Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  settembre 21 Venerdì calendario

TUTTI I CONTI DEL MAGNA MAGNA

L’ex capogruppo del Pdl nella Regione Lazio, Franco Fiorito, aveva otto conti correnti bancari personali, quattro in Italia e quattro in Spagna. Su quelli italiani (Unicredit di Anagni, Banca popolare del Lazio di Anagni, Mps di Roma e Deutsche bank di Roma) si è bonificato dai conti del partito 439 mila euro. Sui quattro spagnoli a Madrid, Barcellona, La Coruna e Santa Cruz de Tenerife si è bonificato altri 314 mila euro. Tutti con la giustificazione del rimborso spese previsto dalla legge per i rapporti fra consiglieri e propri elettori. Solo che quella somma gli era già stata pagata in altro modo, quindi Fiorito ha raddoppiato. E in ogni caso le cifre a cui aveva diritto erano inferiori. Oltre a questi soldi ci sono 1.426.000 euro in bonifici per beneficiari non identificati. Di questa somma 347.812 euro era in tranche similissime ai rimborsi mensili che si era concesso extra. Ma non basta: con i soldi del gruppo Fiorito si è pagato 28 mila euro di spese telefoniche private, ha prelevato con il bancomat o allo sportello 235 mila euro in contanti, compiendo l’errore che gli è stato fatale: non ha firmato la dichiarazione antimafia e quella cifra era oltre i limiti di legge, così Bankitalia l’ha pizzicato. Sempre Fiorito ha emesso 864 mila euro in assegni che non hanno beneficiario noto. E ha caricato 10 carte di credito anonime per 188 mila euro con i soldi del gruppo. Fin qui i dirottamenti dal conto corrente.
Ma nelle 102 pagine della distinta bancaria del conto Unicredit del gruppo Pdl della Regione Lazio di cui Libero è venuto in possesso, c’è ben altro.
Con il bancomat Fiorito si faceva la spesa perfino al supermercato: Auchan, Gs, Panorama, ad Anagni, Alatri, Roma. Con i bonifici si è pagato le famose due vacanze in Sardegna dopo le faticose elezioni del 2010: una fattura è di 10.553 euro all’Hotel Pitrizza e una di 19.005 euro alla Sardegna resorts. Con carte di credito e bancomat che lui aveva a disposizione o che ha messo a disposizione di terzi ha acquistato gioielli (anche qualcosina di Gucci), fatto ogni settimana il pieno di benzina per le sue auto, comprato penne Montblanc, speso fortune in negozi di telefonia, mangiato ovunque a spese del partito.
Nel conto bancario del Pdl del Lazio ci sono fatture per cene pantagrueliche spese da tutto il gruppo, specie sotto Natale o Pasqua. Ma anche piccole cene personali: sono certamente di Fiorito quelle al ristorante «Lo schiaffo» di Anagni (150 euro) o al «Covo del brigante» (curiosa eco di tangentopoli, quando molti indagati a Roma frequentavano «I due ladroni») di Frosinone: 550 euro. Il bancomat del Pdl ha acquistato suppellettili per bagni e cucine, rimborsato affitti personali di casa, pagato hotel e vacanze sempre.
Poi ci sono spese grosse, quelle per i fornitori. Cifre consistenti nei due anni sono andati all’Unione rugby pontina (bonifici da 10 mila e 25 euro alla volta). O alla Majakovskij comunicazione, la società preferita per le pr del gruppo. Valanghe di soldi sono finiti nelle casse delle tv locali del reatino. C’è addirittura una fattura da 12.140,2 euro pagata alla società I Borghi srl di Roma perché aveva organizzato un grande evento del Pdl il 5 dicembre 2010. Niente di male in questo caso: è attività politica. La cosa strana è la proprietà dei Borghi: la società è di Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, che in privato organizza gli eventi del Pdl guadagnandoci. Vero però che in Regione Lazio i due partiti sono alleati.
Sono invece intestate al partito sia il suv Bmw che la Smart che hanno fatto scandalo in questi giorni: Fiorito le ha comprate senza dire nulla a nessuno, la Bmw se l’è tenuta prendendo una multa ad agosto per eccesso di velocità sulla litorale del Circeo. È così che i colleghi del Pdl hanno scoperto di avere quell’auto: la multa è stata spedita a loro…