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 2009  dicembre 16 Mercoledì calendario

Consulente (di governo) e grande evasore - Non ha dichiarato 40 milioni. Denunciato alla presidenza del Consiglio - Il consulente giuri­dico della presidenza del Consi­glio, noto avvocato ed ex magi­strato con un curriculum inat­taccabile («quattro lauree più due specializzazioni») e una strabiliante pletora di incarichi in enti pubblici e società di ser­vizi, evadeva il fisco per milioni di euro

Consulente (di governo) e grande evasore - Non ha dichiarato 40 milioni. Denunciato alla presidenza del Consiglio - Il consulente giuri­dico della presidenza del Consi­glio, noto avvocato ed ex magi­strato con un curriculum inat­taccabile («quattro lauree più due specializzazioni») e una strabiliante pletora di incarichi in enti pubblici e società di ser­vizi, evadeva il fisco per milioni di euro. Con uno stratagemma da dilettanti: le sue fatture era­no emesse con una partita Iva taroccata, formalmente aperta per l’esercizio di un bar. « in­credibile, aveva lavorato con tutti, da Dini a Berlusconi. Un personaggio di un tale spessore culturale e professionale... », si lascia sfuggire adesso un inve­stigatore delle Fiamme gialle. Già, un esperto molto stima­to. Stando alla montagna di car­te sequestrate, però, non ci so­no dubbi: l’avvocato Giovanni Pascone, 47 anni, superconsu­lente dei governi (l’attuale e i precedenti) con un passato da magistrato della Corte dei conti e consigliere del Tar, è accusato di non aver dichiarato al fisco compensi per 40 milioni di eu­ro «nell’arco dei circa due anni sottoposti a verifica», per un to­tale di Iva sottratta all’erario di oltre 16 milioni.  stato il Nucleo di polizia tri­butaria della Guardia di finanza di Roma a venire a capo di que­sta indagine-monstre durata un anno: prima sono state tra­sferite dall’ufficio dell’avvocato Pascone alla caserma di via del­l’Olmata, nel centro di Roma, «carriole e carriole di documen­ti ». Poi, attraverso l’anagrafe tri­butaria, è iniziato l’accertamen­to vero e proprio, che si è allar­gato via via «fino a ottanta inca­richi retribuiti sull’intero terri­torio nazionale». Infine, riscon­trato grazie alle banche dati e al monitoraggio delle transazioni bancarie che nessuno dei paga­menti ricevuti per consulenze era stato dichiarato al fisco, è scattata la denuncia penale per evasione. Il fascicolo è stato quindi trasmesso all’Agenzia delle entrate per il recupero del­le imposte non versate. I com­pensi non potevano essere in nero, visti i rapporti con sogget­ti pubblici: «L’avvocato emette­va fatture all’apparenza regola­ri, con una partita Iva relativa a un bar impossibile da ricono­scere. Il problema è che non le conservava o non le dichiarava, omettendo anche di istituire li­bri e registri contabili». L’accertamento non è stato frutto del caso: l’impulso, forse in seguito a qualche «soffiata» per invidie o rivalse personali, è infatti partito direttamente dalla presidenza del Consiglio. Il superconsulente, «nonostan­te il suo status di dipendente pubblico», esercitava «parallela­mente » la professione di avvo­cato senza chiedere le preventi­ve autorizzazioni. La zona di maggiore «influenza» – incari­chi istituzionali a parte – è il Lazio a sud di Roma, dove l’av­vocato Pascone è stato in passa­to direttore generale di un co­mune (Pomezia), presidente di almeno due società di servizi (Aser e Acqualatina), consulen­te del sindaco di Latina per le grandi opere. Senza disdegnare «sconfinamenti» nel Sud Italia, come quello per diventare diret­tore dell’acquedotto pugliese. Un’attività frenetica, da non dormirci la notte. In un’intervi­sta rilasciata tempo fa al perio­dico online Il Pontino era stato lui stesso, l’avvocato uno e tri­no, a dichiarare: «Ho fatto tan­tissime cose: ho lavorato per la Banca d’Italia, come capouffi­cio legislativo ai Lavori pubbli­ci per diversi governi, come consigliere giuridico per tutti i governi, sia con D’Alema che con Amato, che con Dini, Berlu­sconi e Ciampi... ». Destra o sinistra? «No, no, ho lavorato con tutte le forze politiche. Sono stato in quota Ds nella società Bagnoli Futu­ra... ». Un superconsulente «tra­sversale », insomma: «A me in­teressa esserci – concludeva nell’intervista online – non è che si fa tutto solo per i soldi».