di digital divide tra i dipendenti regio­nali, soprattutto considerando la lo­ro età media (circa 50 anni)», sia del­la difficoltà di trasferire sul mezzo in­formatico documenti che si presenta­no «fortemente usurati (strappi, sco­loriture, parti mancanti), soprattutto per via dello loro vetustà». Allo sta­dio iniziale, infine, il protocollo infor­matico per velocizzare le pratiche (circa 100 mila all’anno). Molto importanti, per quella svol­ta di cui parla Montino, sono le misu­re messe in campo per la valutazione dei dirigenti. stato istituito un Nu­cleo di valutazione (prima erano gli stessi dirigenti ad autovalutarsi) ma, osservano i ricercatori, «anche in pre­senza di risultati negativi, i dati mo­strano l’ottenimento di punteggi molto alti e conseguentemente di mi­sure premiali, quali l’attribuzione di bonus calcolati come percentuale sul­la retribuzione annua lorda». Ancora una volta, il nuovo fa fatica a farsi lar­go tra usi e costumi burocratici con­solidati.