Luca Valdiserri, Corriere della Sera-Roma, 30/6/2009, 30 giugno 2009
«Non vogliono darci la Roma» - Il legale Nicola Irti attacca Unicredit, Fioranelli costretto a smentirlo - Massimo d’Alema, con la frase più corta del mondo, riassume il sentimento di tutti i tifosi romanisti
«Non vogliono darci la Roma» - Il legale Nicola Irti attacca Unicredit, Fioranelli costretto a smentirlo - Massimo d’Alema, con la frase più corta del mondo, riassume il sentimento di tutti i tifosi romanisti. A margine di una conferenza sul welfare, in corso all’università Bicocca di Milano, gli chiedono: è preoccupato per la situazione della Roma? Risposta: «Sì».E i motivi di preoccupazione sono tanti. Il ritiro è vicinissimo, ma Spalletti non sa ancora quale gruppo avrà a disposizione. Il mercato in entrata è bloccato, quello in uscita apertissimo: ci sono 35 milioni di euro da trovare, tra cessioni e taglio degli ingaggi, per coprire il buco della mancata partecipazione alla prossima Champions League. La situazione societaria non si sblocca; anzi, proprio ieri, la cordata di Vinicio Fioranelli ha subito un altro duro colpo. In questo caso, un vero e proprio autogol, segnato nella porta dell’agente Fifa da uno dei suoi legali, l’avvocato Nicola Irti. L’accusa è forte e arriva in un’intervista esclusiva di Sky Sport 24. Irti mette nel mirino Unicredit: «Noi abbiamo dato dimostrazione dei fondi. La Fio Sports Group è una società seria, che opera nel calcio come primaria società mondiale. Da che cosa nascono queste diffidenze? Si ripete ancora una volta ciò che è stato tante volte sulla piazza di Roma. Dico... Cirio. Un altro nome? Parmalat. Mediobanca ha dato l’asseveramento dei fondi». A Borsa ancora aperta (cosa ne pensa la Consob?, n.d.r.), l’avvocato Irti risponde anche alla domanda dell’ intervistatore sulla consistenza dell’offerta: 201 milioni per il 67% e 100 milioni per l’Opa. «Non vogliono far comprare la Roma da persone oneste, che hanno lavorato tutta una vita per mettere da parte dei soldi. Persone che risolverebbero i problemi della famiglia Sensi. La trasparenza in Italia non è mai stata un principio, è stata sempre un difetto». In tarda serata, la Fio Group si è dissociata dalle frasi di Nicola Irti con un comunicato ufficiale. La posizione di Unicredit si rafforza: non è una questione di soldi, ma di provenienza dei soldi. E Fioranelli perde di credibilità giorno dopo giorno, anche per colpa di chi lo circonda. Pochi giorni fa il figlio Jesse aveva delegittimato l’avvocato De Santis: «Hanno titolo a parlare mio padre, io e lo studio Irti». Appunto.