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 2009  dicembre 15 Martedì calendario

IL «DETTO» DIVENTA COGNOME

Due famiglie con 143 derivazioni, monopoliste dell’anagrafe di un’intera città-isola, caso più unico che raro nella pur variegata storia d’Italia. Così, per semplificare l’esistenza di 51mila "ciosotti" – come amano definirsi gli abitanti di Chioggia (Ve) - è servito addirittura un decreto del ministero dell’Interno (per la cronaca: 4 novembre 2009, pubblicato sulla G. U. 289 di sabato). Destinatario, l’ufficiale dell’anagrafe della "Piccola Venezia" che d’ora in poi, salvo volontà contraria dell’interessato, dovrà considerare il "detto" aggiunto ai Boscolo o ai Tiozzo (visto che di loro si tratta) come un vero e proprio cognome integrante del primo.
Il "detto" infatti, pur essendo assolutamente necessario per distinguere uno dei 107 rami familiari dei Boscolo (o dei 36 dei Tiozzo) entrava nelle carte d’identità e nelle patenti di guida secondo umore e istinto dell’impiegato allo sportello: virgola "detto", oppure niente virgola ma solo le virgolette, o ancora l’aggiunta al nome proprio per identificare un Boscolo "Buleghin", o "Capon", "Contadin", "Lisetto", "Pelo", "Rizzo", "Stornelon", e distinguere un Tiozzo "Bon" dal "Gobetto" o dal cugino "Semolante", tanto per fare minimi esempi. Ma appunto l’usanza di trattare sui documenti il "detto" secondo l’ispirazione del momento, nei secoli ha creato qualche problema, soprattutto da quando l’agenzia delle Entrate ha chiesto l’allineamento dei dati a quelli trattati dai suoi uffici. E così dal 10 febbraio 2010 in poi il Boscolo detto "Bomba" sarà per legge a tutti gli effetti il Boscolo Bomba, esattamente come il Tiozzo "Caenazzo Anzolin" triplicherà il cognome in Tiozzo Caenazzo Anzolin. Tutto nel nome della semplificazione normativa, e sempreché il Boscolo "Gioachina Meneguolo" preferisca evitare una trasmissione familiare così impegnativa a figli e nipoti, optando per il patronimico semplificato (ma dovrà dichiararlo per iscritto all’ufficiale di stato civile entro il 10 febbraio 2011).
E sempre in materia di stato civile, il ministero dell’Interno ha approvato la carta d’identità bilingue (italiano-ladino) per il Comprensorio Ladino di Fassa (decreto 4 novembre, G.U.
289). Il provvedimento, nulla più che l’esecuzione delle Norme di attuazione dello Statuto speciale del Trentino/Alto Adige, riguarda sette comuni. In cui, in lingua locale e scanso equivoci, i residenti potranno dichiarare fieri la Zitadinanza, il Stat zivil, Profescion e Giavei (capelli), accanto ovviamente al "nom de familia".