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 2014  settembre 17 Mercoledì calendario

TEDESCHI IN FUGA DALLE LORO BANCHE

Nein. Una parola che ormai si identifica con Jens Weidmann. Al consiglio direttivo della Bce di inizio mese il biondo presidente della Bundesbank ha detto no anche al taglio dei tassi d’interesse, ridotti allo 0,05%. Il solito fanatico del rigore, si è sempre pensato a ogni nein di Weidmann. Ma se si ricorda che tra i suoi compiti principali c’è quello di assicurare la stabilità del sistema bancario tedesco (anche a detrimento degli ideali europeistici di cui peraltro non è mai sembrato entusiasta), allora i nein del presidente della Bundesbank diventano più comprensibili. La discesa dei tassi d’interesse della Bce sotto l’1% e ora praticamente a zero ha conseguenze pesanti sui risparmiatori. E sta provocando una vera e propria fuga dalle banche tedesche. Perché il tasso d’interesse sui depositi a un anno in Germania è ormai sceso allo 0,53%, il livello più basso d’Europa a eccezione del Lussemburgo e dei tre Paesi Baltici, Lettonia, Lituania ed Estonia. Lo 0,53% è un livello inferiore all’inflazione in Germania, attestata allo 0,6%. Questo significa che non conviene parcheggiare i soldi nelle banche di casa perché il loro valore viene eroso. E così i tedeschi stanno abbandonando le banche del loro Paese per depositare i risparmi in banche estere che offrono rendimenti più elevati: in Europa il tasso di remunerazione più alto lo si trova in Romania, al 3,08%. Il tasso medio di Eurolandia è l’1,32%, mentre le banche italiane in media offrono l’1,58% e quelle francesi l’1,86%. Non c’è da stupirsi, quindi, se dal 2010, anno in cui i rendimenti dei conti correnti delle banche tedesche sono diventati inferiori al tasso d’inflazione, i depositi dei risparmiatori governati da Angela Merkel nelle banche estere che operano in Germania siano balzati dell’80% a circa 190 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati della Bundesbank. Si tratta di una quota pari al 20% del denaro depositato nei conti correnti del Paese, un livello superiore al 15% del 2010, quando è scoppiata la crisi greca. Le banche preferite dai tedeschi sono quelle olandesi, che offrono rendimenti medi dell’1,96%. In due anni Rabobank ha raccolto 7,6 miliardi di euro attraverso la sua banca online in Germania, mentre i depositi della branca tedesca di Ing sfiorano ormai i 100 miliardi di euro. L’Olanda è un Paese vicino, affidabile e che condivide il rigore della cancelliera. Ma non sono pochi i tedeschi che, pur di avere rendimenti più alti, abbandonano la tradizionale prudenza e si rivolgono alle banche bulgare, che offrono il 2,79% e consentono di aprire conti in euro, eliminando così il rischio di cambio. La situazione è talmente preoccupante che Commerzbank ha cominciato a offrire un benvenuto di 100 euro ai nuovi correntisti. E adesso promette sfracelli SavingGlobal.com, una start-up nata lo scorso dicembre e guidata da Tamaz Georgadze, che al momento conta 5 mila clienti in Germania. La società consente ai risparmiatori di aprire conti online nelle banche estere con minime pratiche burocratiche. Nonostante le sanzioni, poi, anche le banche russe continuano a operare in Germania e a raccogliere i risparmi dei tedeschi, in particolare Sberbank. E così si capisce perché Weidmann è ostile a Mario Draghi che, abbassando i tassi a zero, è colpevole di avere aperto il mercato del risparmio tedesco alle scorrerie delle banche estere, perfino di quelle russe e bulgare.
Marcello Bussi, MilanoFinanza 17/9/2014