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 2014  settembre 17 Mercoledì calendario

SFIORATI 270 DISASTRI AEREI IN UN ANNO

Per 270 volte in un anno nei cieli d’Italia si è sfiorata la collisione tra aerei in volo. Jet da diporto hanno incrociato le rotte dei giganti dell’aria carichi di turisti. In un caso, segnala l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, un aereo privato è «transitato a poche decine di metri da un jet militare che stava effettuando una riattaccata». Gli uomini-radar, pare, non fossero a conoscenza della presenza del piccolo velivolo nello spazio aereo controllato. «Penetrazioni non autorizzate» vengono definite in gergo e le 270 registrate nel 2013 sono tante, troppe per dire che i cieli del Belpaese siano sicuri. Seppure in diminuzione rispetto alle 313 conteggiate nel 2011 e alle 291 del 2012.
Il fenomeno «si manifesta più frequentemente in alcuni spazi aerei: Malpensa, Linate, Torino, Bologna, Reggio Calabria e Lamezia Terme» e in determinati periodi dell’anno, «prevalentemente da maggio a settembre quando c’è un sensibile aumento del traffico Vfr (visual flight rules)». Il volo «a vista» che è, appunto, caratteristica dei velivoli da diporto.
A Roma, tra il Leonardo da Vinci, Ciampino e l’Urbe, sono stati una trentina i piloti che hanno tagliato la strada ad aerei più grandi. Cessna, Piper ma anche alianti. Indipendentemente dalla grandezza degli aeromobili, una collisione in volo condurrebbe inevitabilmente ad una tragedia. Perché i giganti dell’aria, colpiti, perderebbero l’assetto e finirebbero in stallo, precipitando durante il decollo e l’atterragio. Proprio durante queste delicate manovre, che avvengono a bassa quota dove volano i piccoli jet, sono state registrate tutte le mancate collisioni, che hanno spinto l’Ansv ad emanare ben sette raccomandazioni per la sicurezza e a segnalare il fenomeno al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Enac, Enav, Aeronautica militare e Aero Club d’Italia.
Se la Lombardia registra il record delle penetrazioni non autorizzate (190 nell’ultimo anno), nessuna regione ne è immune: dal Lazio alla Romagna, dal Piemonre alla Campania. All’origine c’è il sovradimensionamento degli spazi aerei del Belpaese. «Pur essendo stata da tempo avviata da parte di Enac, Enav, Aeronautica militare e Aero Club d’Italia una revisione congiunta della geometria dello spazio aereo nazionale - recita la relazione dell’Ansv - l’attuale struttura continua ad essere particolarmente complessa, presentando anacronismi che non agevolano l’attraversamento da parte del traffico Vfr di ampie aree del territorio, imponendo a tale tipologia di traffico limitazioni di quota o complesse deviazioni di rotta che potrebbero anche non essere del tutto compatibili con la sicurezza del volo». Inoltre sarebbero troppe le aviosuperfici e i campi di volo(piste per il volo sportivo ndr) sistemate nei pressi degli aeroporti. Di conseguenza negli spazi controllati dove decollano e atterrano i jet di linea e quelli militari partono pure i piloti «diportisti» che spesso non sarebbero a conoscenza dei reali rischi che possono provocare. E, a volte, non conoscono neppure il tipo di classificazione della porzione di cielo in cui si trovano a volare. C’è poi chi non sa leggere la cartografia e chi, in una situazione di pericolo, non riesce a comunicare. I segnali radio terra-bordo-terra in alcune aree della Penisola non arrivano. «La diposizione dei ripetitori non è ottimale», sottolinea l’Ansv e questo fa sì che ci siano «zone d’ombra». Così l’Agenzia per la sicurezza del volo raccomanda di «rivedere la geometria dello spazio aereo italiano», ridimensionandone le porzioni per evitare che l’eccessiva estensione orizzontale e verticalepenalizzi il volo a vista. Oltre ad «istituire rotte obbligatorie per chi arriva e parte da aviosuperfici e campi di volo». L’Enac ha cercato di riorganizzare la questione rendendo più stringenti le autorizzazioni per le avio-idro-elisuperfici mentre per i campi di volo la normativa resta carente. «Si limita infatti a prevedere che il decollo, l’atterraggio e il rimessaggio degli apparecchi per il volo da diporto - come scrive l’Ansv - possano essere effettuati su qualsiasi aerea idonea, fatti salvi i divieti disposti dalle competenti autorità civili e militari».
Disposizioni nate spesso quando il traffico aereo commerciale era assai più ridotto. Nel 2013 Fiumicino ha registrato 301.869 movimenti, Malpensa 160.700, Linate 91.128, Venezia 78.982 e Ciampino 46.266. Come a dire che i cieli sono ormai affollati e, all’incremento dei voli di linea, corrisponde una crescita parallela dei voli da diporto. Nell’ultimo anno 143.510.334 turisti sono atterrati negli scali del Belpaese. Un dato destinato a crescere in futuro. Di qui la raccomandazione dell’Agenzia per la sicurezza del volo affinché gli uomini-radar dei Crav e delle torri di controllo inseriscano tra le esercitazioni periodiche simulazioni per imparare a gestire le incursioni non autorizzate ed evitare collisioni tra velivoli. Agli aeroclub viene chiesta invece maggiore severità nel rilascio delle licenze ai nuovi piloti.