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 2014  settembre 17 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

Imprenditore uccide due operai che volevano essere pagati. Le riforme del lavoro e della giustizia civile funzionano. Il Fatto.

Sì, è vero, la guerra è una follia. Ma, proprio per questo, invece di discutere con Scalfari, il Papa non potrebbe telefonare a Putin o, quanto meno, a Kirill? Luca A. Fumagalli. Il Foglio.

Scuola - Prima segnalazione contro i bulli; ieri ne è stato avvistato uno a Palermo. Jena. La Stampa.

(mfimage) A ridosso del referendum scozzese, l’Inghilterra cala il suo asso: l’appello di Borghezio in gaelico per il sì all’indipendenza. MF.

Non ho mai voluto rispondere a Gianfranco Fini in questi anni, ma è successo qualcosa e non mi spiego il suo astio per chi cerca di costruire qualcosa che a lui non interessa più. Ma non posso accettare che parli di noi come bambini viziati: casomai, qui ci sono giovani che sono dovuti crescere troppo in fretta dopo che il padre è scappato di casa ed è andato in giro per il mondo a sperperare il patrimonio. Giorgia Meloni. La Repubblica.

Si ha l’impressione che la burocrazia abbia due facce: una austera, sprezzante e pigra e un’altra accomodante, sorridente e sollecita. La prima è per i cittadini comuni; l’altra per i cittadini con la tessera o raccomandati. Panfilo Gentile, Democrazie mafiose. Ponte alle Grazie, 1970.

Sarebbero tante le memorie possibili, una canzone, il verso d’un poeta, il bacio di una ragazza, o un tramonto, un bel mare limpido, perfino le fusa di un gattino. Ma loro no, sono obbligati a ricordare quel che disse un politico insignificante in un’occasione insignificante. Raffaele La Capria. Corsera.

Alla giovane età di 92 anni sono stato colpito da una malattia di nome «leucemia acuta». Qualcuno la qualifica «terminale». Descrizione ridicola non solo per la mia età ma per il fatto che l’unica malattia mortale (per tutti gli esseri viventi) mi sembra essere la vita che comincia a spegnersi con la concezione. Vittorio Dan Segre. Il Giornale.

Beniamino Placido (un tempo critico tv de La Repubblica, ndr) fu il primo a consigliarmi di non abitare a Roma. «Lì», mi diceva, «ti capita spesso di incontrare Marzullo o Minoli e di accorgerti che sono simpatici, o complessati, o con il dramma umano». Aldo Grasso, critico tv del Corriere della sera.

Poi Briatore comincia a parlare di Marianna Madia, ma non sa bene chi sia la giovane ministra. Dice: «Poi c’è quella... quella... come si chiama? Modìa, Media, Màdia». Si chiama Madìa. «Sì ecco, lei. Che è stata nominata ministro ed è incinta». Sì. «Dev’essere un grande fenomeno. Un genio. Deve esserlo per forza. Perché mia moglie, quando era incinta, faceva la signora incinta. Era ko. Dev’essere brava la Madìa». Racconto a Briatore di quando Marianna Madìa ha sbagliato ministero, confondendo il ministro dello sviluppo, Zanonato, con quello del lavoro, Giovannini. «Speriamo adesso non sbagli clinica». Salvatore Merlo. Il Foglio.

Non mi sveglio mai incazzato, anzi sono felice di andare al lavoro, corro. Poi arrivo e vedo i corridoi vuoti e allora sì m’incazzo, ma mi passa presto. Giorgio Armani, stilista. Corsera.
Giorgio Bocca è un giovane fascista come me e come Italo Pietra. Pietra poi ha avuto tempo, andando a soldato, di mettersi contro il fascismo. È del 1911, ha otto anni più di me e dieci o dodici più di Bocca. Bocca era destinato a prevalere fra i fascisti giovani, come me, solo che io sono stato chiamato subito a soldato e lui ha finito il corso allievi ufficiali proprio ai primi di settembre, per cui, essendo di Cuneo, luogo favorevole alle evasioni montane, è andato in montagna, non so se con Giustizia e Libertà. Gianni Brera in Gigi Moncalvo, Milano no. Edizioni Elle, 1977.

Togliatti mi sembra che fosse lui stesso un alpino, o aveva fatto la prima guerra mondiale con gli alpini. Io e i miei soldati non sentivamo nessun odio contro i russi e molti di noi sono andati in Russia vedendo la cosa come una romantica avventura. Della mia divisione sono partiti in 4.500 e ne tornarono 15. Li ho visti sfilare a Mantova con gli occhi pieni di una gioia urlante, perché si erano salvata la pelle in quel disastro. Oggi come oggi, la gente non sa nulla e si può inventare tutto. Luigi Serravalli, critico d’arte e scrittore.

L’altro giorno ho sentito parlare Sergio Marchionne. Il mio riassunto è questo. Italia: un paese che vuole le opportunità di un sistema capitalistico (speriamo che mio figlio venga preso a giocare nell’Nba a 10 milioni di dollari l’anno) e, nello stesso tempo, le tutele di un sistema socialista. Decidiamoci. Io, non per mancar di rispetto, sarei per diventare tutti comunisti. Risponde Barbara Spinelli: «Ma cosa intendi per comunista?». Io: «Alzarsi alle 4 di mattina e mettersi in fila per ricevere i 100 grammi di lardo che spettano mensilmente a ogni famiglia». Maurizio Milani. Il Fatto.

Mangiare le ostriche da soli è meglio che non mangiarle affatto. Maria Perosino, storica dell’arte, torinese, morta a 52 anni. La Stampa.

Questi ragazzi-prodigio abortiti del 68, questi barricadieri con pancia e cellulite, credevano di camminare con la storia, e invece camminavano solo con la moda. Indro Montanelli. Il Giornale. 1979.

L’attore francese Alain Cuny mi racconta che a Parigi, la primavera scorsa, per le grandi piogge, il muro del cimitero di Passy, che è al Trocadero, crollò e, dalla breccia, caddero sulla strada numerose bare, e scheletri, e cadaveri mummificati. Una bara scivolò giù per le scale del Metrò, e andò a fermarsi davanti allo sportello del bigliettaio. Spettacolo orribile che inorridì i parigini. Un racconto non alla Poe ma alla Goncourt. Gli domando se ci furono delle vittime. «Sì», mi risponde Alain Cuny, «ci furono, purtroppo, alcuni feriti fra i cadaveri». Curzio Malaparte, Battibecchi. Shakespeare & Company Florentia, 1993.

Parli come badi. Totò. Il Messaggero.

Spettacolo. Carlo Delle Piane interpreterà la parte di Quasimodo in un nuovo film sui Miserabili. Il truccatore è già all’opera: «Per far assomigliare Delle Piane a Quasimodo», ha dichiarato, «basterà abbellirlo un po’». Amurri & Verde, News. Mondadori, 1984.

Caro Gesù, i peccati li segni in rosso come la maestra? Chiara. I bambini parlano a Gesù. Sonzogno, 2006.

ALBICOCCA - È arancia, rotonda, un po’ più piccola che un’arancia, con il gusto di pesca. Claude-Alain Duhamel e Carole Balaz, Le gros dico des tout-petits. J. C. Lattès.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 17/9/2014