Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 29 Lunedì calendario

AUTO CINESI - PER VOCE ARANCIO



Giuramenti Wang Zhan, cittadino di Luoyang nella provincia di Henan, nel 2007, dopo un incidente con la sua Mercedes S350, organizzò una conferenza stampa sulle sponde del Fiume Giallo per giurare davanti a tutti che in futuro avrebbe guidato solo auto cinesi.

Crash test 1 Nel 2005 l’auto-club tedesco Adac, che esegue crash-test per EuroNcap, assegnò zero stelle alla Jangling Lanwing, il primo Suv cinese da 16 mila euro, definendo i risultati «catastrofici»: «In vent’anni di test nessuna macchina si era mai comportata così male». In uno scontro frontale a 64 km/h, il guidatore sarebbe morto senz’altro; in uno scontro laterale a 50 km/h, avrebbe riportato gravi ferite al tronco e alla testa, a causa della mancanza di protezione laterale. Altre chicche: «Rollio pronunciato, sterzo impreciso, niente Esp, distanze di frenata lunghe, niente Abs…». La Landwind, prodotta dalla Jiangling MotorCompany, fu in breve ritirata dal mercato europeo.

Crash test 2 Nel giugno 2007 la Brilliance BS6 (che arriverà in Italia non appena sarà concessa l’omologazione) divenne famosa perché durante i crash test s’accartocciava come fosse di cartone. Tre mesi dopo i costruttori cinesi erano già corsi ai ripari: ai test la berlina ottenne un punteggio di tre stelle su cinque (contro una solo stella della prima volta) superando brillantemente l’esame nella prova di urto frontale, laterale e protezione bambini.

Numeri 1 In Cina la produzione e vendita di auto è passata dai 2 milioni di unità del 2000 agli 8 milioni 700 mila del 2007, con un aumento annuale medio di circa il 24%. A partire dal 2006, la Cina ha superato il Giappone, diventando il secondo maggiore mercato di consumo di nuove auto. Il maggiore mercato di consumo di auto del mondo sono gli Usa, con oltre 16 milioni di auto vendute nel 2007.

Numeri 2 Nel gennaio 2009 la Cina ha superato nella vendita di auto anche l’America: 735 mila contro 656 mila.

Numeri 3 In Usa possiede un’auto l’80 per cento degli abitanti, in Cina il 2 per cento (le potenzialità di crescita, dunque, sono immense).


Numeri 4 Secondo gli analisti di "Global Insight", nei primi sei mesi del 2008 la Cina ha esportato 361.000 vetture (una crescita inferiore rispetto al +75,6% del 2007) e ne ha importate 212.000, il 53.2% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A frenare la corsa delle auto cinesi - si legge nel rapporto - non sono solo le normative antinquinamento e sulla sicurezza, ma la pessima reputazione di cui godono dopo alcuni disastrosi crash test.

 Nella prima metà dell’anno 72.000 vetture hanno raggiunto l’Africa, 54.000 il Sud-Est asiatico (46 mila solo il Vietnam), 48.000 la Russia e 33 mila l’Unione Europea (soprattutto i Paesi dell’Est). Tra i costruttori guida la classifica Chery a quota 56.000 unità, mentre Geely ha raddoppiato le vendite raggiungendo quota 18.000. Delle oltre 200.000 macchine importate in Cina 87.000 provengono dal Giappone, 71.000 dall’Europa, 28.000 dalla Corea del Sud e 20.000 dagli Usa.

Quattro modelli In Italia i modelli di auto cinesi già in vendita sono quattro. La Dr Motor di Macchia d’Isernia ha inventato il marchio Katai per distribuire nel nostro Paese – ”rimotorizzati” con un 2000 benzina Mitsubishi anche disponibile bifuel benzina e gpl – il suv Victory (prezzo: 18.750 euro) e il pick-up Troy (15.990 euro) della Gonow. Anche il gruppo bresciano Eurasia Motor Company, importatore della Great Wall, propone due modelli: il Suv Hover 2.4 ecodual, stesso motore alimentato anche a Gpl e listino da 21 a 24 mila euro; il pick-up Steed con motore 2.4 Mitsubishi da 126 Cv (da 16.500 a 19 mila euro). Al Motorshow di Bologna verranno presentati altri due modelli Great Wall che saranno messi in commercio in Italia nel 2010: la city car Florid e il multispazio Coolbear.


In Italia Auto cinesi vendute in Italia dal 2006 al maggio 2009: 3.423. Nel dettaglio: 800 Troy, 400 Victory, 354 Steed, 1.869 Hover.


Hover Nel 2008 sono state immatricolate in Italia 800 Hover (crescita del 60% rispetto alle 500 unità del 2007), distribuite per il 60% nelle regioni del Nord. Per fare un confronto con altre macchine low cost, nel 2008 sono state immatricolate 2.093 indiane Tata (crescita del 31,47 per cento rispetto alle 1.592 auto immatricolate nel 2007) e 8.346 Dacia della Renault (più 57 per cento rispetto alle 5.314 del 2007). In generale, nel 2008, il mercato dell’auto italiana è calato del 13,4 per cento con punte estreme per alcuni marchi vicine al 30%.

«Ho comprato un’auto cinese» Tra i 1.869 italiani che hanno un suv Hover c’è Lucia Valoti, 45 anni, insegnante di Trescore Balneario (Bergamo): «Ho comprato il modello luxury sport nell’ottobre 2008. Abito in collina e volevo un suv per affrontare agevolmente buche, neve, dossi, ma le marche famose partivano dai 30 mila euro. Troppo. Un giorno mio figlio, che ha 13 anni ma di motori sa tutto, mi ha fatto vedere su un giornale specializzato una foto dell’Hover e me ne sono subito innamorata. Così sono andata a Palazzolo sull’Oglio in provincia di Brescia, dove ha sede l’Eurasia Motor Company che importa auto Great Wall, e l’ho comprata. Mi trovo benissimo. E’ bella – l’ho scelta con la carrozzeria bianca e nera – e funzionale. Il motore Mitsubishi è indistruttibile. E a differenza delle grandi marche non va a gasolio ma ha un impianto a gas convertibile a benzina. Un bel vantaggio per chi, come me, con l’auto ci fa tanti chilometri». Le voci sui crash-test disastrosi di certe macchine cinesi non l’hanno spaventata? «No. Anche perché nel frattempo avevo conosciuto un rappresentante che usava l’Hover per lavoro e della sua auto era tutto contento. Non avrò problemi nemmeno coi ricambi: mi basterà portare il suv all’Eurasia Motor Company e penseranno a tutto loro». Qualche difetto? «Le rifiniture non sono certo quelle della Mercedes. E’ molto spartana e le mancano tante raffinatezze elettroniche. Ad esempio gli specchietti laterali devi muoverli a mano. Tutti dettagli che, considerando il prezzo, si perdonano volentieri».

Scricchiolii «Ci vorrà molto tempo prima che i cinesi riescano a eliminare dalle loro auto rumori di ferraglia e scricchiolii, e a fare progressi nel confort, nell’accelerazione, nella scorrevolezza della guida» (un anonimo al ”Financial Times”).

Cozze, pannolini e fuoristrada Nel maggio 2007 la Katai ebbe l’idea di vendere il pick-up Troy e il suv Victory al supermercato «Il Leone» di Lonato, catena Iper. «Fa un po’ specie, sfogliando il giornalino promozionale dell’ ipermercato, scoprire, fra uno sconto del 50% su cozze fresche e pannolini e un ferro da stiro a prezzi da saldo, che si possono risparmiare, fino al 27 maggio, 1.740 euro sul listino già stracciato dei fuoristrada italo-cinesi» (Luca Angelini sul ”Corriere della Sera” del 18 maggio 2007). Per convincere i dubbiosi che strabuzzavano gli occhi davanti ai prezzi da utilitaria (13.990 euro per il pick-up, chiavi in mano; duemila in più per il suv), i boss di Katay e FinIper avevano allestito, dietro il parcheggio del centro commerciale, uno spiazzo sterrato con buche, argini, cunette e banchi di sabbia: chi voleva parcheggiare il carrello della spesa per farsi un test drive era il benvenuto. Il giorno dell’inaugurazione furono venduti 17 fuoristrada. «Un successo quasi imbarazzante. Un quarto d’ ora dopo che si è alzata la serranda, avevamo già venduto il primo Troy, a un cinquantenne veronese» (Luca Falasco, amministratore delegato di DrMotor, l’ azienda molisana che distribuisce i veicoli Katay). Il centinaio di vetture disponibili furono «bruciate» in una dozzina di giorni.


Brilliance Fattori&Montani distribuirà in Italia la gamma cinese Brilliance (doveva arrivare nella seconda metà del 2009, ma ci sono ritardi nell’omologazione). Prima vettura in vendita sarà la media BS4 disegnata da Pininfarina: motori Mitsubishi 1.6, 1.8 e 1.8 turbo e prezzo inferiore a 16 mila euro. Seguirà la BS6 firmata Giugiaro: quasi 5 metri di lunghezza e motori Mitsubishi.

Byd Il gruppo Koeeliker ha annunciato che importerà nel nostro paese i modelli della Byd. A partire da quest’anno arriverà progressivamente l’intera gamma che ha come nucleo storico la media 4 porte F3, in vendita in Cina dal 2005. Si partirà con la versione 5 porte F3R: 4,3 metri, motore Mitsubishi 1.6 a benzina e variante ibrida DM benzina/elettrica, con possibilità di ricarica anche dalla presa domestica e autonomia elettrica di 120 km. Nello stesso periodo arriverà la compatta F1 con motore 1.000 (molto simile al trio Toyota Aygo/Peugeot 106/Citroen C1). Tra due anni sarà la volta dell’ammiraglia F6 con motori BYD 2.0, Mitsubishi 2.4 e variante ibrida. Infine, la cabriolet F8.

Test Il Financial Time ha testato una Byd E6: «E’ efficiente, ma la sua maneggevolezza e la qualità delle finiture sono indietro rispetto alla maggior parte dei modelli stranieri. Le auto cinesi troveranno parecchie difficoltà nell’essere accettate in America e Europa, specie dopo il recente scandalo del latte».

Potenzialità Quante auto cinesi si potrebbero vendere in Italia?
 «Le potenzialità sono infinite. Sono talmente care le auto in generale che quando si riesce a venderle al 20-30% in meno, è possibile collocarne davvero tante. Molti abbandonano l’auto perché non se la possono più permettere» (l’’imprenditore milanese Luigi Koelliker, che porterà in Italia le Brilliance, a Pierluigi Bonora sul ”Giornale”).
Trattore fai-da-te Nel 2006 fu prodotto in Cina il primo trattore fai-da-te, che l’acquirente deve assemblare da solo. Costa solo 4.500 euro e in Europa lo vende Jeff Howard, commerciante di Preston, in Gran Bretagna. Chi lo acquista si vede recapitare uno scatolone con 1.200 chili di componenti in metallo, plastica, fibra di vetro, gomma e un libretto delle istruzioni da 268 pagine. Dice Howard che per montare il trattore un meccanico ci mette al massimo un giorno, mentre «a una persona con un minimo di conoscenze basta un week end».

Cloni 1 Tra le accuse alle auto cinesi, quella di essere cloni delle vetture occidentali: «Un esempio, la Byd che se n’è uscita con la F8 che a guardarla somiglia tanto, almeno anteriormente alla Mercedes Clk e, posteriormente, alla Ford Focus CC. Così come la Great Wall che scioccò il mondo con il suo clone della Fiat Panda 44, ma la stessa Florid, null’altro sembra che la Toyota Yaris e la coupè della Geely somiglia tanto all’Alfa Romeo Brera e alla Nissan Skyline e la Hongxing Auto ha fatto la stessa cosa con la quasi Smart che, nel Paese della Grande Tigre, è elettrica. Insomma, una concorrenza che non brilla certo per lealtà, ma che fin quando la Cina non avrà equiparato le proprie vetture agli standard di sicurezza nostri, non desterà forti preoccupazioni. Ma quando si adeguerà e lo sta facendo, anche per quelli, che cosa mai ci accadrà?» (allaguida.it).

Cloni 2 La Fiat ha accusato Great Wall Motors di aver copiato per la sua Peri (Jing Ling in Cina) il modello Panda. Sei mesi fa, la Corte d’appello di Torino gli ha dato ragione vietando definitivamente al produttore cinese di importare la Peri in Europa. Motivo: «Non è una macchina diversa dalla Fiat Panda se non nella parte frontale». Sanzione: 15 mila euro di multa per ogni esemplare con targa europea. Il 29 dicembre, però, i giudici cinesi, rilevando tra le due macchine «significative differenze», hanno rifiutato la tesi dei colleghi italiani e dato il via libera alla vendita della Peri sul mercato nazionale (a Fiat è stato anche imposto di pagare le spese processuali).

Great Wall Great Wall Motor Company Limited è la più grande produttrice privata di automobili in Cina. Fondata nel 1976 in forma di cooperativa statale con il nome di ”Great Wall Industry Company”, all’epoca si dedicava prevalentemente alla modifica e all’allestimento di autoveicoli. Il boom arrivò nel 1998, quando fu interamente ristrutturata e rilevata dall’industriale Wey Jian Jun. Nel 2003 è stata la prima causa automobilistica cinese quotata nella borsa di Hong Kong. Oggi supera i 22.000 dipendenti e produce 400.000 veicoli all’anno (il gruppo ha inserito nel mercato cinese i suv, diventandone leader nelle vendite nel giro di un paio di anni). Da 3 anni è il più grande contribuente della città di Baodind, il cui governo detiene il 30% del capitale sociale (mr. Jian Jun detiene il 40%). Il suo Centro tecnico di ricerca e sviluppo, che copre una superficie di 30.000 metri quadri (per un investimento totale di oltre 30 milioni di dollari) dispone di oltre 500 tecnici fra cui 150 ingegneri, strutture di design e testing tecnologicamente avanzate quali una software house, un centro stile, prototipi, emissioni, simulazioni ambientali, performance strutturali e di componenti, un circuito prova, ecc. Nel 2007 il fatturato è stato di 7,579 miliardi di Renminbi (876 milioni euro): +54% sul 2006. Le vendite complessive sono ammontate a poco meno di 110.000 unità. Sul totale delle unità vendute, il 43% è stato generato dalle esportazioni, cresciute di oltre il 65% rispetto al 2006.

Tiro alla fune Great Wall organizza ogni anno le Olimpiadi dei dipendenti. Nel 2008 (nona edizione) hanno partecipato 1.800 atleti. Tra le 48 discipline:: basket, calcio, ping pong, badminton, nuoto, atletica e tiro alla fune.


Mr. Buffett Il finanziere americano Warren Buffett ha investito nella Byd 230 milioni di dollari.

Mr. Wang Mr Wang Chuanfu, 42 anni, fondò Byd (’Build Your Dreams”, ”Costruire i vostri sogni”) nel 1995, quando il governo cinese si stava aprendo all’economia mondiale. All’epoca non possedeva nulla, così si fece prestare i soldi da un parente e cominciò a produrre batterie al nickel. Oggi Byd è leader mondiale nel campo delle batterie ricaricabili per telefonia. La prima auto fu prodotta nel 2005: a settembre 2008, Byd ha venduto più vetture di qualsiasi casa automobilistica cinese. La produzione di veicoli e motori avviene principalmente a Xi’an, Shenzhen e Beijing, per un potenziale di 300.000 unità. Oltre alla Cina vengono serviti Asia, Medio Oriente, Russia.
Sogni «Avevo un sogno, ma non così grande» (mr Wang Chuanfu).

Batterie Wang Chuanfu è convinto che la sua esperienza nella produzione di batterie gli darà un vantaggio enorme nel mercato delle auto elettriche: «Entro il 2025, saremo i leader mondiali». Alla fine di quest’anno Byd lancerà un’auto ibrida che sarà venduta in Europa e Usa dal 2011. E un modello solo elettrico sarà lanciato in Cina nel 2009.
Ioni di litio Il Financial Time: «Dopo l’esplosioni delle batterie agli ioni di litio nei computer, i cosruttori di auto elettriche dovranno fronteggiare rischi enormi». Mr Wang: «Siamo gli unici costruttori di batterie che non hanno mai avuto un reclamo. Abbiamo molta fiducia nella qualità delle nostre batterie».
Popolazione Secondo Wang, la Cina è avvantaggiata dalla vastità del suo mercato e dalla qualità della popolazione: «Ogni anno le Università sfornano cinque milioni di laureati, più dell’intera popolazione di alcuni paesi europei». Oltretutto «i cinesi lavorano di più – e per salari inferiori – rispetto ai rivali occidentali e giapponesi». Byd dà lavoro a 10 mila ingegneri, metà dei quali lavorano alle auto, a Mr. Wang dice che nel giro di dieci anni diventeranno 30 mila. I rivali occidentali e giapponese non possono raggiungere cifre simili: «I costi sono troppo alti». Byd recluta la maggior parte dei manager direttamente dall’università, li prepara al lavoro e alloggia i neo-laureati in un grande edificio adiacente alla fabbrica.

Stipendi Stipendio medio di un operaio cinese: 150 euro al mese.

Mercedes Mr Wang possiede tre Mercedes e una Lexus: «Mi piace smontarle per capire come funzionano».