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 2009  dicembre 15 Martedì calendario

IL FLOP DEL «CIUCCIO DI WALL STREET»

Dopo il tracollo delle banche di investimento, dopo Bernie Madoff, adesso arriva "Chooch". Che in inglese si pronuncia "Ciuuc", e nella terminologia italoamericana significa appunto "ciuccio". Nel senso di somaro. Come se a Wall Street si sentisse il bisogno di altre vicende sgradevoli. E soprattutto improbabili. Anche da questo caso si potrebbe trarre un film. Gli ingredienti ci sarebbero tutti: una posta di miliardi di dollari, un publico ufficiale accusato di corruzione e una schiera di corruttori. Se non fosse che "Chooch" è già un film. E che gli ingredienti citati non sono nella sua sceneggiatura, bensì nella storia del suo finanziamento.
La posta è il fondo pensione dello Stato di New York, il cui valore è di circa 110 miliardi di dollari. Il pubblico ufficiale accusato di corruzione è David Loglisci, fratello del produttore esecutivo di "Chooch" Steven e direttore finanziario del fondo pensione. I corruttori sono un gruppo di finanzieri e gestori che avrebbero investito in "Chooch" per fare un favore a Loglisci.
Da un’inchiesta della Sec e del ministro della giustizia di New York Andrew Cuomo è infatti emerso che, a parte la famiglia Loglisci, a finanziare il film sono state solo persone e società legate a controparti finanziarie del fondo pensione il cui scopo sarebbe stato di ricevere da Loglisci la gestione dei capitali statali. Teorema accusatorio confermato giovedì scorso da Elliott Broidy, presidente di Markstone Capital Partners, che ha confessato di aver investito 300mila dollari in "Chooch" in cambio di 250 milioni in gestione.
Tra i comprimari ci sono anche nomi di spicco. Come quello del Carlyle Group, una delle più importanti firme del private equity, o di Steven Rattner, l’ex general partner di Lazard che il presidente Obama aveva scelto per la task force sul futuro dell’industria automobilistica. Entrambi legati a società che hanno avuto denaro statale in gestione dopo che loro funzionari avevano finanziato "Chooch". Tutto nasce da un’idea di Steven Loglisci: un film comico sulla comunità italoamericana di Queens in cui è cresciuto con il fratello David. La storia ruota attorno a un giovane rozzo e buono a nulla di nome Dino, al quale viene affibbiato l’epiteto di "ciuccio" per aver giocato male una partita di baseball della squadra di quartiere. Per sollevare il morale a Dino, suo cugino decide di portarlo in Mexico in una vacanza che si rivelerà un disastro per la coppia di italoamericani.
Uscito nel 2004 in due sale newyorkesi, il film ha generato un incasso da record negativo: 31mila.
In buona sostanza, centinaia di milioni di dollari di fondi statali sarebbero stati concessi in gestione in cambio di centinaia di migliaia di dollari investiti in un film che non ha prodotto neppure un dollaro di profitto. Uno scenario corruttivo senza dubbio originale. Da veri ciucci.