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 2009  dicembre 15 Martedì calendario

«LA BANCA CENTRALE SAPEVA TUTTO SU DELTA»

il 6 ottobre quando Stefano Caringi, responsabile della vigilanza della Banca centrale di San Marino, viene interrogato dai pm forlivesiFabio Di Vizio e Marco Forte sul caso Delta.
In quell’occasione racconta molte cose. Una tra tutte: la Banca centrale sammarinese era a conoscenza del controllo di fatto abusivamente esercitato dalla Cassa di Risparmio di San Marino sul Gruppo Delta, anche se ufficialmente lo negava o comunque non lo riconosceva.
I ricordi di Caringi, ex funzionario in pensione della Banca d’Italia e ora accusato da molti politici di San Marino di essere una colonna dell’inchiesta forlivese, sono chiari. «Non potevamo dire che c’era il controllo- dichiara ai magistrati - perché se avessimo rilevato il controllo, soprattutto con riferimento al fatto che Banca d’Italia aveva escluso che ci potesse essere un controllo, ci avrebbe messo in un imbarazzo istituzionale terrificante, tra l’altro».
Un imbarazzo terrificante dovuto anche al fatto che i vertici della Cassa di Risparmio- producendo delibere del cda e della stessa assemblea - sostenevano che la situazione sarebbe stata illegale anche per il diritto sammarinese. Caringi è talmente sicuro del fatto suo che interrompe i pm che lo interrogano e dichiara: «Lo dico io, se mi permette. Vada in assemblea, dichiari che c’è un controllo.... Io, se fossi un magistrato, lo prenderei e lo manderei a Banca d’Italia».
Un anello in più, dunque, nella complessa catena dell’inchiesta Varano condotta dalla Procura di Forlì, che sta indagando su ipotesi di riciclaggio, abusivismo bancario e finanziario, evasione fiscale, appropriazione indebita e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. La rogatoria della Procura, ricevuta e ammessa da San Marino, è stata di fatto vanificata dalla decisione della "Consulta" sammarinese di impedire gli interrogatori dei teste e degli indagati. La via da seguire sarebbe quella del sequestro degli atti, di fatto impossibile per la Procura perché ancor prima dei pm, a saperlo e a potersi costruire una difesa, sarebbero gli stessi indagati (si veda il Sole-24 Ore del 13 dicembre).
In una nota spedita alla Procura nazionale antimafia il 27 ottobre, i due pm forlivesi annotano anche che nel corso dell’interrogatorio Caringi ha affermato anche che l’attività sistematica di vigilanza della Banca Centrale di San Marino sullebanche e finanziarie sammarinesi esiste solo dal 2006. Dopo tale data, «essa si è sempre svolta (tranne che in un caso) sulla base di impulsi emergenziali, provenienti da inchieste della magistratura estera ». Domani intanto, a Roma, i lavoratori del Gruppo Delta si riuniranno in assemblea davanti alla sede della Banca d’Italia per sensibilizzare le autorità italiane e sammarinesi sul destino dei dipendenti, che potrebbero pagare per primi lo scotto dei reati eventualmente commessi.