Michele Serra, la Repubblica, 16/12/09, 16 dicembre 2009
Nell´affannosa ricerca di uno straccio di "valore condiviso" da sventolare sulle macerie della convivenza democratica, si segnala la campagna della Stampa perché non passi inosservato il bicentenario della nascita del conte di Cavour (2010), per la quale non è prevista alcuna celebrazione degna di questo nome
Nell´affannosa ricerca di uno straccio di "valore condiviso" da sventolare sulle macerie della convivenza democratica, si segnala la campagna della Stampa perché non passi inosservato il bicentenario della nascita del conte di Cavour (2010), per la quale non è prevista alcuna celebrazione degna di questo nome. Cavour, mente dell´unità nazionale (il braccio fu quell´impavido brigante di Garibaldi) fu un uomo di destra, e questo dovrebbe aiutare. Ostano, mi rendo conto, la sua decisa appartenenza alle "élite di merda" (copyright Roberto Brunetta), nonché quel forte tasso di laicità sabauda che portò l´Italia nascente fino alla breccia di Porta Pia, gesto antipapista che turberebbe Formigoni e la Cei. C´è poi il problema della Lega, che del Piemonte conosce le sorgenti del Po ma non quelle della Nazione, e piuttosto che celebrare l´unità d´Italia (con tutti quei tricolori, poi) si impicca. E poi Cavour era un latifondista, tirchio con i contadini, e perché mai Cobas e centri sociali dovrebbero onorarlo? Fortunatamente, causa la sua prematura esistenza, non era juventino o granata: ma basterà, questo accidentale elemento bipartisan, a garantirgli almeno una prece, un convegno, una cerimonietta? Se non va bene Cavour, ci resta solo Mina. Ma abita in Svizzera.