Carlo Giorgi, ཿIl Sole-24 Ore 29/6/2009;, 29 giugno 2009
SENEGALESI TRA AFFARI E RISPARMIO
Sempre meno Africa in Italia. Nel nostro Paese, infatti, i residenti stranieri provenienti dall’area sub-sahariana (Africa occidentale, orientale e centromeridionale) in dieci anni sono passati dall’11,5%al 6,7%del totale degli immigrati. Nello stesso periodo, tuttavia, le tre comunità di questa area più numerose in Italia ”Senegal,Ghana e Nigeria – hanno mostrato un grado crescente di integrazione, facendo la propria parte nei settori produttivi di industria e servizi. Il flusso di persone dall’Africa sub-sahariana, nonostante la diminuzione in percentuale, in realtà non si è mai interrotto. I migranti arrivano principalmente per motivi economici: nel 2007, secondo le Nazioni Unite, in Africa occidentale il Pil pro capite era di 1.660 dollari l’anno, contro gli oltre 30mila dell’Unione europea. Un divario che con-vince a partire, nonostante la crisi economica che coinvolge l’Europa. Dall’Africa orientale,invece, anche se in numero decisamente minore, gli immigrati partono per motivi politici (la decennale guerra tra Etiopia ed Eritrea e il disastro somalo): nel 2007 secondo Istat in Italia, il 64,9% dei permessi di soggiorno umanitari e per "richiesta d’asilo" sono stati rilasciati a cittadini dell’Africa sub- sahariana. E,tra i migranti dell’Africa orientale i permessi di soggiorno per motivi politici hanno superato addirittura quelli per lavoro e motivi familiari.
Chi arriva dall’Africa in Italia, privo di documenti, lo fa soprattutto attraversando il canale di Sicilia, partendo dalle coste libiche, a rischio della vita. Nel 2008 gli arrivi a Lampedusa sono più che raddoppiati superando le 30mila presenze. Braccia che rischiano di finire nel sommerso del lavoro nero.
Tra gli immigrati regolari dell’Africa occidentale, invece, il 44% lavora nell’industria, mentre il 50% nei servizi, settore scelto addirittura dal 72% degli immigrati dell’Africa orientale. Senegal e Nigeria brillano per l’iniziativa imprenditoriale. Le imprese a guida senegalese in Italia sono 8.318 secondo il Cna, Confederazione nazionale dell’artigianato; quasi tutte aperte nel settore del commercio (90,5% del totale). Con un tasso di incidenza sui connazionali residenti del 13,3%, record secondo solo agli immigrati cinesi. I senegalesi hanno anche un altro primato economico tra le comunità africane: quello della rimessa di denaro. Secondo la Banca d’Italia nel 2007 i senegalesi hanno inviato in patria 252milioni di euro, registrando una crescita del 71,6% in tre anni. La Nigeria si situa al decimo posto per numero di imprese (3.525), in gran parte nel settore del commercio, ma anche nei trasporti e nella manifattura.
Tra le comunità africane, sono diversi e confortanti segnali di integrazione; nel 2008 hanno frequentato le scuole italiane ben 7.729 studenti del Ghana, con un’incidenza del 20,1% sulla popolazione di residenti ganiani in Italia: una comunità di famiglie che si integra attraverso l’istruzione dei figli.
Nel 2007 sono nati in Italia 1.538 bambini nigeriani, con un tasso di incidenza sui connazionali residenti del 3,8%, superiore a quello dei marocchini (2,9%) e rumeni (1,5%). Decennale la presenza di studenti del Cameroun nelle università italiane: nel 2007 erano 1.497, più numerosi anche dei colleghi cinesi.