Paolo Valentino, Corriere della Sera, 27/6/09, 29 giugno 2009
L’EREDIT? DEBITI PER 500 MILIONI E TRE FIGLI DA CRESCERE
Il Re del Pop è morto. Ma il Re dei Debiti rischia di sopravvivergli. Insieme all’eredità musicale e a legioni di fan ancora adoranti, Michael Jackson si lascia dietro una montagna di obblighi finanziari, frutto di una prodigalità ben oltre la patologia e di uno stile di vita favolistico più che favoloso.
Di più, come se non bastassero i 500 milioni di dollari dovuti a banche e società immobiliari, la scomparsa dell’artista ha un effetto collaterale devastante per AEG Live, promoter dei 50 concerti alla London 02 Arena, che dal 13 luglio avrebbero dovuto segnare il ritorno di Jackson sulla scena, estremo tentativo di risolvere i guai patrimoniali.
Mors omnia solvit e quindi non c’è alcuna chance per il gruppo di recuperare i denari già sborsati per la produzione e quelli da sborsare per ripagare i biglietti già venduti. Al netto delle assicurazioni, le stime parlano di perdite per 40 milioni di dollari.
Non è che Jacko non avesse il fiuto degli affari. Lo dimostra il colpo da maestro del 1986, all’apice della fama, quando investì 47,5 milioni di dollari per acquistare la maggioranza di ATV Music, la casa che possedeva i diritti di quasi tutte le canzoni dei Beatles. Fino a ieri, 12 anni dopo il ritiro, è stato quel catalogo ad assicurargli il costante e copioso flusso di reddito, che gli ha permesso di aver credito e non finire sul lastrico.
che le sue follie rendevano infernale il suo ritmo di spesa. Fosse il ranch Neverland, il suo mondo da Peter Pan pagato 15 milioni di dollari e trasformato investendovi molte volte tanto. Fossero i suoi shopping pantagruelici e compulsivi, che lo portavano a ordinare anche 300 mila dollari di giocattoli in un solo colpo. O ancora le spese legali e gli accordi di risarcimento milionario, affrontati nelle varie cause per molestie sessuali a minori in cui si trovò invischiato.
Certo è che, giusta la stima di un contabile nel 2005, Jackson spendeva ogni anno da 20 a 30 milioni di dollari in più di quello che guadagnava. Alla cifra di 500 milioni si arriva via i numerosi prestiti contratti con le banche, dando in garanzia ora il ranch, ora parte dei diritti sul catalogo dei Beatles. E ci si arriva anche grazie alla corte di avvoltoi, travestiti da consulenti finanziari, che gli ha fatto da corona nel suo mondo fantastico.
Ma l’eredità più triste che Jackson si lascia alle spalle è il destino dei suoi tre bambini: Prince Michael I, 12 anni; Paris, l’unica femmina, 11 anni e il piccolino, Prince Michael II, 7 anni. In un caso normale, c’è sempre un altro genitore o un parente stretto che possa assumerne la custodia legale. Ma come altre cose nella vita di Jacko, anche la paternità è stata complessa e anormale. Prince Michael I e Paris sono nati dall’ex moglie Debbie Rowe, che al momento della nascita rinunciò ai diritti di maternità. Per anni non li ha mai visti, ma ora li rivorrebbe.
Ancora più complicata è la soluzione per Prince Michael II, avuto da una donna che ha solo prestato il suo utero ed è poi sparita. Altro problema è che anche la nonna paterna, cioè la madre di Michael, Katherine Jackson, vorrebbe la custodia di tutti e tre i bambini, che al momento sono a casa sua. Ma il cantante aveva sempre detto che in caso gli fosse successo qualcosa, avrebbe dovuto essere la balia, quella che se ne occupa attualmente a casa della madre, a crescerli.