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 2009  giugno 30 Martedì calendario

UDC, SENZA SILVIO VOLANO I CONTI


Per la campagna elettorale del 2008 ha speso un botto di soldi, 25,617 milioni, e ha investito un gruzzolo di 200.000 euro nell’aumento di capitale della Occidente spa, la società controllata al 46,98% dalla Fondazione liberal di Ferdinando Adornato e nel cui capitale figurano esponenti di primo piano di Forza Italia.

Ma Pierferdinando Casini, secondo il bilancio dell’Udc chiuso al 31 dicembre del 2008, i suoi conti li fa bene. Tanto bene che la separazione dalla Casa delle libertà e dalle vicende del leader, Silvio Berlusconi, si è rivelata un vero affare per il partito che vuole ricreare un grande centro in Italia. Grazie al boom dei contributi elettorali, saliti l’anno scorso alla cifra di 32,444 milioni quando nel 2007 avevano superato di poco i 3 milioni. In percentuale, un balzo del 960% che ha consentito all’Udc di chiudere il 2008 con un avanzo di 7,489 milioni, dopo il deficit di 8,742 milioni registrato al 31 dicembre 2007. Pierferdy, insomma, dopo il grande divorzio dal Cavaliere, naviga alla grande e con il vento in poppa.

Ma se la fortuna aiuta gli audaci, come recita un vecchio adagio, è altrettanto vero che i meccanismi della sorte vanno per così dire oliati a dovere. per questo che nel corso del 2008 la spesa per acquisti è lievitata da 284.224 a 437.463 euro, mentre quella per i servizi è letteralmente esplosa da 7,393 a 25,617 milioni, appunto. Anche qui, per capire la portata dell’evento, aiutano le percentuali e un raffronto: l’aumento è stato del 246% e la somma spesa ha superato alla grande quella impegnata dal Partito democratico, che nel 2008 ha distribuito per l’acquisto di servizi 17,566 milioni, cioè appena il 68,5% della montagna di soldi versati all’Udc. E a rendere ancora più impietosa la sproporzione di mezzi messi in campo dall’Udc e dal Pd c’è la considerazione che il partito all’epoca guidato da Walter Veltroni, nel corso del 2008, ha dovuto affrontare il difficile e costoso percorso che ha portato alla sua nascita e alla prima presentazione agli elettori.

In ogni caso, se l’anno scorso è stato foriero di ottimi risultati per l’Udc, così come risulta dal bilancio firmato dal segretario amministrativo Giuseppe Naro, è anche grazie ai finanziamenti delle banche, che sono affluiti copiosi nelle casse del partito di via dei Due macelli.

I debiti complessivi sono saliti dell’86% da 8,461 a 15,791 milioni di euro, ma quelli verso gli istituti di credito, con un balzo del 316%, hanno raggiunto i 10,188 milioni. E il bello o il brutto, dipende dai punti di vista, è che quei soldi dovranno essere restituiti entro l’esercizio 2009. Ma Casini e Naro non si preoccupano certo del futuro, che anzi è roseo. Come scrive il segratario amministrativo nella nota integrativa al bilancio: «nel 2009 sono previsti diversi avvenimenti che incideranno notevolmente sul prossimo bilancio, quali in particolare le elezioni europee del 6 e 7 giugno» che di certo renderanno bene in termini di rimborsi elettorali. Meno garantito, invece, sembra il ritorno economico dell’investimento pari allnella Occidentale spa, che ha un capitale di 2,315 milioni di euro e perdite per 29.258 euro nel 2007. Ma Casini, più che ai soldi, ha pensato al rendimento politico: restare legato al centrodestra, in società con Paolo Romani, ministro delle comunicazioni, Giorgio Jannone, Raimondo Lagostena, o Guido Viceconte, tutti del Pdl di estrazione forzista, può sempre aprire nuove opportunità.