
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Otto funzionari dell’ambasciata inglese a Teheran sono stati arrestati con l’accusa di aver avuto «un ruolo attivo e importante» nei disordini di questi giorni.
• Sono inglesi?
No, sono iraniani. Otto funzionari iraniani dell’ambasciata del Regno Unito. Se fossero otto inglesi, ci troveremmo in una situazione simile a quella del 1978, quando l’ambasciata americana venne occupata dagli studenti e Khomeini salì al potere. Ma anche così il gesto è gravissimo e infatti da Corfù, dove sono riuniti per il vertice Ocse i ministri degli Esteri europei, David Milliband, capo del Foreign Office, ha qualificato gli arresti come «minacce e intimidazioni» e ha invitato le autorità iraniane al «rilascio immediato dei funzionari » (alcuni di loro, non si sa quanti, secondo quando scrive «Voice of America» sul proprio sito web, sarebbero stati rilasciati già nella notte). C’è agitazione anche nelle altre cancellerie: nei giorni scorsi il leader supremo Khamenei e il presidente Ahmadinejad avevano indicato in Inghilterra, Francia, Germania e Stati Uniti i burattinai – secondo la loro espressione – delle rivolte iraniane. Il nostro ministro degli Esteri Frattini ha detto che a questo punto bisognerebbe che l’Europa prendesse una posizione comune sulla questione. Fatto non semplice, bisogna dire. L’Iran è un partner commerciale molto importante di parecchi Paesi europei (a cominciare dal nostro) e a tirar troppo la corda – è il retropensiero dei politici – si possono rischiare rappresaglie dolorose, specialmente in questo momento di crisi.
• E’ il caso di fare questi ragionamenti? Lì è in corso un massacro.
Ieri la Federazione Internazionale dei diritti umani ha dichiarato che le persone arrestate in Iran dopo il 12 giugno sono duemila. Gli scomparsi sarebbero centinaia. Ieri ci sono state altre dimostrazioni e incidenti. Era stata autorizzata una manifestazione in memoria dell’ayatollah Mohammed Behesti, ucciso da una bomba ad Amburgo nel 1981. I seguaci di Mousavi e del movimento cosiddetto riformatore ne hanno approfittato per riunirsi e gridare slogan contro la polizia. A quel punto la manifestazione è stata considerata illegale e sono cominciate le cariche e il lancio di lacrimogeni, seguiti da almeno trenta arresti. I blogger dicono che tra i manifestanti c’era la figlia di Rafsanjani, che era già stata arrestata qualche giorno fa. Gli scontri sono avvenuti nelle strade intorno alla moschea di Ghoba. Le persone coinvolte dovrebbero essere tremila.
• Ma allora gli oppositori non sono ancora sconfitti?
Oggi dovrebbe essere in programma una catena umana da piazza Tajrish a piazza Rah Ahan attraverso la via Vali Asr. Se i giovani ci riusciranno, si formerà un lungo cordone umano che attraverserà Teheran da nord a sud. Altre forme di opposizione: scrivere slogan sulle banconote, soprattutto il motto di questa rivoluzione «Dov’è il mio voto?». Ma è assai poco probabile che il regime lasci correre e non è difficile prevedere qualche incidente grave anche oggi. Ieri Khamenei ha lanciato un appello: «Chi non accetterà le vie legali per la protesta dovrà affrontare conseguenze più amare». Ha poi definito «idioti» i commenti dei leader occidentali sulle elezioni.
• Se non ho capito male, questo Khamenei è la vera anima nera del regime. lui che ha voluto far vincere Ahmadinejad con l’imbroglio. Ma quando finirà di essere la Guida suprema e di dar ordini a questo e a quello?
La Guida suprema è eletta a vita. L’organismo che la elegge è il Consiglio degli esperti, presieduto da Rafsanjani, uno dei nemici di Khamenei e di Ahmadinejad. Rafsanjani sta tentando di mettere insieme una maggioranza di esperti che destituisca Khamenei con la motivazione – ammessa – «che non mostra saggezza». Pare che fino a questo momento abbia tirato dalla sua 40 capi religiosi su 86. L’arresto degli iraniani e il nervosismo evidente dei capi è dovuto al fatto che lo scontro all’interno dei gruppi di potere è fortissimo e molto equilibrato. Come ho già detto molte volte, Ahmadinejad e Khamenei hanno un forte seguito nel Paese e il loro rovesciamento avrebbe conseguenze difficili da immaginare.
• Insomma, è una guerra tra preti.
Non esattamente. Secondo quello che ha scritto ieri Barbara Spinelli, è una guerra tra il potere militare divenuto sempre più forte negli ultimi anni e il potere clericale, a cui Ahmadinejad toglie via via spazio. In altri termini: Ahmadinejad, con l’appoggio di Khamenei, starebbe addirittura tentando di trasformare l’Iran in uno stato laico. Intendiamoci: ’laico’ come poteva esser laica la Germania di Hitler. Una dittatura, cioè, priva di ogni spiritualità, e convinta che stia arrivando il tempo di rovesciare le sorti del mondo. Come scrive la Spinelli: l’Apocalisse. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/6/2009]
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