
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Berlusconi non farà cadere il governo per via delle sentenze che gli incombono addosso, anche se Schifani, alla radio, rispondendo alla domanda su che farebbe il Pdl se il Cav fosse condannato, ha risposto: «Mi sembra difficile che un partito reso acefalo possa continuare la sua esperienza di governo».
• Stiamo parlando della faccenda Cassazione, convocata con inusitata urgenza il 30 luglio per confermare o respingere la condanna a 4 anni (meno tre indultati) e l’interdizione dai pubblici per cinque anni del Cav?
Sì, e bisogna aggiungere, sulla faccenda dell’interdizione, che la Giunta del Senato ha cominciato ieri l’esame degli eletti del Molise (Berlusconi ha optato per il Molise) e c’è dunque il rischio che Berlusconi sia buttato fuori dal Parlamento prima ancora che la Cassazione si riunisca. Il pallino è nelle mani del Pd: mentre la Finocchiaro e il capogruppo Speranza hanno spiegato ancora ieri che per loro Berlusconi è eleggibile, Felice Casson sostiene che voterà per l’ineleggibilità e ha annunciato che si farà arrivare le carte della condanna di cui discute la Cassazione per rafforzare la sua posizione.
• In ogni caso Berlusconi non intende far cadere il governo.
Ieri ha riunito a Palazzo Grazioli l’ufficio di presidenza (Alfano, Brunetta, Schifani, Verdini, Lupi, Lorenzin, Biancofiore), ha raccomandato l’unità, ha spiegato - come da comunicato - che «c’è chi non vuole un governo di pacificazione», ha sostenuto che «il governo va avanti», però il Pdl non demorde sulle questioni dell’abolizione dell’Imu e del non-aumento dell’Iva e sulla rinascita a settembre di Forza Italia, un nome «più emozionante» di «Popolo della libertà». Intanto il partito si mobiliti sui temi della giustizia, spieghi che una parte della magistratura assomiglia a un’associazione segreta di cui non si conoscono gli aderenti e, soprattutto, si aprano i gazebo per aiutare i radicali a mettere insieme il mezzo milione di firme necessarie per i referendum.
• Quali referendum?
Non ne abbiamo mai parlato, ma la raccolta delle firme è in corso e a questo punto, con la mobilitazione del centro-destra, l’obiettivo pare raggiungibile. Si tratta di sei quesiti, con i quali Pannella e i suoi intendono introdurre nel nostro ordinamento la responsabilità civile dei magistrati (azione risarcitoria), far rientrare nei loro uffici i giudici distaccati nelle amministrazioni, riformare la custodia cautelare in modo da evitarne gli abusi, abolire l’ergastolo, separare le carriere tra pubblici ministeri e magistrati giudicanti. La prima questione è articolata in due quesiti.
• Strascichi tra i democratici dopo la giornata di ieri, in cui è stata praticamente concessa al Pdl la possibilità di bloccare per un giorno il Parlamento?
C’è una lettera di protesta di 70 senatori. («basta autogol, serve uno scatto d’orgoglio»). Franceschini, e soprattutto i due capigruppo Zanda e Speranza, fanno però notare che la richiesta pidiellina di tre giorni di sospensione dei lavori è stata respinta, e sono state respinte anche quelle relative a uno e a due giorni. Invece non è mai accaduto che il Parlamento abbia negato a un gruppo la possibilità di riunirsi e il Pdl alla fine ha chiesto di sospendere i lavori per una riunione dei gruppi. La pausa è durata in tutto tre ore. Franceschini ci ha amaramente scherzato su: «Noi siamo capaci di far drammi e di spaccarci su ogni cosa. Gestiremo anche questa».
• Vito Crimi dà una versione diversa dei fatti.
Sì, ieri ha telefonato a Radio 24 e sostenuto che «se non ci fossimo tolti giacca e cravatta in aula e non avessimo contestato lo stop di tre ore sui lavori, la giornata sarebbe passata inosservata, invece con il casino che abbiamo fatto siamo riusciti a svelare il trucco: non era una sospensione per una riunione del Pdl, era una sospensione per un problema politico della maggioranza, che si regge su un patto che prevede il salvacondotto per Berlusconi». Ieri il senatore grillino Giarrusso ha anche chiesto che le tv di Mediaset siano oscurate. Siccome in Giunta per le elezioni si sostiene l’eleggibilità del Cav per il fatto che le concessioni di Canale 5, Italiauno e Retequattro non sono intestate a lui, «il Movimento 5 Stelle si rivolgerà alla Guardia di Finanza per accertare a che titolo Silvio Berlusconi ha fatto l’imprenditore della tv in Italia. Se Berlusconi è abusivo, va oscurato». Mediaset ha risposto che il M5S non conosce la legge ed è tutto in regola.
• Secondo lei, da tutto questo finimondo, Grillo sta guadagnando voti o no?
Berlusconi ieri ha detto che il Movimento 5 Stelle si sta rivelando un bluff. Secondo i suoi sondaggi è sceso al 15%.
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