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 2014  settembre 17 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Federica Mogherini
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Ieri Renzi ha fatto un gran discorso ai deputati e ai senatori, ma, prima di riferirne, non possiamo esimerci dal far sapere che è andata a vuoto la votazione per eleggere i due giudici della Corte Costizionale, undicesimo tentativo vanificato dalle due minoranze del Pd e di Forza Italia che vogliono, con questo ostruzionismo reso possibile dal voto segreto, contestare l’accordo Renzi-Berlusconi e tutto quello che ne consegue, compresi quei provvedimenti che il capo del governo chiama parecchio pomposamente riforma del lavoro, riforma della scuola, riforma della pubblica amministrazione. Oggi Camera e Senato, in seduta comune, ci proveranno di nuovo e pareggeranno il record del 2000 quando uno stallo analogo fu sgominato da un’intemerata di Ciampi. Quanto a Renzi, un’eco di questa guerriglia sotterranea s’è avuta nel passaggio in cui il prmeier ha spiegato che l’ipotesi di un voto anticipato potrebbe essere presa in considerazione solo se il Parlamento si dimostrasse incapace di fare le riforme.

Ma allora è chiaro: si va a votare!
Renzi, uscendo dal Senato, ha detto ai cronisti: «Adesso vedo che di tutto quello che ho detto il titolo è: andiamo alle elezioni. Invece non è assolutamente così». Il premier ci conosce bene e il rischio che stamattina qualcuno titoli davvero così esiste. D’altra parte sono giorni che i giornali scrivono di Berlusconi e della sua certezza pressoché assoluta del voto anticipato a primavera. Altrimenti come mai l’ex Cav si sarebbe spinto al punto di dare un appuntamento ai rappresentanti delle forze dell’ordine per la storia degli stipendi bloccati? È una tipica mossa da campagna elettorale, tant’è vero che il tema delle divisioni a destra è cambiato. Adesso è: mettersi con la Lega (linea di Berlusconi) oppure no (linea del suo avversario quasi nemico Raffaele Fitto)?  

Io starei al discorso di Renzi. Intanto: aveva un qualche obbligo di andare a parlare alla Camera e al Senato?
No, nessun obbligo. S’è trattato di una mossa squisitamente politica, fatta pensando anche all’eco che avrebbe avuto da telegiornali e quotidiani. È facile battezzare l’orazione del premier «Discorso dei mille giorni». In pratica: il Nostro dice, anzi ridice ma con ben altra grancassa, che in mille giorni si deve far tutto, altrimenti saranno guai. Ha anche detto: «Qualcuno potrà sostenere che andare a votare sarebbe meglio. Rispettiamo la presa di posizione e dal punto di vista utilitaristico magari sarebbe una buona idea ma noi pensiamo che prima delle esigenze di un partito venga l’interesse del Paese. Abituiamoci al concetto che si torni alle urne nel febbraio 2018». Il saldo noi coincide, perché da oggi al febbraio 2018 i giorni sono circa 1300.  

Però il numero 1.300, propagandisticamente, è meno efficace del numero 1.000.
Esatto.  

E che cosa dovremmo fare in questi mille o mille e trecento giorni?
I passaggi più dirompenti riguardano la giustizia e il lavoro, due temi su cui la parte di Renzi, cioè la sinistra, entra subito in sofferenza. Giustizia: «Deve finire il violento scontro ideologico del passato», ha detto ed è poi tornato sulla questione dei 45 giorni di ferie dei magistrati ribadendo che sono troppi. «Avvisi di garanzia più o meno citofonati non cambiano il corso della politica. L’avviso di garanzia non può costituire un vulnus all’esperienza professionale di una persona». Concetti riferiti ai magistrati di Bologna e che nessuno uomo di sinistra in passato ha mai pronunciato. Sul lavoro: «Al termine dei mille giorni il diritto del lavoro non sarà quello di oggi. Io ritengo che non ci sia cosa più iniqua in Italia di un diritto del lavoro che divide i cittadini in cittadini di serie A e di serie B. Se sei un partita iva non conti niente. Se sei un lavoratore di un’azienda sotto i 15 dipendenti, non hai alcune garanzie. Se stai sopra sì. Questo è un mondo del lavoro basato sull’apartheid. Le regole sul lavoro vanno ridotte, ma devono essere chiare». La lettura esatta della frase «le regole sul lavoro vanno ridotte» è: «gli ammortizzatori sociali vanno ridotti», infatti il premier ha annunciato che entro il 2015 ci vuole un nuovo sistema, dato che quello attuale è «iniquo» (Sacconi a questo punto ha applaudito)  

Questo significa abolire l’articolo 18?
In altra occasione Renzi ha detto che non si tratta di abolire l’articolo 18, ma di riscrivere tutto lo Statuto dei lavoratori.

• Che altro ha detto?
Che bisogna varare subito la nuova legge elettorale e che ci vuole il ballottaggio, altrimenti non avremo un vincitore sicuro. «Non guardiamo in faccia nessuno e guardiamo negli occhi tutti», «Non ci rassegniamo alla rassegnazione», «Sono disponibile a correre il rischio di perdere le prossime elezioni». Ha anche aggiunto qualcosa sulle banche: «Sono convinto che negli ’stress test’ le banche italiane saranno più forti di altre europee: noi abbiamo salvato le banche degli altri Paesi, nessuno ha salvato le nostre».
(leggi)

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