Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 17 Mercoledì calendario

PER LIBERARE VANESSA E GRETA CONTATTI CON I RIBELLI ANTI-ASSAD

Sono lette e rilette con preoccupazione e attenzione le frasi contenute nel messaggio diffuso due giorni fa sulla sorte di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli da un ufficiale del Free Syrian Army che ha dichiarato che le due ragazze non sono nelle mani dell’Isis ma rischiano di essere trasferite.
Intelligence, investigatori e Farnesina sembrano concordi nel considerare le dichiarazioni di questo ufficiale se non come una rivendicazione, almeno come l’ammissione che lo stesso Free Syrian Army ha un ruolo decisivo nella gestione delle italiane scomparse a nord di Aleppo a fine luglio. Sono loro a controllare l’andamento della trattativa ed è chiaro che non hanno gradito l’inseguirsi ciclico di notizie che attribuiscono all’Isis - i loro peggior rivali tra gli anti Assad - non solo il rapimento ma soprattutto la custodia delle giovani. È possibile che a convincere un ufficiale a fare qualche dichiarazione sull’argomento sia stata l’intervista rilasciata due giorni fa dal noto intellettuale damasceno Michel Kilo che attribuiva all’Isis la paternità dell’operazione e dichiarava che le giovani si troverebbero assieme a padre Dall’Oglio a Raqqa, sulle sponde dell’Eufrate. Al contrario, sembra certo che Vanessa e Greta non abbiano mai lasciato l’area tra Aleppo e Idlib, a ovest dalla città del nord e non lontano dal confine turco che avevano attraversato per entrare nel paese.

I rischi
Le dichiarazioni dell’ufficiale siriano sono considerate attendibili soprattutto perché contengono un particolare che solo chi è addentro alla vicenda può sapere: «C’è uno stallo nelle trattative per la loro liberazione», ha detto. Ed è vero che nei mesi scorsi qualcosa si era inceppato. Almeno da questo punto di vista il segnale è positivo, dunque, anche se la frase sul rischio che le due siano trasferite preoccupa tutti coloro che nelle istituzioni italiane lavorano alla trattativa e che, proprio per questo, raccomandano il più stretto riserbo.

Preoccupazione in Vaticano
Anche in Vaticano c’è molta preoccupazione per l’evolversi della situazione in Siria e in Iraq. Papa Francesco segue personalmente ogni novità su padre Paolo Dall’Oglio, gesuita come lui, rapito più di un anno fa. E’ lui personalmente ad aggiornare i familiari del sacerdote appena sembra aprirsi una speranza. Fino a un mese fa, Oltretevere in molti sembravano certi del fatto che padre Dall’Oglio fosse ancora vivo, nonostante il pessimismo delle autorità italiane. Se così fosse, la partita si farebbe delicatissima visto che l’Isis potrebbe decidere di strumentalizzare la figura del sacerdote per attaccare la cristianità, come hanno ripetuto nei tanti comunicati pubblici.