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 2009  giugno 29 Lunedì calendario

LA TRILOGIA HARD DEL PERVERSO BENEDICT


Strano destino quello del porno. Clandestino per forza di cose alle origini, negli anni dell’emancipazione divenne roba da intellettuali, per poi tornare pertinenza di zozzoni ed erotomani e in fine, grazie a internet, farsi accessibile e plastificato, ma privo di fascino. Nel frattempo, la pornografia vintage è assurta al ruolo di intrattenimento da salotto. La materia licenziosa è consegnata a possenti volumi – i film no, quelli rimangono nascosti tra i file del computer, o sotto la pila dei dvd – esibiti sui tavolini da caffè delle più insospettabili, e rispettabili, maison borghesi, accanto a porcellane e cristallerie, laddove un tempo erano edizioni dantesche, o tomi rari.
Segno dei tempi, certo, ma anche, conquista di uno scaltro quanto perverso editore, il tedesco Benedict Taschen, che la sua libido e i suoi vizietti li ha trasformati in libri da collezione, titillando la generale, e più che legittima, voglia di proibito. Tra Erotica Universalis, ristampe dell’opera omnia di Tom of Finland, edizioni limitate delle Fetish Girls di Eric Kroll e via rivelando, sono però tre big books – in ogni senso, con le loro quasi 400 pagine ciascuno in un godurioso formato 30x30 – a farla da padroni: The Big Book of Legs, appena uscito, e i suoi gemelli The Big Book of Breasts e The Big Penis Book, quest’ultimo pubblicato appena un anno fa e andato già più volte ristampato ed esaurito.
La trilogia, compilata da Dian Hanson, pornologa che a vederla pare una dominatrice uscita da uno scatto di Helmut Newton, disegna, con focus monografici, un fantastico percorso dell’abbondanza attraverso immagini di gambe perfettamente tornite, seni inverosimilmente tondi e falli spropositati che si inseguono senza tregua di pagina in pagina, lasciando a bocca aperta. Sì perché il bello è che è tutta roba autentica: lavoro generoso di madre natura. Il che ci riporta ad una annosa questione: le dimensioni contano? La risposta, come tutti sanno, è affermativa: abbondare è meglio. Laddove non largheggiò la sorte, potrà il bisturi, anche per i signori uomini. Quelli offerti da reggiseni antigravitazionali e mutande illusioniste sono solo miraggi: oggi conta la sostanza, non l’apparenza.