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 2009  dicembre 15 Martedì calendario

L’AFFARE ECOINCENTIVI: FIAT INCASSA 580 MILIONI


Torino - Ammonterebbe a 850 milioni di euro l’ammontare degli ecoincentivi incassati dal gruppo Fiat nel 2009. Una buona parte degli aiuti assicurati alle case automobilistiche dallo Stato per rilanciare il settore dell’auto, il Lingotto la deve alla propria gamma ecologica. A due settimane dalle fine dell’anno è dunque tempo di bilanci. Questa mattina, a Milano, toccherà come da tradizione all’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere in Italia, fare il punto. L’analisi, al termine di un anno difficile, sarà incentrata sul determinante contributo degli ecoincentivi alle immatricolazioni in Europa. Una «droga», quella dei bonus, che ha consentito ai costruttori (in Italia a parte di essi, vista l’esclusione dei modelli «premium») di evitare che le vendite, a causa della crisi economica, scendessero sotto il livello di guardia. Per la Fiat, considerando il mercato italiano, i bonus dello Stato hanno avuto un importante peso soprattutto nella vendita di vetture a metano, categoria che beneficiava di un contributo fino a 3.500 euro in base al livello di emissioni di CO2. Sommando questi contributi a quelli per la vendita di vetture con alimentazione a Gpl e con motorizzazioni tradizionali (benzina e Diesel), l’«eco-sostegno» dello Stato al Lingotto ammonterebbe alla fine dell’anno a oltre 750 milioni di euro.

Importanti, per il gruppo guidato da Sergio Marchionne, sono state soprattutto le vendite di veicoli bi-fuel a metano, 105.179 tra gennaio e novembre. Di questi, almeno 100mila hanno beneficiato del massimo contributo grazie al ridotto livello di emissioni: quindi oltre 350 milioni di euro. Il Gpl, dove il bonus è inferiore (1.500-2mila euro) ha contato per il gruppo di Torino, sempre tra gennaio e novembre, 98.449 unità vendute. E in questo caso la stragrande maggioranza delle auto consegnate ha goduto dell’aiuto massimo: quindi, bonus per oltre 190 milioni. Se, poi, sommiamo a quelle funzionanti a metano o a Gpl, le 145-150mila auto a benzina o diesel, rientranti nei parametri ecologici che danno diritto agli incentivi (1.500 euro di premio in cambio della rottamazione della vecchia vettura), ecco affluire da Roma tra 217 e 225 milioni. Il totale, tra bi-fuel benzina-metano, benzina-Gpl, benzina e diesel fa, dunque, più di 750 milioni. L’ecoincentivo per le auto «verdi» del Lingotto, però, sale fino a 850 milioni se si prendono in considerazione le vetture a metano o Gpl acquistate a fronte di un veicolo rottamato. In questo caso al bonus di 3.500 si deve sommare quello da 1.500 euro, una sorta di super premio, garantiti dalla demolizione dell’auto inquinante. E se, come accade nelle auto ad alimentazione tradizionale, una su tre beneficia del bonus rottamazione, lo stesso potrebbe valere per i veicoli ecologici di Torino: uno su tre si sarebbe assicurato il super premio di 1.500 euro: circa 70mila unità, ovvero altri 100 milioni rispetto al precedente conteggio. Totale: circa 850 milioni di euro. Ecco, in pratica, quanto ha valso il piano ecoincentivi varato dal governo italiano nel 2009 per il gruppo Fiat.

Secondo i calcoli di Pier Luigi del Viscovo, direttore del centro studi Fleet&Mobility, al prossimo 31 dicembre lo Stato avrà erogato complessivamente per le auto a basso impatto ambientale oltre 1 miliardo di euro. In questo contesto, aggiungiamo noi, si nota come la quota assorbita dall’offerta torinese sia rilevante, cioè superiore al 51%. E sempre il centro studi Fleet&Mobility valuta in circa 2 miliardi di euro l’ammontare generale degli incentivi erogati quest’anno dallo Stato. Dato sul quale, però, l’Unrae è più prudente.
La stima dell’associazione delle case estere è inferiore: tra 1,5 e 1,6 miliardi. Più automobili immatricolate corrispondono a un maggiore gettito di Iva per l’Erario. Per Del Viscovo a fronte di 2,15 milioni di unità che saranno vendute quest’anno (dato condiviso dall’Unrae), oltre 430mila unità (per lo più appartenenti a segmenti bassi, per un fatturato di circa 6,4 miliardi) rappresenteranno la quota incentivata. L’introito in Iva aggiuntivo per le casse statali sarebbe così, per il centro studi romano, di 1,065 miliardi.