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 2009  giugno 30 Martedì calendario

«I FAN: "VOGLIAMO LA SALMA DI JACKO NON DEVE FINIRE COME KURT COBAIN"»



LOS ANGELES - Gli edicolanti non hanno reso i quotidiani di venerdì. Quelli che strillavano in copertina la morte di Michael Jackson sono sotto il bancone, qualcuno li offre ai clienti come cimeli, altri ai fan a prezzo maggiorato. L´indecisione dei familiari sulla data dei funerali ha reso l´attenzione del pubblico più morbosa. Il 4 di luglio, festa nazionale, sembra essere la data più probabile. I Jackson ci tengono ai primati, e l´Independence Day è il giorno ideale per radunare una folla che superi agevolmente i 75 mila del funerale di Elvis e persino i 750 mila di Lady D. Quanto al memorial, l´idea più sensata sembra quella di creare più eventi in giro per il mondo, come ha ricordato ieri l´amico di famiglia Al Sharpton a una inutile conferenza stampa improvvisata da Joe Jackson a Encino. Troppi sorrisi, come se finalmente la star fosse lui, e soprattutto nessuna indicazione sui funerali se non che la decisione verrà presa dopo gli esiti della seconda autopsia.
Il bus che accompagna i turisti alla scoperta delle ville dei divi di Hollywood e attraversa quel tratto di Sunset Boulevard tra Bel Air e Beverly Hills dove ha abitato Gregory Peck e dove ancora abita Ringo Starr, ha ora una nuova fermata, al numero 100 di Carolwood Drive. Davanti al vialetto alberato sbarrato dalla polizia il viavai dei fan è incessante. « qui che è morto. Quando è arrivata l´ambulanza non respirava già da un pezzo. Hanno cercato di rianimarlo per un´ora solo perché era Michael Jackson», dice una signora di San Diego. Lei se ne intende, è un´infermiera di rianimazione. Una elegante ragazza messicana si lancia contro i poliziotti schierati, urlando in spagnolo: «Lasciateci passare, che male possiamo fare? Perché non ce lo fanno vedere?». Le gridano che se insiste l´arresteranno. Rinuncia, si accascia sull´erba mille volte calpestata. «Sì, dateci il corpo», incalza un ragazzo vestito alla Marilyn Manson. «Non vogliamo che faccia la fine di Kurt Cobain. Courtney Love l´ha fatto cremare, così non abbiamo un posto dove pregarlo». La messicana perde il controllo, si scaraventa gridando contro il cordone di polizia. L´arrestano.
Ora che non si sa più dove si trovi il corpo (in una funeral house scelta della famiglia), i fan sono disorientati. C´è chi sosta a Neverland, probabile luogo di sepoltura, chi davanti al cancello di Encino, residenza della famiglia. Le esternazioni del patriarca Joe Jackson aumentano l´indignazione. Con un´arroganza che lascia ben indovinare il mastino che doveva essere all´epoca dei Jackson 5, ha sfacciatamente presentato al giornalista il suo socio in affari di Chicago «con il quale ho fondato una nuova casa discografica». Pensa già a un cd e dvd con l´ultima prova dello spettacolo londinese tenuta in uno studio di Burbank. E all´indirizzo di Debbie Rowe, madre di due dei bambini di Michael: «Lei non c´entra più nulla con loro. Ce ne occuperemo noi come se fossero figli nostri». Alla bella età di 80 anni cerca ancora di monetizzare sulla pelle di figli e nipoti. Che aspetta a rendere nota la data dei funerali? «Lo faremo appena saremo pronti, e Michael ne sarà fiero».
I turisti si radunano nella Walk of Fame di Hollywood Boulevard, accanto al Chinese Theatre. Tre ragazze incappucciate di nero, con i cartelli che inneggiano a Satana, formano un triangolo intorno alla stella dedicata a Jackson improvvisando una specie di sabba. Poi si spostano sulla stella accanto, che porta il nome Lupe Velez. Altra anima nera: la sputafuoco messicana che sposò Johnny "Tarzan" Weissmuller. Nel 1944, relegata a ruoli marginali, indebitata e incinta del suo ultimo amante allestì con cura l´ultima notte: indossò l´abito più bello, accese mille candele, inghiottì 75 pasticche di Seconale, a 35 anni, con in grembo il frutto del peccato, scivolò nella notte eterna. Sul cammino delle star, Michael è in buona compagnia.