Gino Castaldo, la Repubblica 29/06/2009, 29 giugno 2009
CI VUOLE UN RITORNALLE CON DENTRO LA REGOLA DEL TRE"
«Non è possibile programmare a tavolino un tormentone. Altrimenti lo farebbero tutti. difficile da scrivere. una magia. Casomai si può essere bravi a riconoscerlo». A Claudio Cecchetto tutti riconoscono una sorta di infallibilità. Ma come si fa a capire? «Il vero tormentone è per sua natura estivo. E il motivo è semplice: è il momento in cui le difese immunitarie diminuiscono, e quindi uno è più disponibile, meno critico».
Quali sono gli elementi che rendono tale un tormentone?
« come essere talent scout, io magari li vedo, altri no. Non ci sono regole, casomai dei comuni denominatori. Devono essere in tono maggiore, e poi molto spesso c´è una parola ripetuta più volte, in genere tre volte, o anche tre parole diverse, tipo "sole, cuore, amore". la regola del tre. Per esempio Boys boys boys l´ho riconosciuto subito. Ma sono regole puramente indicative. E tranne poche eccezioni, il tormentone sfugge al suo interprete, normalmente è più famoso di lui».
C´è un caso in cui ha avuto ragione contro tutti?
«Sì, quando Jovanotti mi portò L´ombelico del mondo capii subito che era una bomba. La prima volta l´ho messo a mezzanotte di un capodanno su Radio Capital. Ero talmente gasato che ho detto: nel caso vi fosse sfuggito, ora lo rimetto di nuovo, e così ho fatto».
E quando ha inciso Gioca Jouer, era sicuro del successo?
«In realtà volevo solo registrare quello che facevo nelle serate. Ho capito che sarebbe stato un successo devastante quando l´ho fatto sentire a mio suocero: rideva, ballava anche senza saper ballare».