vanity, 29 giugno 2009
Manifestazioni in Iran
• In Iran le manifestazioni sono continuate per tutta la settimana, nonostante la decisione di ricontare il 10 per cento delle schede (percentuale che non metterà in discussione il risultato finale) e le minacce del Leader supremo Khamenei, che ha più volte invitato i dimostranti a rassegnarsi: il risultato del voto non cambierà, il governo non tollererà illegalità, eccetera. Le marce pro Mousavi – nel frattempo resosi invisibile – sono state tutte proibite, decisione che ha legittimato le cariche della polizia e anche gli assalti ai manifestanti di pasdaran e basiji, le milizie sciite famose per ferocia. I basiji – il corpo di volontari formato dai superstiti tra i bambini– martiri della guerra contro l’Iraq (camminavano sui campi minati, facendosi saltar per aria per renderli sicuri) – disperdono i cortei brandendo bastoni in sella alle motociclette e almeno una volta, stando a quanto raccontano i blogger, hanno roteato contro i contestatori delle asce. La Federazione Internazionale dei diritti umani ha dichiarato che le persone arrestate dopo il 12 giugno – e fino a domenica scorsa – sono duemila. Gli scomparsi sarebbero centinaia. Domenica scorsa, il regime – che ha passato la settimana scagliandosi contro Germania, Francia e soprattutto Inghilterra, accusata di aver finanziato i disordini – ha arrestato otto funzionari iraniani dell’ambasciata britannica. Forse spaventato dalle forti reazioni internazionali, ne ha liberati poi cinque lunedì. Intanto le manifestazioni continuavano. Gli analisti hanno spiegato che nel Paese è in corso una lotta tra ayatollah. Si sbaglierebbe però pensando che Ahmadinejad sia il campione della teocrazia: i preti stanno piuttosto dietro a Mousavi e detestano Khamenei e il suo presidente perché costoro, appoggiandosi sull’esercito, stanno tentando una laicizzazione dello Stato (tra i molti segnali, quello dell’aver ordinato ai basiji di tagliarsi la barba). Intendiamoci: laicizzazione non certo alla maniera di una qualunque democrazia occidentale, quanto piuttosto sulla linea apocalittica che fu, per esempio, di Hitler. Rafsanjiani sta tentando di rovesciare Khatami nell’organismo di cui è presidente, il Consiglio degli Esperti. Avrebbe già tirato dalla sua 40 capi religiosi su 86. Khatami, la cui carica è a vita, potrebbe però essere destituito con la motivazione che «non mostra saggezza». [Giorgio Dell’Arti]