Fabrizio Patti, ཿIl Sole-24 Ore 29/6/2009;, 29 giugno 2009
ASPIRANTI SCRITTORI A LIETO FINE
Un giorno il cassetto si apre. Tenuti finora al riparo da occhi indiscreti ne escono, a seconda dei casi, il romanzo elaborato per anni, la raccolta di poesie di una vita, un’analisi su un argomento caro. Decidete che è arrivato il momento di farli pubblicare. Sì, ma con chi? E come?
In Italia non è affatto difficile vedere il proprio libro stampato: ogni anno le opere prime sono migliaia, delle quali una frazione infinitesimale ottiene un buon successo. E questo accade, in buona parte, anche perché gli autori non conoscono la filiera editoriale né il mercato.
Ne sono convinti all’Associazione italiana editori (Aie) che, proprio per elevare il livello di consapevolezza degli autori su temi come il contratto di edizione, la distribuzione e la promozione, ha organizzato a Milano per il 2 luglio il corso «Farsi pubblicaree farsi distribuire, corso per autori esordienti (e non)».
«In Italia gli autori trascurano questi elementi – spiega Giovanni Peresson, direttore dell’ufficio studi dell’associazione - . Se negli Stati Uniti chi scrive vuole diven-tare un professionista, da noi vuole entrare nella storia della letteratura ». anche necessario farsi un’idea precisa del mercato, perché, nota ancora Peresson, «in Italia abbondano i romanzi, mentre è molto carente la produzione di manualistica».
Che fare, allora, del manoscritto uscito dal cassetto? Le vie sono diverse. Una delle più semplici è quella di proporre il racconto o romanzo a una rivista letteraria. Ne esistono sia cartacee (come Nuovi Argomenti, Lo Straniero, Il Primo amore, Eleanor Rigby) o sotto forma di blog (come Nazione indiana – che ha lanciato Roberto Saviano ”, Carmilla, Litteratitudine, I miserabili, Lipperatura). In alternativa è possibile partecipare a un concorso per esordienti, rivolgersi a un’agenzia (si vedano gli articoli in pagina) o contattare direttamente gli editori. In questo caso, una volta preparato il manoscritto sotto il profilo del contenuto e della forma, è necessario selezionare gli editori tra i 1.785 attivi in Italia. In primo luogo, vanno esclusi quelli più lontani per tipologia di pubblicazione. Va poi studiata la storia editoriale dei restanti, osservando se preferiscono autori italiani o stranieri, romanzi o saggi, volumi lunghi o brevi.
Bisogna anche distinguere gli editori che investono sugli autori da quelli che propongono un contributo per la pubblicazione (si veda l’articolo in basso). La scrematura dovrebbe lasciare circa un centinaio di editori da contattare. Per farlo, meglio evitare di ingolfare le redazioni di libri che non verranno letti. preferibile mandare una "sinossi", cioè un misto tra una recensione e un riassunto. Andrà accompagnata da una lettera di presentazione e, se si vuole incuriosire ulteriormente l’editore, dal primo capitolo dell’opera.Una volta che il libroè stato mandato, bisognerà avere pazienza: almeno sei mesi in genere sono necessari per capire se c’è intenzione di pubblicare, ma l’attesa dura spesso un anno.
Anche quando i libri sono stati stampati, non è finita. Sarà fondamentale sapere cosa chiedere nel contratto (si veda l’articolo sotto) e conoscere i meccanismi della distribuzione e della promozione.
La distribuzione è importante, perché se un libro non viene distribuito bene, non sarà possibile venderlo. Un editore serio non prometterà all’autore la presenza in libreria, perché la scelta spetterà al libraio. «Piuttosto- nota Peresson - è importante che il libro sia reperibile facilmente dai distributori quando si chiede in una libreria».
Di pari passo con la distribuzione va curata la promozione. L’editore potrà curare la comunicazione tramite i suoi agenti, predisporre schede di lettura, inviare copie omaggio e servirsi dell’ufficio stampa. Ma una parte consistente del lavoro di promozione dovrà vedere impegnato lo stesso autore, soprattutto se esordiente, attraverso serate di presentazione presso biblioteche o librerie, contatti con la stampa locale, distribuzione di volantini e utilizzo di blog e social network • INTERMEDIARI SPECIALIZZATI NEL VALUTARE IL «TALENTO» - nvece di fare tutto da sé per contattare gli editori, migliorare il contenuto e la forma del libro e stipulare i contratti, ci si può rivolgere a un’agenzia letteraria. Come gli editori, queste società sono molto numerose e la loro selezione richiede attenzione.
«In primo luogo, il consiglio quando si cerca un agente è di sceglierne uno che segua autori nei quali ci si possa riconoscere – suggerisce Claudio Carabba, caporedattore della rivista letteraria Nuovi Argomenti, che ha scoperto negli ultimi anni autori come Paolo Giordano, Alessandro Piperno e Sandro Veronesi ”. In ogni caso consiglierei di rivolgersi a un agente solo dopo aver già pubblicato una volta».
Concorda con questa impostazione Paola Dubini, docente di economia aziendale all’Università Bocconi e vicedirettore di Ask, centro di ricerca su temi legati alla cultura e all’economia: «Le agenzie servono moltissimo se si ha davvero l’intenzione di fare lo scrittore. Dobbiamo sempre fare attenzione, quando parliamo di autori, a distinguere tra chi ha il potenziale e chi no. Se si è scrittori senza potenziale, un agente serve poco».
Secondo Laura Lepri, editor freelance titolare dell’agenzia Laura Lepri Scrittura, «il ruolo di un’agenzia seria sarà appunto in primo luogo quello di valutare un manoscritto e dire se ha qualche possibilità. La via dell’agenzia,non a caso,è l’unica seguita dagli esordienti negli Usa, dove non esiste il fenomeno di riempire di manoscritti le scrivanie degli editori».
Dopo la fase della valutazione, che un agente si farà pagare tra i 600 e gli 800 euro, un secondo passaggio è l’attività di editing, in cui si eliminano i cali stilistici e gli errori grammaticali e di forma. Data la varietà degli interventi, è impossibile quantificare un costo medio di questa operazione.
Se la valutazione è positiva, l’agenzia propone il libro agli editori. Qualora il libro venga pubblicato, la quota che spetta all’agente è compresa tra il 10 e il 20% del compenso che l’autore riceve per ogni copia venduta • NEL CONTRATTO CLAUSOLE CHIARE SU DIRITTI DURATA E COPIE - Un passaggio cruciale per l’autore,soprattutto se esordiente, è la firma del contratto di edizione con l’editore. Non esiste una forma tipica, perché le variabili sono numerose.
Ci sono tuttavia alcuni aspetti da considerare. In primo luogo la percentuale di ricavi per ogni volume venduto che spetta all’autore. Per uno scrittore non esordiente o al quale è riconosciuta una competenza sull’argomento che tratta, la quota di ricavi va mediamente dal 5 al 7 per cento. Per gli autori più affermati la quota può crescere ulteriormente e sovente la percentuale sale al crescere delle copie vendute. Difficile quantificare, invece, una percentuale media per un esordiente assoluto nella narrativa.
Anche la durata del contratto non va sottovalutata: in media la cessione dei diritti su un libro è di cinque anni, ma può durare anche due o venti. Se non ci si fida dell’editore, in particolare se non si è sicuri che riesca a garantire una buona distribuzione del libro, è meglio limitare la durata. Dall’associazione Rifugio dell’esordiente raccontano anche di casi limite, in cui l’editore, dopo aver acquisito i diritti, non ha pubblicato il libro e ha preteso un "riscatto"dall’autore per liberare i diritti. Per questo motivo è opportuno che nel contratto sia indicata anche la data massima per la pubblicazione e distribuzione del libro. In genere è meglio non superare i 18 mesi. Nel contratto saranno anche definiti i dettagli relativi ai diritti su eventuali traduzioni e se l’editore si assicura anche i diritti di prelazione sulle opere future.
Si potrà anche decidere di sottoscrivere condizioni diverse in base alla forma di pubblicazione, per esempio distinguendo tra carta e online. Un autore potrebbe anche affidare a diversi editori la pubblicazione sui due diversi canali.
Particolare da considerare, soprattutto se si ha a che fare con editori che chiedono un contributo in denaro, è il numero di copie da stampare. Sarà necessario specificare il numero "minimo" e non "massimo" di copie, altrimenti si rischia che ne sia stampata una piccola quantità.
Al momento della firma l’autore dovrà poi verificare di avere un a quantità sufficiente di copie omaggio, utili per la promozione. Anche la possibilità di acquistare il proprio volume a un prezzo vantaggioso (non oltre il 70-80%) del prezzo di copertina, potrà servire all’autore,nella prospettiva di vendere direttamente il proprio libro nelle librerie.
Se si accetta di versare un contributo per la pubblicazione, sarebbe bene assicurarsi che l’editore leghi almeno una parte degli introiti ai ricavi dalla vendita, in modo da incentivarlo a distribuire seriamente i volumi.
L’editore dovrà anche impegnarsi a farsi assegnare dalla società Ediser il codice Isbn (International standard book number), un codice internazionale che permette di individuare un libro in tutto il mondo. Le librerie, in genere, non accettano libri che non siano muniti di tale codice. Si potrà anche richiedere che siano assegnati i bollini adesivi della Siae, che permettono all’autore il controllo esatto del numero di copie distribuite dall’editore.
Nel contratto è anche opportuno far riportare in modo esplicito quali siano gli impegni dell’editore sui fronti della distribuzione e della promozione.