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 2013  luglio 12 Venerdì calendario

L’Italia, il Vaticano e l’ergastolo

• Ainis sul Cds commenta la scelta di Bergoglio di abolire la pena dell’ergastolo, sostituendolo con la reclusione fino a un massimo di 35 anni: «Questa lezione ci riguarda, ci tocca da vicino. Perché quaggiù, sulla sponda laica del Tevere, l’ergastolo c’è eccome. Punisce 1.582 detenuti (al 30 giugno 2013), una cifra quadruplicata negli ultimi vent’anni. E in buona parte li punisce con l’ergastolo ostativo, che vuol dire nessun beneficio penitenziario, niente sconti, né permessi premio, né libertà condizionata. Non è così in Europa, dove il carcere a vita è stato cancellato (come in Spagna, Polonia, Portogallo, Ungheria, Norvegia) o altrimenti viene disapplicato in via di fatto. Ma non dovrebbe essere così neanche in Italia, dato che l’articolo 27 della nostra Carta stabilisce la funzione rieducativa della pena. Insomma, il castigo di Stato serve a recuperare i cittadini, non a consumare una vendetta; e d’altra parte – come ha osservato Umberto Veronesi – il colpevole che marcisce in galera dopo vent’anni è un’altra persona, perché le sue cellule staminali neuronali si sono completamente rinnovate».