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 2014  settembre 17 Mercoledì calendario

LE TRE ANIME DI CHAGALL IN MOSTRA

A Milano è cominciata la stagione delle mostre autunnali e Palazzo Reale è in prima fila nel proporre al pubblico una scelta di rassegne di grande appeal. Tra queste, va senza dubbio annoverata la mostra dal titolo «Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985», aperta fino al 1° febbraio 2015, promossa dal Comune di Milano-Cultura, organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 Ore Cultura-Gruppo 24Ore, Arthemisia Group e Gamm Giunti, ideata e curata da Claudia Zevi con la collaborazione di Meret Meyer.
Questa rassegna - inaugurata ieri dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia alla presenza di Benito Benedini (presidente Gruppo 24 Ore) e Donatella Treu (amministratore delegato Gruppo 24 Ore), dei curatori e dello sponsor (M&G Investments) - è un evento espositivo molto significativo. Siamo di fronte alla più grande retrospettiva mai dedicata in Italia a Marc Chagall, con oltre 220 opere presenti - prevalentemente dipinti - che coprono un arco cronologico che parte dal 1908 (data in cui Chagall realizzò il suo primo quadro, Le petit salon) e approda alle ultime tele degli anni 80. La mostra accosta dipinti ancora conservati nelle collezioni private degli eredi (alcuni dei quali inediti) a capolavori provenienti dai grandi musei del mondo (MoMa e Met di New York, National Gallery di Washington, Museo Russo di San Pietroburgo, Centre Pompidou di Parigi).
Questa mostra, però, non porta solamente alla ribalta uno degli artisti del Novecento più amati dal pubblico contemporaneo, ma aggiunge un notevole contributo alla conoscenza scientifica sul maestro: inedite Memorie, elaborate dall’artista dal 1970, sono state ritrovate in occasione della rassegna e sono qui, per la prima volta, presentate al pubblico. Da ultimo, vi è la dimensione internazionale dell’evento: nella primavera del 2015 la rassegna verrà riproposta nei Musei Reali di Bruxelles.
Quali sono le finalità che questa retrospettiva si pone? Risponde la curatrice Claudia Zevi: «Chagall è uno dei pochi maestri del ’900 che mantiene intatta la sua capacità di fascinazione e di presa sul pubblico del mondo contemporaneo. Ciò è dovuto non solo alla piacevolezza della sua pittura e al suo tono onirico, ma anche ai temi che ha affrontato nel corso della sua vita. Chagall fu uno straordinario poeta, capace di cantare come pochi i temi dell’amore e dei sentimenti. E fu anche un artista fortemente legato alla sua terra russa e alle sue origini ebraiche, e fu testimone sensibile di tutte le vicende storiche - anche le più tragiche - che caratterizzarono la storia del ’900. Il suo linguaggio, apparentemente facile e gioioso, rivela in verità complessità e profondità filosofiche. Chagall proietta nei suoi dipinti l’immagine di un mondo poetico intessuto di tradizione ebraica, di suoi ricordi di Vitebsk, di vita parigina, ma anche dei suoi amori e delle sue esperienze di vita, a volte assai amare».
Il tema dell’esposizione è dunque centrato su una nuova interpretazione del linguaggio di Chagall, la cui vena poetica si è andata modellando nel corso del ’900 attraverso la commistione delle maggiori tradizioni occidentali europee, dall’originaria cultura ebraica, a quella russa, all’incontro con la pittura francese delle avanguardie. La mostra esalta le tre culture di Chagall.
La rassegna si articola in 15 sezioni che, partendo dalle opere degli esordi realizzate in Russia, ci accompagnano nel suo primo soggiorno francese e al successivo rientro in Russia fino al 1921. Con il definitivo abbandono della Russia sovietica, Chagall inizia a scrivere la sua prima autobiografia (Ma vie), che ci guida nel secondo periodo del suo esilio, prima in Francia e poi America, dove l’artista vive la tragedia della morte improvvisa dell’amatissima moglie Bella (1944).
Con il ritorno in Francia nel 1950, e la scelta definitiva di stabilirsi in Costa Azzurra, Chagall ritrova un linguaggio poetico più disteso, rasserenato dai colori e dall’atmosfera del Midi. E qui si mette a stendere l’abbozzo delle Memorie, la sua seconda autobiografia, di cui il catalogo edito da Gamm Giunti-24Ore Cultura contiene la prima traduzione italiana. Tele e memorie affiancate offrono così la possibilità di comprendere meglio come Chagall - pur vivendo tra esili e vicissitudini - fosse riuscito a conservare il cuore puro di un bambino, capace di esprimere stupore, gioia e meraviglia di fronte alla natura e all’umanità. E di manifestare la concreta fiducia di poter costruire un mondo migliore.
Marco Carminati, Il Sole 24 Ore 17/9/2014