Mario Gerevini, Corriere della Sera, 30/6/2009, 30 giugno 2009
AGNELLI, L’EREDITA’ E LA MAXI PARCELLA MARGHERITA IN LITE CON L’EX LEGALE
MILANO – una storia che scotta e che brucia. Non solo perché la saga sull’eredità di Gianni Agnelli ha diviso una madre, Margherita Agnelli de Pahlen, da due dei suoi figli, John e Lapo Elkann. Ma anche perché schegge incandescenti di questa guerra legale hanno colpito direttamente uno degli avvocati d’affari più quotati d’Italia, Emanuele Gamna, e di striscio lo studio Chiomenti, notissima law firm che lo ha messo alla porta, dopo una violentissima rottura su una parcella fantasma da 15 milioni inghiottita da un conto cifrato svizzero. La trama, dunque, si sdoppia: eredità Agnelli e vicenda Gamna.
I legali di Marella Caracciolo, moglie dell’Avvocato e madre di Margherita, hanno avviato tra fine maggio e i primi di giugno un’azione legale in Svizzera che ha lo scopo di vedere riaffermata la validità degli accordi del febbraio 2004, quelli in cui venne decisa tutta la complessa partita dell’eredità dell’Avvocato. un atto di accertamento in cui la madre di Margherita chiede formalmente a una Corte svizzera di pronunciarsi. L’obiettivo, probabilmente, è utilizzare nella causa italiana il pronunciamento svizzero. Sul fronte italiano oggi è l’ultimo giorno per depositare le memorie al Tribunale di Torino. Sempre in attacco i legali della signora de Pahlen che vorrebbero dimostrare l’esistenza di un patrimonio dell’Avvocato sfuggito alla divisione ereditaria e la sua gestione in capo a Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens, storici professionisti vicini alla famiglia, e allo svizzero Siegfried Maron. I tre manager e la madre di Margherita respingono in toto «ricostruzioni e insinuazioni – dice una fonte legale – basate sul nulla e che al nulla arriveranno ».
L’avvocato Emanuele Gamna, torinese, 57 anni, è stato il legale di Margherita Agnelli, insieme al collega svizzero Jean Patry, nei dieci mesi circa di negoziato che hanno preceduto gli accordi del 2004 sull’eredità. La figlia di Gianni Agnelli, ha raccontato il settimanale Il Mondo, pagò 25 milioni i due avvocati che poi si sarebbero ripartiti tra loro i soldi (10 milioni Patry e 15 Gamna). E lo fece sul conto indicatole: il «4490 Kloten» alla banca Pkb di Lugano di cui lo stesso Patry era presidente. Strano no? 25 milioni bonificati su un conto cifrato con beneficiario Gamna, all’epoca (e fino a 18 giorni fa) partner dello studio Chiomenti. E in precedenza nessun accordo scritto con Margherita Agnelli, solo intese verbali (ma ci sarebbe la firma della signora de Pahlen su una parcella sintetica di Patry).
E le fatture? Solo per 10 milioni, quella di Patry. Perché allora Margherita, che non è una casalinga sprovveduta e senza consiglieri, ha sborsato al buio quella cifra enorme? Per adesso non c’è una risposta. Ma ancora a settembre 2004 le dichiarazioni di Margherita erano di riconoscenza nei confronti dei suoi due legali di allora. Resta il fatto che la parcella di Gamna non è mai arrivata a Margherita. Un milione e mezzo di euro al mese per dieci mesi, cinquantamila euro al giorno. E nessuna fattura, dal 23 aprile 2004 (data del bonifico) a oggi.
Ma i soldi dove sono finiti? Margherita ha fatto istanza di sequestro del conto Kloten alla banca Pkb ma era stato svuotato. A quel punto l’offensiva dell’avvocato svizzero di Margherita Agnelli, Charles Poncet, diventa a tutto campo. E a inizio 2009 anche allo studio Chiomenti vengono chieste notizie sulla parcella del partner Gamna. A gennaio 2009 allo studio sanno già tutto: i 15 milioni, il conto cifrato del partner Gamna, la fattura mai emessa. Affidano quindi la pratica a un avvocato svizzero. Passano poche settimane e un durissimo esposto contro Gamna e contro i responsabili dello studio legale Chiomenti finisce sul tavolo del presidente dell’ordine degli avvocati di Milano. L’accusa: violate numerose norme del codice deontologico forense (lealtà, fedeltà, diligenza, adempimento fiscale, rapporto di fiducia, richiesta di pagamento).
Il 12 giugno scorso si rompe nel modo peggiore il sodalizio trentennale di Gamna con Chiomenti: amicizie e relazioni professionali troncate di netto, nemmeno un rapporto di consulenza è rimasto. E quando la vicenda finisce sui giornali, fonti vicine a Chiomenti fanno sapere che lo studio «sarebbe all’oscuro ed estraneo al ruolo assunto e alle attività svolte a titolo personale dall’avvocato Gamna nell’ambito delle vicende relative all’eredità Agnelli». La «bomba» interna, dicono, sarebbe esplosa solo a fine maggio. Però già nel 2004 i giornali scrivevano che Gamna era l’avvocato di Margherita e all’inizio del 2009, abbiamo visto, lo studio Chiomenti conosceva nel dettaglio la vicenda dei 25 milioni.
Adesso la Guardia di Finanza si è mossa per acquisire documentazione, nel frattempo anche Gamna (che ieri non è stato possibile rintracciare) starebbe preparando una denuncia per tentata estorsione contro gli avvocati svizzeri di Margherita Agnelli. E lo stesso studio Chiomenti ha nominato un legale esterno per tutelarsi.
una storia che scotta, brucia e nella quale gli avvocati fanno un sacco di soldi. Con o senza parcella.