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 2009  giugno 30 Martedì calendario

Domani, primo luglio, la paten­te a punti compie sei anni.• Bilancio positivo o negativo?Positivo, anche se gli effetti so­no andati scemando dal 2003 a oggi: dopo il primo impatto, si vide che i controlli restavano scarsi e i comportamenti virtuo­si sono perciò via via diminuiti

Domani, primo luglio, la paten­te a punti compie sei anni.

Bilancio positivo o negativo?
Positivo, anche se gli effetti so­no andati scemando dal 2003 a oggi: dopo il primo impatto, si vide che i controlli restavano scarsi e i comportamenti virtuo­si sono perciò via via diminuiti. Anche se il nuovo disegno di legge sulla sicurezza stradale, che entrerà in vigore prima del grande esodo estivo, promette fuoco e fiamme ai cattivi auto­mobilisti, la pratica di vedere e non vedere, e soprattutto di per­donare, resta ancora troppo dif­fusa. Sa che il compleanno del 1˚ luglio sarà celebrato col rega­lo di punti agli automobilisti che non si sono mai fatti becca­re?

Vorrà dire gli automobilisti vir­tuosi?
Dico soprattutto a quelli che non si sono fatti beccare. Beh, a questi fortunati verranno rega­lati due punti se nel corso del biennio si sono comportati be­ne, cioè non hanno commesso infrazioni taglia-punti. Se uno non è mai stato colto sul fatto negli ultimi sei anni, riceverà addirittura sei punti.

Questi fortunati saranno po­chissimi, no?
Sono 25 milioni. Siccome i pa­tentati sono 35,6 milioni, si trat­ta del 70% degli automobilisti. Venticinque milioni di italiani che, in sei anni, non hanno mai superato il limite di velocità di più di 10 chilometri l’ora, si so­no sempre allacciati le cinture di sicurezza, non sono passati col rosso, non hanno mai man­cato di rispetto alla segnaletica stradale, non hanno mai parla­to al telefonino mentre guidava­no (ah, ah), non hanno mai par­cheggiato la macchina nelle aree riservate agli invalidi e ne­anche in quelle che delimitano le zone di sosta degli autobus? E lei ci crede? No, aspetti, ho la controprova relativamente ai controlli, che sono evidente­mente ancora scarsi. Ieri Il Sole 24 Ore ha pubblicato una bella tabella con ”le decurtazioni to­tali ogni 100 patenti nel perio­do di vigenza della patente a punti”, cioè 1˚ luglio 2003-15 giugno 2009. In pratica, quanti punti si sono persi ogni cento patenti, provincia per provin­cia. In questa graduatoria, risul­ta prima Modena (218,1 punti persi ogni cento patenti) segui­ta da Ferrara, Ravenna, Rovi­go, Rimini, Treviso. La giornali­sta del Sole ha subito parlato di ”triangolo delle Bermude” del­l’automobilista, «un pezzo di territorio emiliano-romagnolo con propaggini in un paio di province venete». però anco­ra più interessante la parte bas­sa della classifica, costituita dai buoni che i punti non se li fan­no togliere: Frosinone, L’Aqui­la, Palermo, Catania, Sassari, Nuoro. Cioè: tutto Sud. Le dirò di più: la classifica può benissi­mo essere divisa in due blocchi, quello dei cattivi, che stanno nella prima parte quasi intera­mente formata da province set­tentrionali, e quella dei buoni, nella seconda metà della classi­fica, quasi tutta costituita dalle province meridionali. Purtrop­po però l’anno scorso il Ministe­ro dei Trasporti e l’Istituto supe­riore di Sanità commissionaro­no un’inchiesta per capire co­me ci comportiamo quanto a cinture di sicurezza. Uscì fuori che al Nord se le mettono l’82% degli automobilisti, al Centro il 65,6%, al Sud il 46,3%. Non al­lacciarsi le cinture costa 5 punti e nella classifica del Sole 24 Ore è la seconda causa di perdita dei punti. Allora come mai al Sud stavolta è andata tanto be­ne se le cinture di sicurezza se le allacciano così poco?

Non si mettono le cinture, ma non ci fa caso nessuno...
Proprio così. Stessa cosa per i telefonini: sappiamo che la gen­te guida e telefona a tutto spia­no, tassisti compresi, ma tra le infrazioni più frequenti que­sta è appena la quinta. Qualcu­no che dovrebbe vedere non ve­de. O forse non c’è nessuno in­caricato di vedere. E infatti, poi, i numeri relativi al totale dei punti tagliati in questi sei anni sono modesti: 51,5 milio­ni, per una media di un punto e mezzo a patente. I bonus che stanno arrivando come premio agli automobilisti vergini di in­frazioni gravi sono molti di più. Gli italiani che si sono giocati tutta la dote iniziale di 20 punti sono appena 103.000, lo 0,3% del totale.

Qual è l’infrazione più frequen­te?
L’eccesso di velocità, nella sua forma più modesta: ossia la rot­tura del limite nell’ambito dei 10-40 chilometri orari. Il trian­golo delle Bermude emilia­no-veneto si spiega con i con­trolli più attenti e anche col fat­to che da quelle parti, per via del maggiore benessere, girano cilindrate più grosse con cui, cioè, è più forte la tentazione di darci dentro. A proposito, in ba­se alla classifica del Sole, Ro­ma, sessantottesima, è più vir­tuosa di Milano, ventiseiesima. La capitale morale ha perso 172,3 punti ogni cento patenti. La capitale vera 129,6, numero che la pone sotto la media na­zionale di 144,6. Per essere con­tenti basta crederci. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/6/2009]