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 2009  giugno 29 Lunedì calendario

LA SICUREZZA PASSA ALLE FORZE IL DISIMPEGNO TOTALE ALLA FINE DEL 2011


WASHINGTON – Domani, gli Stati Uniti compiranno il primo passo verso il disimpe­gno dall’Iraq entro la fine del 2011. Il generale Ray Odierno ritirerà dalle città irachene tut­te le truppe da combattimen­to americane, lasciandovi sol­tanto 10 mila istruttori e con­siglieri e un numero impreci­sato di uomini dei corpi spe­ciali per la loro protezione. Le truppe verranno trasferite in basi operative avanzate e si terranno pronte a intervenire, ha ammonito Odierno, in ca­so di emergenza. A oltre 6 an­ni dall’inizio della guerra, si aprirà così quella che Obama spera sarà la sua ultima fase: per la prima volta, la sicurez­za dell’Iraq dipenderà dalle forze armate e di polizia ira­chene.

Gravi interrogativi pesano sullo scambio di consegne tra Washington e Bagdad. Negli ultimi giorni, i terroristi di Al Qaeda e, si sospetta, di gruppi sunniti baathisti hanno inten­sificato gli attentati facendo strage di civili sciiti con 72 vit­time a Sadr City, nella capita­le, e 73 a Kirkurk. E mentre il premier iracheno Maliki ha in­dicato nella data di domani l’alba della nuova indipenden­za, il generale Birwari ha am­messo che la preparazione del­le forze armate irachene è ina­deguata.

A conferma dei timori sulla transizione, gli Stati Uniti manterranno in Iraq gli attua­li 130 mila uomini fino al prossimo settembre, e inco­minceranno a rimpatriare le loro truppe di combattimento solo dall’estate del 2010. Non è inoltre escluso che manten­gano una massiccia presenza, sino a 50 mila uomini, anche dopo il 2011: il Pentagono ha speso infatti oltre 100 milioni di dollari nelle «Fobs», dura­ture fortezze nelle campagne isolate. I critici del disimpe­gno parlano di un bis del Viet­nam, che sopravvisse appena 2 anni al ritiro delle truppe americane nel ’73.

Secondo il New York Ti­mes, l’incognita più seria è l’Iran. Il giornale ha riferito che Teheran prevede che in Iraq si formerà un vuoto di po­tere, e che lo riempiranno Al Qaeda e i baathisti. E’ uno dei motivi per cui la Casa Bianca ha ieri ribadito che Obama in­tende aprire un dialogo con l’Iran, il cui contributo alla sta­bilizzazione irachena sarebbe decisivo.