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 2013  luglio 12 Venerdì calendario

PASTICCIO F35, SALTA LA CERIMONIA CON GLI AMERICANI

Con tutto quello che sta succedendo intorno agli F-35, prima o poi qualcuno metterà in giro la chiacchiera che portano pure sfortuna. L’ultimo guaio che capita al costosissimo cacciabombardiere di cui l’Italia intende comprare 90 esemplari, riguarda l’inaugurazione del Faco, lo stabilimento italiano di Cameri, in provincia di Novara, dove l’Alenia-Aermacchi (Finmeccanica) dovrebbe assemblare alcune parti. Un impianto gigantesco costato 700 milioni di euro, dove sono state sistemate un paio di linee di montaggio e dove ogni giorno sono all’opera circa 150 tra operai e tecnici, ma mai aperto con una cerimonia ufficiale. La vistosa lacuna doveva essere colmata il prossimo giovedì 18 luglio (giorno in cui inizierà l’assemblaggio) con un’iniziativa solenne a cui avrebbero dovuto essere presenti tutti gli interessati: i capi di Alenia in primis e quelli dell’americana Lockheed Martin che è la capofila del gigantesco progetto internazionale, e poi il ministro della Difesa, Mario Mauro, i vertici delle Forze armate italiane, a cominciare dall’Aeronautica che delle tre armi è quella più interessata. Ma l’appuntamento è saltato e rinviato a “data da destinarsi”. La faccenda è davvero sorprendente. Prima di tutto perché non capita mai che venga fatta saltare all’ultimo momento una cerimonia del genere, preparata con largo anticipo e con cura meticolosa dalle aziende e dalle forze armate che agli appuntamenti di quel tipo tengono in modo speciale. E poi perché non c’è una motivazione ufficiale convincente per il rinvio, se non quella assai generica che l’inaugurazione non si può fare per “sopraggiunti e non rinviabili impegni degli interessati”. Quali impegni più importanti ed urgenti possono avere i capi di Alenia, Lockheed e i generali delle Forze armate, se non quello di mettere il sigillo dell’ufficialità su un impianto industriale dal loro punto di vista importante e vitale per la produzione degli “irrinunciabili” F-35? L’impressione è che dietro la decisione ci siano altre ragioni e che anche sul rinvio della cerimonia pesi il marasma politico-istituzionale che si è creato intorno al costosissimo programma di acquisto dei cacciabombardieri nucleari. Dopo la Camera che sugli F-35 si è pronunciata qualche giorno fa, lunedì tocca al Senato affrontare la faccenda con una mozione. Anche in quell’occasione, è facile prevederlo, riemergeranno le divisioni all’interno del governo e in particolare del Pd, partito a cui 300mila cittadini ieri si sono rivolti con un appello contrario all’acquisto.