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 2009  giugno 29 Lunedì calendario

IL MONDO SOTTO CHOC, INTERNET SI BLOCCA


Sono bastati pochi minuti per comprendere quanto sia sconfinato il regno che ha lasciato il re del pop. La notizia dell’infarto prima e, poco dopo, quella della morte di Michael Jackson si sono abbattute sulle redazioni di tutto il mondo, come una gigantesca valanga che, minuto dopo minuto, aumentava il suo volume. Radio, televisioni, giornali. E internet. Soprattutto internet. L’ansia di capire qualche dettaglio in più sulla sorte di una delle star più amate e controverse di sempre si è immediatamente diffusa in un impressionante contagio.

Chi poteva, si è precipitato fuori dall’UCLA Hospital di Los Angeles, dove la popstar era stata ricoverata d’urgenza dopo l’attacco cardiaco. Già prima dell’annuncio della sua morte si era formata una preoccupata folla alle porte della struttura. Gli altri si sono riversati nella rete.

Milioni di persone sparse nel pianeta inizialmente in cerca di rassicurazioni sulla sorte di Jackson. Poi, ancora di più, desiderose di lasciare un ultimo, personale saluto al cantante. Subito dopo la notizia del decesso, Twitter, popolare social network, ha avuto picchi di 5 mila messaggi al minuto da parte di fan, causando pesanti rallentamenti del traffico web dopo che gli aggiornamenti sul cantante erano arrivati a quota 66.500. La morte di Jackson ha così superato i commenti sulla crisi iraniana, al centro delle attenzioni degli utenti nei giorni scorsi. La potente ondata di messaggi ha travolto anche Facebook, dove in pochi attimi si sono moltiplicate le pagine de­dicate alla popstar. Tra queste «Rip Michael Jackson (we miss you)» che in qualche ora ha su­perato le 300 mila adesioni.

I video dedicati a Jacko han­no monopolizzato YouTube. Google è andato in tilt: un por­tavoce ha confermato alla Bbc che di fronte ai milioni di uten­ti che hanno digitato quasi con­temporaneamente il nome Jack­son si è pensato ad un attacco informatico tanto che chi ha provato a chiedere notizie sul­l’artista fra le 14.40 e le 15.15 (ora californiana; il cantante è morto alle 14.44) ha ricevuto questa risposta: «La richiesta appare simile a richieste auto­matiche da un virus del compu­ter o da un software di spionag­gio ».

Stessa sorte per il sito Tmz, che per primo ha annunciato la morte di Jackson: in tilt per troppe domande di accesso. Pe­santi intasamenti anche per Wikipedia e i siti di Aol, Cbs, Cnn, MsNbc e Yahoo.

Un marasma incontrollato di notizie o presunte tali, condivi­se con milioni di utenti in tutto il mondo in cui si è diffuso an­che l’inspiegabile annuncio del­la morte dell’attore Jeff Gold­blum, sciaguratamente ripreso da una tv australiana. Fortunata­mente l’attore sta bene, è stato solo vittima della frenesia scate­natasi nel web nelle ultime ore. La stessa che, dalla notte di gio­vedì, dagli Stati Uniti all’Austra­lia, dalla Nuova Zelanda all’Ita­lia, dalla Spagna alla Svezia ha riportato i brani e gli album di Jackson in vetta alle classifiche dei più scaricati.

Palinsesti modificati anche nelle principali radio e tv. Mtv in particolare, dalla notizia del­la morte del cantante, sta dedi­candogli la programmazione con videoclip, interviste e spe­ciali. Lo stesso vale per i siti del­le emittenti che raccolgono le testimonianze dei fan di Jack­son.

Dalle piazze virtuali a quelle reali. Los Angeles, Sofia, Città del Messico, Londra, Ginevra, Varsavia, New Delhi. Impossibi­le contare i raduni spontanei di ammiratori che hanno pianto la star. Candele, fiori e fotogra­fie hanno invaso la stella di Jackson sulla Walk of fame che ha dovuto essere transennata per la gente che si accalcava al­l’altezza del nome del cantante. In Italia, è prevista oggi una ve­glia a Milano, alle 12 in piazza Duomo e lunedì a Roma, alle 19 in piazza del Popolo. Grande la commozione anche nello spet­tacolo. In molti, e, anche qui, da ogni parte del mondo, han­no voluto ricordare Jackson. Tante le dichiarazioni anche da politici e capi di Stato. Non è mancata quella di Barack Oba­ma che ha espresso le sue con­doglianze alla famiglia dell’arti­sta, definendolo «una icona del­la musica» ma ricordando an­che gli «aspetti della sua vita tri­sti e tragici».