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 2014  settembre 17 Mercoledì calendario

NUOVI Delitto/2 Daniela Bani, 30 anni appena compiuti. Due figli, Youssef e Rayen, di 7 e 4 anni, avuti con Mootaz Chaanbi, 33 anni, lavori saltuari e precedenti per spaccio (aveva appena finito di scontare i domiciliari ed era affidato ai servizi sociali)

NUOVI Delitto/2 Daniela Bani, 30 anni appena compiuti. Due figli, Youssef e Rayen, di 7 e 4 anni, avuti con Mootaz Chaanbi, 33 anni, lavori saltuari e precedenti per spaccio (aveva appena finito di scontare i domiciliari ed era affidato ai servizi sociali). Si era innamorata di quell’uomo quando aveva poco più di 20 anni, restò presto incinta e lo seguì nel suo Paese. I problemi economici li spinsero a chiedere aiuto ai genitori di lei e a tornare in Italia. La Bani, data la cattiva condotta di lui, avrebbe voluto lasciarlo, ma quello la minacciava: «Guarda che se ti azzardi ad allontanarti con i nostri figli io ti ammazzo». Ma era già lui a progettare di andar lontano e perciò da tempo addietro, senza dire nulla, aveva comprato un biglietto aereo per la Tunisia. L’altro giorno chiese a un amico di occuparsi del bambini e di portarli ai nonni materni verso l’ora di cena. Lui, invece, rincasò all’ora di pranzo: la moglie sola, la tavola apparecchiata. Poi di Mootaz Chaanbi non si seppe più nulla. Quando i nonni, preoccupati dal silenzio della figlia, riportarono a casa i bambini, intorno alle 10 di sera, trovarono Daniela Bani sul letto impregnato di sangue, il petto squarciato da una ventina di coltellate. Giornata di lunedì, a Palazzolo sull’Oglio, ovest bresciano. Delitto/2 Una donna romena di 40 anni. Partita dal suo Paese cinque anni fa, faceva la bracciante agricola d’estate e l’operaia in un lanificio d’inverno. Sposata, due figli, una volta al mese tornava là a portare i soldi. In Italia s’era trovata un uomo di 47 anni, romeno pure lui, pure lui sposato in patria e padre di due ragazzini, bracciante agricolo. Insieme dividevano un appartamento e nulla avevano detto alle rispettive famiglie. Da un po’ l’amante s’era fissato che lei avesse un altro. Beveva forte, come l’altro giorno, quando rincasò fuori di sé e la sorprese sdraiata sul letto col cellulare in mano. Appannato, pensò che stesse trescando con qualcuno e corse in cucina a prendere un coltello che le infilò più volte fra collo e addome. Appena finito, chiamò i carabinieri: «Venite di corsa, ho fatto un casino». Nella serata di lunedì, in un appartamentino piano strada in via Domenico Giannini a Canino, provincia di Viterbo.