
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Domani, primo luglio, la patente a punti compie sei anni.
• Bilancio positivo o negativo?
Positivo, anche se gli effetti sono andati scemando dal 2003 a oggi: dopo il primo impatto, si vide che i controlli restavano scarsi e i comportamenti virtuosi sono perciò via via diminuiti. Anche se il nuovo disegno di legge sulla sicurezza stradale, che entrerà in vigore prima del grande esodo estivo, promette fuoco e fiamme ai cattivi automobilisti, la pratica di vedere e non vedere, e soprattutto di perdonare, resta ancora troppo diffusa. Sa che il compleanno del 1˚ luglio sarà celebrato col regalo di punti agli automobilisti che non si sono mai fatti beccare?
• Vorrà dire gli automobilisti virtuosi?
Dico soprattutto a quelli che non si sono fatti beccare. Beh, a questi fortunati verranno regalati due punti se nel corso del biennio si sono comportati bene, cioè non hanno commesso infrazioni taglia-punti. Se uno non è mai stato colto sul fatto negli ultimi sei anni, riceverà addirittura sei punti.
• Questi fortunati saranno pochissimi, no?
Sono 25 milioni. Siccome i patentati sono 35,6 milioni, si tratta del 70% degli automobilisti. Venticinque milioni di italiani che, in sei anni, non hanno mai superato il limite di velocità di più di 10 chilometri l’ora, si sono sempre allacciati le cinture di sicurezza, non sono passati col rosso, non hanno mai mancato di rispetto alla segnaletica stradale, non hanno mai parlato al telefonino mentre guidavano (ah, ah), non hanno mai parcheggiato la macchina nelle aree riservate agli invalidi e neanche in quelle che delimitano le zone di sosta degli autobus? E lei ci crede? No, aspetti, ho la controprova relativamente ai controlli, che sono evidentemente ancora scarsi. Ieri Il Sole 24 Ore ha pubblicato una bella tabella con ”le decurtazioni totali ogni 100 patenti nel periodo di vigenza della patente a punti”, cioè 1˚ luglio 2003-15 giugno 2009. In pratica, quanti punti si sono persi ogni cento patenti, provincia per provincia. In questa graduatoria, risulta prima Modena (218,1 punti persi ogni cento patenti) seguita da Ferrara, Ravenna, Rovigo, Rimini, Treviso. La giornalista del Sole ha subito parlato di ”triangolo delle Bermude” dell’automobilista, «un pezzo di territorio emiliano-romagnolo con propaggini in un paio di province venete». però ancora più interessante la parte bassa della classifica, costituita dai buoni che i punti non se li fanno togliere: Frosinone, L’Aquila, Palermo, Catania, Sassari, Nuoro. Cioè: tutto Sud. Le dirò di più: la classifica può benissimo essere divisa in due blocchi, quello dei cattivi, che stanno nella prima parte quasi interamente formata da province settentrionali, e quella dei buoni, nella seconda metà della classifica, quasi tutta costituita dalle province meridionali. Purtroppo però l’anno scorso il Ministero dei Trasporti e l’Istituto superiore di Sanità commissionarono un’inchiesta per capire come ci comportiamo quanto a cinture di sicurezza. Uscì fuori che al Nord se le mettono l’82% degli automobilisti, al Centro il 65,6%, al Sud il 46,3%. Non allacciarsi le cinture costa 5 punti e nella classifica del Sole 24 Ore è la seconda causa di perdita dei punti. Allora come mai al Sud stavolta è andata tanto bene se le cinture di sicurezza se le allacciano così poco?
• Non si mettono le cinture, ma non ci fa caso nessuno...
Proprio così. Stessa cosa per i telefonini: sappiamo che la gente guida e telefona a tutto spiano, tassisti compresi, ma tra le infrazioni più frequenti questa è appena la quinta. Qualcuno che dovrebbe vedere non vede. O forse non c’è nessuno incaricato di vedere. E infatti, poi, i numeri relativi al totale dei punti tagliati in questi sei anni sono modesti: 51,5 milioni, per una media di un punto e mezzo a patente. I bonus che stanno arrivando come premio agli automobilisti vergini di infrazioni gravi sono molti di più. Gli italiani che si sono giocati tutta la dote iniziale di 20 punti sono appena 103.000, lo 0,3% del totale.
• Qual è l’infrazione più frequente?
L’eccesso di velocità, nella sua forma più modesta: ossia la rottura del limite nell’ambito dei 10-40 chilometri orari. Il triangolo delle Bermude emiliano-veneto si spiega con i controlli più attenti e anche col fatto che da quelle parti, per via del maggiore benessere, girano cilindrate più grosse con cui, cioè, è più forte la tentazione di darci dentro. A proposito, in base alla classifica del Sole, Roma, sessantottesima, è più virtuosa di Milano, ventiseiesima. La capitale morale ha perso 172,3 punti ogni cento patenti. La capitale vera 129,6, numero che la pone sotto la media nazionale di 144,6. Per essere contenti basta crederci. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/6/2009]
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