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 2012  settembre 21 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Giulio Terzi di Sant’Agata
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Il caso Polverini è enorme, pure ieri è vissuto di una minutaglia di fatti, nessuno dei quali all’altezza di quello che si è intravisto finora. Il gran giorno in realtà dovrebbe essere oggi: il consiglio regionale deve approvare quella serie di misure moralizzatrici in mancanza delle quali la governatrice ha promesso di dare le dimissioni, anche se queste dimissioni aleggiavano come possibili di ora in ora già ieri e anche l’altro ieri. Non si deve tuttavia dimenticare che Polverini viene dal sindacato, dove ha imparato a trattare, e a trattare anche duramente. Sa dunque come giocare questo tipo di partite. Capiremmo di più, e non cadremmo nella tentazione di farci beffe dei personaggi grotteschi di questo Satyricon contemporaneo, se sapessimo che cosa vuole davvero la governatrice: salvarsi in extremis e sperare che la sua carriera politica continui (si dice che Berlusconi, impressionato dal suo discorso in consiglio, abbia per un momento accarezzato l’idea di promuoverla candidato-premier del centro-destra)? Oppure tirare avanti altri due anni e recuperare credibilità con una dura azione politica dal di dentro?

Intanto se ci potesse rendere edotti di questa minutaglia di fatti che sembra farle tanto ribrezzo…
Il fatto principale sono le dimissioni di Francesco Battistoni da capogruppo del Pdl in Regione. A togliersi di mezzo lo ha persuaso Alfano. Fiorito gli aveva dato più o meno del ladro, la sua uscita di scena era una delle condizioni-capestro della Polverini. Lo sostituirà un ex aennino (Battistoni era un ex Forza Italia), mossa piena di senso. Secondo fatto: nella difesa di Fiorito giganteggia l’avvocato Carlo Taormina, che ieri l’ha accompagnato in Procura trascinando due scatoloni di documenti. Sei ore di interrogatorio. Evitiamo di addentrarci nei meandri dell’inchiesta, giunta già al solito intreccio incomprensibile tipico di tutti i grandi fatti giudiziari, e limitiamoci a inquadrarne le linee guida: Fiorito a questo punto nega tutto, dice di aver solo distribuito i soldi che arrivavano al gruppo, sostiene che almeno otto consiglieri pidiellini hanno rubato alla grande, «qui ci sono le carte, indagate, quello che ho fatto io è tutto tracciato». L’impressione è che altri politici laziali finiranno presto nei guai. Fiorito resta per ora l’unico imputato. Lo accusano di peculato. La terza notizia: martedì prossimo i capigruppo e vicecapigruppo pidiellini di tutti i consigli regionali d’Italia si presenteranno a rapporto dal segretario del partito Alfano. La parola d’ordine è: «Mai più quello che è accaduto nel Lazio». Il guaio è che, guardando i numeri, il Lazio non è neanche la regione messa peggio. Guardando i numeri si ricava questa sicurezza: che il federalismo abbia permesso alle Regioni, liberate da ogni controllo centrale, di trasformarsi in un pozzo di ruberie, oltre tutto regolarizzate dai voti pressoché unanimi delle varie assemblee.   

Perché l’ascesa di un ex di An alla poltrona di capogruppo del Pdl è piena di senso?
C’è un problema An dentro il Pdl come c’è un problema Vendola/Renzi dentro il Pd. Lo scandalo laziale accelera la dissoluzione dei due partiti, resa addirittura conveniente dalla prossima legge elettorale.

Perché? 
In un modo o nell’altro il Porcellum sarà sostituito da un sistema proporzionale, mitigato dalla soglia di sbarramento e da un premio in seggi al partito più forte. Non dico “premio di maggioranza” perché questo regalo di deputati non sarà tale da permettere al vincitore di governare. Dovrà dunque mettersi d’accordo con gli altri. E sul tavolo della trattativa ci sarà tutto: palazzo Chigi, ministeri, Rai, aziende pubbliche. In queste considizioni, che senso ha disputare le primarie? Bersani ha già lo strumento per tagliare le unghie a Renzi, che rappresenta un pericolo vero. Al tavolo del dopo-elezioni, anche se sconfitto, siederà pure Berlusconi e la sua parola avrà peso. È l’obiettivo che si pone in questo momento il Cavaliere.   

Lo scandalo del Lazio gli ha fatto perdere voti?
Non si sa ancora. Gli ultimi sondaggi – prima che scoppiasse l’affaire Polverini - lo davano in ripresa, più o meno intorno al 22%. Berlusconi intravedeva persino la possibilità di una vittoria. Di nuovo compromessa però in caso di voto laziale, dopo la prova, molto incerta, che lo aspetta in Sicilia. La mega riunione di martedì prossimo dà un’idea di quanto sia preoccupato il Cavaliere, che credeva di poter assistere in pace ai colpi del duello Bersani/Renzi.

Monti?
Per ora sta a guardare. E non scioglie la riserva. Anche se mille indizi dicono che è pronto a continuare.

[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 21 settembre 2012]

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