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 2009  giugno 29 Lunedì calendario

LOMBARDIA E PUGLIA LE REGINE DEL FOTOVOLTAICO

Se si guarda al numero di impianti il primato lo detiene la Lombardia, se si considera la potenza in chilowatt allora è la Puglia la regione leader. Detto in altro termini il 25% degli impianti installato in Italia si concentra in Lombardia e Puglia.
Una volta tanto nord e sud riescono a stare sullo stesso piano. Stiamo parlando del fotovoltaico il settore industriale che oggi ha raggiunto un livello di sviluppo inaspettato, superiore anche alle migliori previsioni degli anni precedenti. Se verranno superati gli ostacoli burocratici che si frappongono a ulteriori fasi di crescita del settore il business del fotovoltaico diventerà ancora più interessante, commentano gli esperti. Ma prima di tornare alla classifica vediamo qualche cifra. La potenza fotovoltaica installata in Italia al 30 aprile 2009 è pari ad oltre 450 megawatt, per circa 37mila impianti entrati in esercizio (fonte Gse). Nel solo 2008 in Italia si sono registrati 338 megawatt di impianti installati e collegati alla rete (che hanno spinto il nostro Paese al quarto posto nello specifico ranking internazionale dello scorso anno), due miliardi di euro di fatturato e la conseguente creazione di 15mila nuovi posti di lavoro.
Questo risultato - sostengono i vertici del Gifi, l’associazione confindustriale appartenente all’Anie - sarebbe stato ancora migliore se gli impedimenti creati dalle autorità locali per la costruzione di impianti alimentati da fonti rinnovabili non avessero in numerosi casi ritardato e bloccato progetti molto ambiziosi. Il grafico a destra ci dice che ci sono regioni come l’Emilia Romagna, il Piemonte e il Veneto dove gli impianti sono anche più numerosi di quelli installati in Puglia ma se si osserva la potenza complessiva si scopre addirittura che la Puglia con un totale di 2.489 impianti offre una potenza di 51.689,4 chilowatt, superando così anche la potenza offerta dai 5.138 impianti installati in Lombardia.
Si può ben dire che in questo settore il divario Nordsud è scomparso. Certo il sud non è tutto come la Puglia. Se si va sulla parte bassa della classifica troviamo in coda, rispetto alla potenza installata, Sicilia (17 megawatt) e Basilicata (4,5 megawatt).
Neppure Liguria e Molise sono messi bene in quanto a potenza installata. E questo nonostante il numero di impianti presenti sul territorio. Questa questione ci riporta al tema della potenza installata e alla necessità di investire in impianti di potenza superiore ai 20 chilowatt di picco (kwp).
«Da anni - si legge in una presa di posizione di AnieGifi - stiamo sollecitando i ministeri interessati (Sviluppo economico, Ambiente e Beni culturali) e la Conferenza unificata affinché vengano rispettate le direttive del DLgs 387/2003 e vengano formalizzate le linee guida (che erano state introdotte dal legislatore per semplificare l’iter autorizzativo richiesto per la costruzione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili). Purtroppo a distanza di più di 5 anni dalla pubblicazione di quel DLgs queste linee guida non sono state ancora emanate e questo ha comportato ritardi e difficoltà nello sviluppo degli impianti alimentati da fonte fotovoltaico».
Come si può uscire dalle secche burocratiche imposte dall’iter legislativo? Gli esperti di Anie-Gifi sostengono che una volta individuate le linee guida, gli impianti con potenza inferiore a 20 kwp dovrebbero essere esclusi in ogni caso dall’autorizzazione unica, anche in presenza di vincoli.
In linea con le direttive dell’art. 12 del D.Lgs 387, anche gli impianti con potenza superiore a 20 kWp dovrebbero essere esclusi dall’autorizzazione unica, sempre che non sia richiesto dall’autorità locale (comune, provincia, regione, parco, etc.) il rilascio di specifiche autorizzazioni, previste dalle normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico.
Infine, dicono in Anie, la valutazione di impatto ambientale o lo screening ambientale dovrebbero essere richiesti solo in presenza di vincoli ambientali, e in questo caso si dovrebbe applicare il normale procedimento dell’autorizzazione unica.