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 2009  dicembre 15 Martedì calendario

NADIA COMANECI IL MITO SI FA GIOCO PER FAR SOPRAVVIVERE LA GINNASTICA ROMENA

Trenta centimetri, faccino delizioso, caschetto di capelli neri, tutina bianca con sul colletto i colori - giallo, rosso e blu - della Romania. "Papusa Nadia" è un bambola che ha le fattezze della Comaneci, «The perfect Ten», il 10 perfetto - ne collezionò ben 7 ai giochi olimpici di Montreal nel `76 - della ginnastica artistica di tutti i tempi. O "Poker face" come la ribattezzò "Sport Illustred" per quella incredibile capacità di dominare le emozioni che solo i fuoriclasse hanno. Una bambola, dunque, costruita in Italia e rifinita in Romania, per ricordare un mito dello sport, ma non solo. La Comaneci, che oggi ha 48 anni splendidamente portati, si è prestata a dare il suo nome a «Papusa Nadia» per amore della disciplina che l´ha resa celebre. Il ricavato della vendita di questo giocattolo, il cui costo s´aggira sui 20 euro, servirà infatti a finanziare l´allenamento e la formazione di 12 piccoli, promettenti ginnasti, di età compresa tra i sette e i dieci anni. Un progetto, uno dei tanti della Fondazione che porta per l´appunto il nome della Comaneci che continua, nonostante viva più in America che qui, ad essere un personaggio di grande richiamo nel paese che le ha dato i natali. Prova ne sia che nel giorno nel quale i romeni devono scegliere chi tra Basescu e Geoana sarà il loro presidente per i prossimi cinque, difficili anni, nel Baneasa shopping center, il più grande centro commerciale di Bucarest, c´è una folla che non t´aspetti. Tutti lì a festeggiare la leggenda dello sport romeno. Una foto, un autofrafo. C´è perfino Ion Tiriac, il baffuto compagno di doppio del grande Ilie Nastase, il banchiere, uno degli uomini più ricchi del paese, serio, taciturno e poco incline alla mondanità. Ma Nadia è una per la quale si può fare uno strappo.
Sul palco dello spettacolino, allestito a beneficio dei tanti bambini presenti, con musica e mini ginnaste che volteggiano, c´è anche Cristian Topescu, il telecronista di Montreal ”76. E´ lui che introduce Nadia con la stessa voce rotta dall´emozione di quando raccontò le imprese di quel fenomeno. Ed eccola la Comaneci, bella, elegante, vestito grigio, un filo di trucco. «Dopo 33 anni - dice - mi sono decisa a dare il mio nome a una bambola che può rappresentare il regalo perfetto se si vuole aiutare il mio grande amore, la ginnastica».
Le bambole a dire il vero le sono sempre piaciute. Da bambina arrivò ad averne oltre 200. Molte bambole ma poca famiglia. Suo padre Gheorghe che faceva il meccanico ben presto se la squagliò con un´altra donna. E non è che sua madre, Stefania Alexandrina, fosse poi così dedita ai figli. Ma tutto questo ormai appartiene a un passato lontano. Un passato dalle molte vite, alcune misteriose. Certo è che poco prima della caduta del Muro di Berlino, la Comaneci spunta oltre il confine ungherese in compagnia di altri cinque disperati in fuga da una Romania allo sbando e forse da Nicu - il figlio brutale del dittatore Nicolae Ceausescu - suo amante all´inizio degli anni Ottanta. Soldi, gioielli, ville, auto di lusso, ma anche minacce, stupri e controlli così asfissianti da toglierle il respiro. Un incubo, insomma. Dopo Nicu altri uomini sbagliati, altri errori, altre violenze fino al matrimonio nel ”96 col ginnasta americano Bart Conner, che le ha dato un figlio. L´ennesima nuova vita di Nadia, quella che le ha fatto ritrovare il sorriso.