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 2013  luglio 12 Venerdì calendario

OLGA E LA MEGLIO GIOVENTU’ CHE FU

Il Circolo canottieri di Roma è un luogo dello spirito. Subito fuori l’entrata ci sono tre giovani donne, shorts molto corti e t-shirts molto attillate. Parlano con un sessantenne giacca e cravatta e capelli tinti. Scambio fedele fra la biondina e l’uomo: “Ma che ce sta?”. “Na presentazione d’un libro”. “E che libro è?”. “Boh, na robba de na donna che racconta la vita sua”. “Ah, beh, allora è na cagata”. Ottimi auspici. Entriamo. Il salone è mezzo vuoto. Sono le sei e mezza, in teoria orario di inizio della presentazione. Scorgiamo Olga Bi-sera, la protagonista della serata. Il libro da presentare è il suo: Maktub, editore Maretti. Bacia molto e bacia tutti. Fa la perfetta padrona di casa accogliendo gli ospiti più importanti. Rilascia un’intervista al Tg5 e nel frattempo arrivano Sydne Rome, Barbara Bouchet, Massimo Boldi, Enrico Vanzina che mastica un chewing gum e molti altri attori e protagonisti dei salotti romani. Si riempie la sala.
MOLTI TACCHI ALTI, moltissima chirurgia plastica. “La meglio gioventù, sì, che fu”, commenta sardonico un fotografo. Della presentazione del libro pare non fregare a nessuno. Servono sangria e un succo di frutta dal color marrone. Crea un certo scalpore un vassoio con strane fettine rotonde e nere: “Ma che è?”. “Uova all’aceto balsamico”, risponde fiero il cameriere, incompreso.
Quando manca poco alle sette arriva Gianni Letta, accolto da un applauso. Olga Bisera lo abbraccia molto. Lo conduce al microfono. “L’ho ricattato affinché venisse: sapete, ero la sua pupilla”. Prende la parola Letta, che elogia i tempi in cui lei lavorava come inviato speciale de Il Tempo quando lui lo dirigeva: “Sono state fantasiose le versioni del suo impegno: è stata attrice, ha lavorato con Alain Delon che se ne era invaghito e innamorato, è pilota d’aerei, è giornalista, inviata speciale, scrittrice e romanziera. È tutto!”. Ne loda la “versatilità”. Applausi. Lui se ne va, lei lo accompagna e lo ribacia, sempre molto. Nel frattempo si continua a mangiare e a bere. Alla fine pare sia giunta l’ora di presentare il libro.
Si inizia a passare dal salone del buffet a quello della presentazione. In mezzo un banchetto con il libro in vendita: 20 euro. Va a ruba. Un cartello informa che i proventi saranno devoluti “ai bambini dell’Abruzzo” (tutti? qualcuno in particolare?). Un signore in livrea e occhi a mandorla si aggira timido con una pila in mano (gli cadrà, rovinosamente). È il maggiordomo di Sir James R. Mancham, il presidente fondatore delle Seychelles, ospite d’onore della serata. Pian piano si accomodano tutti. Vanzina continua a masticare. Gabriella Carlucci si fa fotografare. Un signore le chiede: “Ma tu ora, da che parte stai?”. Lei: “Ma con l’Udc, mio caro, tanto ci stacchiamo da Scelta Civica e facciamo il gruppo parlamentare, che non lo sai?”. No, non lo sapeva e dalla faccia non sembra volesse saperlo . Si aggira persino un generale dei Carabinieri, piacente. Sembra tutto pronto. Arriva Gianni Rivera che si siede, salutato da tutti.
Prende la parola Olga: “Ho consumato me stessa con questo libro”, esordisce, e poi ringrazia il suo compagno, il produttore cinematografico Luciano Mancino e il suo “grande amore” Jimmy, cioè il fondatore delle Seychelles. E ci tiene a specificare: “I due vanno così d’accordo, sono grandi amici”. Si inizia. La conduttrice Antonella Salvucci dice che il libro diventerà un film. Legge una mail di Lorenzo Cesa, previsto ma non pervenuto per impegno “imprevisto”. Danno la parola a Jimmy, come ormai tutti lo chiamano affettuosamente. Lui parla inglese, la Carlucci si presta a fare da interprete.

DICE DI AMARE Roma, di amare l’arte, e inizia a declamare il dialogo fra Bruto e Cassio di Shakespeare. Grande vigore, va avanti per qualche minuto. Olga in prima fila aspetta una pausa per dirgli, ok, vabbè, ma ora parla del libro. “E chi l’ha letto?”, risponde candido. Però ci tiene a mostrare la quarta che raffigura una bella foto di Olga con un berretto militare: “Beautiful Woman, Beautiful Woman”. Gli levano la parola.

Gabriella Carlucci annuncia: “Io ho letto il libro!”. Bene, considerando che siamo alla sua presentazione è già qualcosa. Elogia la vita dell’autrice, “interessante”. Dice: “Il padre l’ha abbandonata bambina, poi il patrigno violento con il quale la madre si risposa la violenta che lei ha solo 12 anni. A 18 anni trova la forza di fuggire. Va negli Stati Uniti, dove appena sbarcata prende un taxi e il tassista tenta di violentarla. Poi tenta il suicidio. Infine arriva a Roma”. Continua: “Quando il fratello ventenne muore dopo essersi buttato dal fiume per farsi ammirare dai turisti, la madre si suicida”. E meno male che la sua vita è interessante: altrimenti qualcuno potrebbe pensare che sia stata tragica!

Tocca a Nino Benvenuti, il grande pugile. “Olga non fa nulla se non l’ha prima studiato bene, ragiona sempre prima di decidere una cosa”. Lo dice con un grande sorriso, Olga ricambia: “Le tue sono parole di un grande campione”. Eppure in italiano quello che le ha appena detto è che è un’opportunista. Tocca a Gianfranco Svidercoschi, vaticanista e già vicedirettore del-l’Osservatore Romano: “Lei ha attrazione per il religioso. Ci siamo ritrovati, io da cattolico, lei da laica, da spirito libero, spirito decisamente libero”. L’indugio e il tono su quel “decisamente” dicono tutto il non detto. È il turno di Italo Moscati, scrittore e sceneggiatore. Parla del libro, finalmente. “È un grandissimo vortice”, e sia; “è evidente la parentela con i romanzi della mitteleuropa alla Joseph Roth”, addirittura; “tempesta di amori, c’è tutta la cultura dell’Ottocento”, esagerato! Vanzina si gratta l’orecchio ma non mastica più (chissà dove ha messo il chewing gum).

LA PAROLA al neuroscienziato Rosario Sorrentino per discutere “l’esperienza che Olga ha fatto dopo la morte”. Forse non capisco bene. No, ho capito bene: “Lei ha visto le nuche dei medici chini su di lei”, “fenomeno della pre-morte”, “si perde l’omeostasi”. Bah. Infine la domanda che tutti avremmo voluto fare a Olga. È la Carlucci ha interpretare il comune desiderio della sala: “Vorremmo che ci raccontassi del tuo incontro con gli extraterrestri. Già, perché io non credo agli Ufo, ma credo a Olga, e lei dice che esistono e li ha incontrati quindi io ci credo ed è scontato che sia vero”. Una logica ferrea, aristotelica. La risposta di Olga: “Non rispondo perché nel libro è descritto dettagliatamente il mio incontro ravvicinato, e anche la mia esperienza con una sensitiva. Ma leggete il libro e lo saprete. È tutto documentato da internet, ho trovato giustificazioni diciamo scientifiche”. Eh già, Olga, diciamo scientifiche.