Rassegna, 12 luglio 2013
Pd spaccato sul processo Mediaset: «Orgoglio o è la fine»
• A molti nel Pd non è piaciuta la scelta di concedere una sospensione dei lavori parlamentari al Pdl, che protestava contro la annunciata rapidità decisionale della Cassazione sul caso Mediaset. Così ieri 70 senatori (veltroniani, bersaniani, giovani turchi) con una lettera aperta hanno sollecitato «uno scatto di orgoglio» affinché non si ripetano più «autogol» come quello, e per spiegare agli italiani che il governo Letta «è la migliore scelta date le circostanze». Una presa di posizione apprezzata dal segretario Guglielmo Epifani: «Hanno ragione – ha detto al Tg3 –. Oltre tutto quanto è successo non è andato come è stato raccontato. Noi abbiamo sventato con forza un tentativo di Aventino parlamentare del centrodestra. Hanno chiesto di fare delle riunioni e le hanno fatte, come sempre nel passato. Oggi (ieri, ndr) il Parlamento ha lavorato a pieno ritmo». [R.R., Cds]
• La Giunta per le elezioni del Senato ha cominciato ieri a esaminare la questione dell’ineleggibilità di Berlusconi. Per il capogruppo Pd alla Camera Speranza «secondo la legge del ’57 non è ineleggibile, quindi noi come sempre rispetteremo la legge. Questo è anche l’orientamento del segretario nazionale». Felice Casson invece ha respinto le parole di Speranza: «Non mi risulta esistere una linea definita del Pd. E, in ogni caso, la Giunta è un organismo paragiurisdizionale e ogni suo componente agisce e vota in piena libertà di coscienza...». [R.R., Cds]