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 2012  settembre 21 Venerdì calendario

SE TORNA LA COPPIA E VINCE LA BANALITA’

Che senso può avere riproporre, più di dieci anni dopo la sua prima edizione, un programma che si era dimostrato già molto modesto al suo esordio televisivo? Rai1 dev’essere proprio a corto di idee per andare a ripescare nel fondo del magazzino «Per tutta la vita…?», un vecchio format incentrato su vita di coppia e matrimonio, e affidarlo alla stessa coppia di conduttori che l’ha tenuto a battesimo negli anni 90, Fabrizio Frizzi e Natasha Stefanenko (mercoledì, ore 21.25). La grande innovazione sta tutta nell’aver aggiunto un punto interrogativo alla fine del titolo, a simboleggiare l’insostenibile precarietà dei sentimenti ai tempi della crisi.
Ma c’era proprio bisogno di una pletora di autori per partorire un programma che più vecchio, slabbrato e noioso non si potrebbe? L’idea di partenza è questa: ci sono due coppie di fidanzati pronti a convolare a nozze, che decidono di raccontare la loro storia di fronte alle telecamere (accompagnati da alcuni parenti) e sottoporsi alla valutazione di tre coppie «vip», in questo caso i prezzemolini Francesco Pannofino (!), Emanuele Filiberto (!!) e Antonio Caprarica (!!!), con relative consorti (!!!!).
In palio un viaggio ai Caraibi. L’intento dovrebbe essere quello di raccontare la costruzione di un amore, ma i problemi sono due. Il primo è di ordine linguistico. Il racconto dei sentimenti in tv sembra ormai funzionare in due forme: quella del docu-reality, per intenderci i format molto in voga sui canali tematici «mini-generalisti». Oppure, sulla generalista, nell’emotainment di Maria De Filippi. In entrambi i casi, alla base c’è un’importante lavoro di scrittura che trasforma la materia grezza in racconto. Proprio quello che manca a «Per tutta la vita».
Il secondo problema, molto più grave, è l’abisso di banalità che attorciglia i concorrenti, il loro vissuto, il loro essere coppia, le loro dichiarazioni d’amore.
Aldo Grasso