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 2009  giugno 29 Lunedì calendario

BENETTON , IL CAVALIERE BIANCO DEL CLUB MED


Parlare di Cavaliere bianco è certamente esagerato, ma l’arrivo dei Benetton nel capitale del Club Méditerranée è una boccata d’aria per Henri Giscard d’Estaing: il figlio dell’ex presidente della Repubblica si sente in bilico, il possibile attacco di Bernard Tapie alla società lo spaventa e tutto ciò che può rafforzare il fronte degli azionisti che lo difendono è accolto con sollievo. E che il gruppo veneto sia considerato con tutti i riguardi lo conferma un particolare: i Benetton e il Crédit Agricole entreranno nel consiglio di amministrazione. Ai primi spetterà un posto di censore, una funzione che consente di partecipare alle riunioni del cda, ma senza diritto di voto.
L’arrivo dei Benetton nel capitale del Club, secondo la stampa d’Oltralpe, ha una duplice funzione, finanziaria e industriale.
Sul primo piano, il loro ingresso rafforza il gruppo degli azionisti maggioritari, solidali ma non uniti da un patto di sindacato: la Caisse des Dépots et de Gestion del Marocco (10,96%), la saudita Rolaco (4,69%), il Crédit Agricole (4,12%), Nippon Life (2,98%), Air France (2%). In tutto il 24,75 per cento del capitale, cui si aggiungerà il 2 per cento italiano. La società, insomma, resta scalabile, anche se tra i suoi azionisti figura la Caisse des Dépots, braccio armato del Tesoro francese, pronta a intervenire: il portavoce del governo ha definito il Club come «una società strategica».
L’ex ministro di François Mitterrand è tornato alla ribalta dopo aver vinto un arbitrato contro il Crédit Lyonnais sulla vendita dell’Adidas. Si è messo in tasca un bel po’ di milioni (fra 60 e 80 lordi) e dice di avere con sé alcuni fondi di investimento. Da mesi gioca al gatto e al topo con Giscard, che lo ha denunciato alla magistratura per "manipolazione dei corsi". Lui per il momento ha solo l’uno per cento del capitale e dice di avere in tasca una formula magica per ridare smalto al Club Méditerranée, che da anni perde clienti: vorrebbe trasformare le sue strutture in centri vacanze popolari e per attirare una clientela mediobassa vorrebbe puntare sulla propria immagine.
Una strategia radicalmente opposta a quella di Giscard, che cerca invece di posizionare il Club su un segmento di clientela medioalto. Inoltre, i sostenitori dell’attuale management sostengono che Tapie è forse un’immagine da sfruttare in Francia, ma che il grosso dei clienti viene da altri paesi, dove la sua popolarità è vicina allo zero. E proprio se si pensa a ciò si capisce l’interesse industriale dell’alleanza tra il Club e i veneti.
La società francese conosce bene i Benetton. Un anno fa ha ceduto la sua filiale Club Med Gym a una società d’investimento, 21 Centrale Partners, di cui Alessandro Benetton è uno dei soci fondatori. E gli italiani interessano perché sono il terzo cliente dei suoi centri vacanze, anche se il loro numero è sceso da 79 a 59 mila fra il 2004 e il 2008. Secondo `Les Echos’, Giscard punta a sviluppare di nuovo il mercato italiano, dove il Club si è impiantato fin dal 1951, appena un anno dopo la sua creazione. Il gruppo sfrutta quattro centri per l’estate e due per la stagione invernale, mentre i siti di Cefalù e Caprera sono chiusi per lavori. L’ingresso dei Benetton nel capitale non è dunque soltanto un affare finanziario: la famiglia veneta potrebbe diventare un partner commerciale per rilanciare il Club sul nostro mercato. E la doppia valenza, industriale e finanziaria, rientra perfettamente nella strategia di Giscard, così come l’aveva definita il mese scorso in un’intervista: «Restiamo aperti a delle partnership, comprese quelle con un legame capitalistico». Ma bisognerà anche che le scelte di Giscard comincino a dare qualche frutto: da qualche anno il Club perde clienti e fatturato.