Enrico Franceschini, la Repubblica, 30/6/2009, 30 giugno 2009
BUCKINGHAM PALACE AL VERDE E LA REGINA CHIEDE L’AUMENTO
LONDRA - Sua Maestà chiede l´aumento: lo stipendio che le passa lo Stato, immutato da vent´anni, non basta più nemmeno a pagare le spese di casa.
Elisabetta II di Windsor deve aggiungerci una cospicua somma di tasca propria, utilizzando un "tesoretto" di risparmi accumulati in un´epoca, lo scorso decennio, in cui la vita costava di meno e aveva meno ospiti da intrattenere a palazzo. Ma quel fondo si esaurirà nel giro di tre anni, e a quel punto come farà, povera regina, ad arrivare per così dire alla fine del mese? Un pizzico d´ironia è lecito, davanti alla notizia che la sovrana ha scritto al Parlamento per domandare un ritocco della "Civil List", nome in gergo del salario che percepisce per le sue funzioni di capo dello Stato. Da un certo punto di vista, non è tanto: 7 milioni e 900 mila sterline l´anno (circa 9 milioni di euro), equivalenti a 66 pence (meno di un euro) l´anno per ogni abitante del suo regno. D´altra parte anche i presidenti, nelle Repubbliche, ricevono uno stipendio: molto più piccolo del suo, questo è vero, ma non devono mantenere un life-style da monarca e a vivere in un castello.
Il costo totale della monarchia britannica è di 41 milioni di sterline l´anno, su per giù 45 milioni di euro, inclusi i viaggi, le spese di rappresentanza e i fondi per la manutenzione delle sue storiche regge, Buckingham Palace, Windsor, Balmoral in Scozia, che peraltro funzionano anche come musei parzialmente aperti al pubblico (è escluso il costo della sicurezza, che finisce nel bilancio delle forze armate). La regina aveva già chiesto, lo scorso anno, un aumento dei 15 milioni annui stanziati per riparare i suoi castelli, che a suo dire cadono a pezzi, ma il Parlamento ha risposto di no. Gli 8 milioni scarsi di sterline che costituiscono il suo stipendio personale servono quasi esclusivamente a pagare i salari dei 298 dipendenti della Casa reale, dal suo segretario privato all´esercito di maggiordomi, ciambellani, valletti, palafrenieri e stallieri, oltre che a pagare le spese per il cibo, l´arredamento, le cerimonie e i party. Poiché lo stipendio non basta, Sua Maestà aggiunge altri 6 milioni di sterline l´anno dal "tesoretto" avanzato dallo stipendio degli anni Novanta, ma i ragionieri di corte hanno calcolato che quei risparmi, al ritmo annuale, saranno esauriti entro tre anni. Naturalmente la regina guadagna soldi anche in altro modo, con una vasta rete di proprietà immobiliari, possedimenti e fattorie, ma poiché un lavoro lo fa, e a detta di tutti piuttosto bene, si domanda se non sarebbe giusto concederle un aumento, il primo dal 1989, oltretutto.
E´ verosimile che il Parlamento boccerà la richiesta, a meno di chiedere in cambio una maggiore apertura, in termini di orario e di spazio, di Buckingham Palace al pubblico. L´idea è che "la ditta", com´è soprannominata qui la monarchia, andrebbe sfruttata meglio e di più dal punto di vista economico. Altrimenti, in un anno in cui i cittadini britannici tirano la cinghia a causa della recessione, sembra improbabile che la sovrana riceverà un aumento, sebbene Buckingham Palace, col suo cambio della guardia e il suo fascino di più famosa Casa reale del mondo, rimanga una formidabile calamita per il turismo. Forse lei, che ha fama di grande parsimonia, se l´aspetta: ha già cominciato a indossare due volte gli stessi abiti. God save the Queen, dunque, perché il contribuente ha altro a cui pensare.