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 2009  giugno 30 Martedì calendario

IRAQ, I MILITARI USA LASCIANO LE CITTA’


La sfilata delle truppe irachene nelle vie del centro di Baghdad imbandierate a festa ha segnato la conclusione del ritiro delle truppe americane dalla capitale ed entro la mezzanotte di oggi lo stesso avverrà nelle altre città del Paese: è l’inizio dell’applicazione degli accordi raggiunti fra il governo di Nuri al Maliki e l’Amministrazione Obama, in base ai quali nel 2012 non vi saranno più soldati americani dentro i confini dell’Iraq.
L’ultimo edificio di Baghdad consegnato dall’Us Army agli iracheni è stato l’ex Ministero della Difesa di Saddam Hussein ed è qui che Al Maliki ha pronunciato un discorso alle forze armate sul «Giorno della sovranità nazionale» dicendo: «La nostra sovranità è iniziata, dobbiamo ora costruire uno Stato moderno giovandoci della sicurezza che abbiamo creato». Raymond Odierno, comandante delle truppe Usa in Iraq, si dice sicuro che «le forze che abbiamo addestrato sono in grado di mantenere la sicurezza» ma gli oltre duecento morti causati nelle ultime due settimane da attentati di Al Qaeda lasciano temere un ritorno del terrorismo. «Le nostre truppe saranno a disposizione ogni volta che il governo iracheno avrà bisogno del nostro fuoco di appoggio» assicura Odierno, riferendosi al nuovo schieramento dei 130 mila soldati americani dentro circa 300 basi in tutto il Paese, incluse due imponenti installazioni nei pressi dell’aeroporto di Baghdad.
A temere il rischio di un ritorno del terrorismo è l’ex vicepresidente Dick Cheney che, intervenendo a una trasmissione radio del «Washington Times», si è detto «preoccupato per il fatto che continua aesserci questo problema in Iraq». «Si può presumere che i terroristi stiano aspettando l’opportunità di lanciare nuovi attacchi, spero che gli iracheni possano gestire tale scenario, ma - ha detto Cheney - non vorrei veder andare perduti i tremendi sacrifici che ci hanno consentito di arrivare fino a questo punto».
A non avere tali dubbi è il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti a Baghdad, Chris Hill, che ribatte: «Le truppe americane non sono solo le migliori unità combattenti del mondo ma hanno anche i migliori addestratori del mondo, e dunque abbiamo piena fiducia nelle forze di sicurezza irachene». In base agli accordi militari fra Washington e Baghdad, la maggioranza dei militari Usa lascerà l’Iraq entro l’agosto 2010 e il ritiro sarà ultimato entro la fine del 2011. L’Amministrazione Obama lascia comunque aperta la porta a un’intesa successiva con Baghdad sulla permanenza di propri contingenti di truppe scelte.
Cinquanta nuovi alloggi in Cisgiordania, avanguardia dei 1450 già approvati come estensione della colonia di Adam, a Sud di Ramallah (foto). Il via libera l’ha dato ieri il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak, poco prima di partire per Washington dove lo aspetta l’inviato speciale Usa per il Medio Oriente, George Mitchell. Tema del colloquio sono proprio gli insediamenti: il presidente Obama insiste a chiederne il totale congelamento mentre il premier israeliano Netanyahu come massima concessione propone un congelamento per tre mesi, esclusi però i progetti in via di completamento.