Glauco Maggi, La Stampa 29/6/2009, 29 giugno 2009
Ora chiunque ha il suo personale Michael Jackson da commemorare. Ed Alonzo, uno dei cinquanta tecnici dello Staples Centre di Los Angeles che la notte prima della sua morte l’hanno visto provare i celebri passi di danza nell’arena solitamente destinata ai giocatori del LA Lakers, testimone casuale dell’ultima formidabile performance di Jacko: «Non beveva acqua e non si riposava mai, passava senza tregua da un numero all’altro»
Ora chiunque ha il suo personale Michael Jackson da commemorare. Ed Alonzo, uno dei cinquanta tecnici dello Staples Centre di Los Angeles che la notte prima della sua morte l’hanno visto provare i celebri passi di danza nell’arena solitamente destinata ai giocatori del LA Lakers, testimone casuale dell’ultima formidabile performance di Jacko: «Non beveva acqua e non si riposava mai, passava senza tregua da un numero all’altro». Gli amici, i familiari, i fans. E soprattutto l’ex babysitter dei suoi tre figli, Prince Michael, 12 anni, Paris Katherine, 11 anni, e Prince Michael II detto Blanket, 7 anni, che ieri ha rivelato al Sunday Times le numerose lavande gastriche a cui era costretto a sottoporsi dopo l’assunsione di potentissimi cocktail di farmaci. «Gli ho dovuto svuotare lo stomaco molte volte, mischiava così tante pillole» racconta Grace Rwaramba, 42 anni, originaria del Rwanda, prima di lasciare Londra per Los Angeles dove verrà probabilmente sentita dagli investigatori che indagano sulla morte del cantante. Dei diciassette anni durante i quali è stata al servizio del Re del Rock ricorda tempi cupissimi: «A volte andava così male che non permettevo ai bambini di vederlo, sembrava magiasse pochissimo». Un giorno, prima di essere licenziata a dicembre del 2008, tentò di persuadere la madre Katherine e la sorella Janet a intervenire perchè la dipendenza non degenerasse. Ma l’interessato non gradì le buone intenzioni del gesto: «Mi accusò di averlo tradito. Non voleva ascoltare niente e nessuno». I rapporti della donna con i Jackson non sembrano essere esattamente all’impronta della cordialità e lei non si fa scrupolo di biasimare un familiare, di cui omette il nome, particolarmente preoccupato dell’eredità: «Mi ha chiamato e mi ha chieso ”Grace, ti ricordi che Michael era solito nascondere soldi in casa sua? Io sono là, dove potrebbero essere?”. Ho risposto di guardare nelle buste della spazzatura e sotto i tappeti. Ma ci puoi credere? Avevano perso Michael qualche ora prima, e uno di loro telefonava già per sapere dove fosse il denaro». Michael Jackson assumeva anche otto farmaci differenti al giorno, di cui tre narcotici antidolorifici. Una delle ipotesi è che negli ultimi mesi avesse aumentato la dose per combattere lo stress dei 50 concerti organizzati all’arena O2 di Londra. La sua scomparsa lascia molte questioni aperte. Dalle cause della morte all’eredità, e non solo quella culturale. Secondo l’Indipendent Jacko potrebbe aver depositato due testamenti nei quali sarebbe indicata le reale entità del patrimonio di oltre 400 milioni di sterline (470 milioni di euro) guadagnate a partire dagli Anni Ottanta e dissipate tra stravaganze e disavventure giudiziarie. Sembra che un sesto della cifra provenga dalle rendite dalla carriera artistica del genio di Thriller, ma buona parte del resto dipende dal catalogo dei Beatles, un tesoro da un miliardo di dollari, di cui il cantante possedeva il 50 per cento. La vendita della metà del catalogo fu causata proprio dai debiti, che ora vengono indicati da alcune fonti a 400 milioni di dollari, cifra che potrebbe crescere a causa di azioni legali ancora in corso: tra queste quella di John Landis, il regista del videoclip di Thriller, che chiede 1,1 milioni di dollari di mancati introiti derivanti dallo storico video. www.lastampa.it/paciA solleticare l’interesse di fan e discografici, c’è l’album inedito: secondo la stampa britannica ci sarebbero brani scritti da Akon (che aveva confermato i lavori in corso con Michael), Ne-Yo e Will.I.Am dei Black Eyed Peas. Il cd era in preparazione da anni, ma avrebbe ripreso slancio dopo l’annuncio dei 50 concerti a Londra. Le vendite di questo album postumo potrebbero risolvere la questione dei debiti di Jackson, visto l’incredibile successo del suo catalogo in seguito alla scomparsa. L’artista era stato abbandonato dall’etichetta Sony dopo che il suo ultimo album, Invincible (2001), era stato attaccato dalla critica e aveva venduto 8 milioni di copie nel mondo (nel 1982 Thriller ne vendette 100 milioni).